Sampras-Lendl, il match del cambio della guardia a New York

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Il 5 settembre del 1990 il diciannovenne statunitense Pete Sampras elimina nei quarti di finale degli US Open l’otto volte finalista Ivan Lendl, chiudendo un’epoca del tennis maschile

Sampras Lendl rovescio
Autore: Stephen Szurlej / TENNIS Magazine Copyright: TENNIS MAGAZINE

Sampras elimina l’uomo dei record

Ci sono partite di tennis che non sono uguali alle altre. A volte è difficile rendersene conto immediatamente, ma a distanza di anni ci sono incontri che acquisiscono un significato speciale. Uno di questi è rappresentato dalla sfida andata in scena esattamente 33 anni fa nei quarti di finale degli US Open tra Ivan Lendl e Pete Sampras. Era il 5 settembre del 1990, e il mondo del tennis era pronto a salutare – idealmente – il vecchio campione per accoglierne uno nuovo. Lendl era stato il dominatore della seconda parte degli anni Ottanta, e a New York era praticamente imbattibile. Dal 1982 al 1989 aveva sempre raggiunto la finale all’Open degli Stati Uniti – un record, quello delle otto finali consecutive nello stesso torneo dello Slam, ancora imbattuto – ma il giovane Pete era pronto a prendere il suo posto tra i grandi nomi del più celebre sport con la racchetta.

Aspetto pulito, carattere timido e riservato, gioco d’attacco ancora da affinare, il diciannovenne di Potomac era entrato nel torneo a fari spenti, senza alcuna pressione. Da testa di serie numero 12, nessuno si aspetta che Sampras possa essere il giocatore del torneo. Ma turno dopo turno il giovane statunitense acquisisce fiducia e si presenta alla sfida contro l’uomo dei record senza nulla da perdere. E’ invece il cecoslovacco ad avere tutta la pressione sulle spalle. Il match è una lotta generazionale in cui Pete cerca di abbreviare gli scambi per allontanare il rivale dal suo terreno preferito. E la strategia gli riesce alla perfezione per due set; Ivan riesce a rientrare vincendo il terzo e il quarto parziale, ma nella frazione decisiva è Sampras ad avere la meglio. Finisce 6-4 7-6 3-6 4-6 6-2, in quella che diventa la partita del cambio della guardia a New York.

Pete diventa il più grande

In quel momento nessuno può saperlo, ma il successo di Sampras su Lendl in quel quarto di finale apre una nuova era. Quattro giorni dopo (il 9 settembre) Pete supererà Andre Agassi nella finalissima, conquistando il suo primo torneo major della carriera. Dall’altra parte, Ivan non riuscirà più a tornare in finale a New York né a vincere altri Slam in futuro. In pratica, il suo dominio è stato definitivamente interrotto dal giocatore che diventerà il più grande tennista degli anni Novanta. Numero 1 delle classifiche mondiali per sei anni consecutivi dal 1993 al 1998, Sampras chiuderà la sua carriera proprio agli US Open, vincendo il suo ultimo match in una finale giocata e vinta ancora contro Agassi.

Alcuni dei record di Sampras sono ancora imbattuti, molti altri saranno superati da Roger Federer, lo svizzero che negli ottavi di finale di Wimbledon 2001 sarà in grado di superare l’americano in un’altra sfida generazionale. Anche in quel caso, si parlerà di passaggio del testimone, proprio come era avvenuto undici anni prima tra Lendl e Sampras. Una storia che si ripete e che permette ai grandi campioni di essere accomunati dalle tante vittorie, ma anche dalle sconfitte contro quelli che saranno i fuoriclasse del futuro. Del resto, è inevitabile che prima o poi questo debba accadere. Ivan e Pete condividono ancora oggi il primato delle undici stagioni consecutive riuscendo a raggiungere almeno una finale Slam ogni anno. Due fuoriclasse legati da quell’incredibile incontro del 1990. Un match che nessuno, dalle parti di Flushing Meadows, potrà mai dimenticare.

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