Le nuove leve del tennis ATP: rivoluzione in atto?

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Sono tanti i giovani tennisti che stanno raggiungendo i piani alti del Ranking ATP. Tra le nuove leve ci sono Fils, Van Assche, Michelsen e Cobolli, ma anche nomi meno noti come Ignacio Buse. Metteranno in atto una rivoluzione?

Nuove leve ATP Van Assche

Le nuove leve del tennis mondiale

Dopo un ventennio di tennis maschile dominato da pochi grandi nomi, sembra essere giunto il momento della rivoluzione. La scorsa stagione ha proposto un terzetto composto da protagonisti appartenenti a tre generazioni differenti – il classe 1987 Novak Djokovic, Daniil Medvedev (1996) e il 2003 Carlos Alcaraz – che hanno vinto quasi tutti i titoli più importanti. Il finale del 2023 ha visto esplodere definitivamente il talento di Jannik Sinner, che ha poi confermato i suoi progressi vincendo l’Australian Open 2024. L’altoatesino, insieme ad Alcaraz, rappresenta la nuova generazione che avanza. Ma aldilà della situazione che riguarda le primissime posizione del Ranking ATP, è a livelli leggermente più bassi che sta avvenendo il cambiamento.

Sono ormai tanti i giovani nati dal 2002 al 2004 che accedono di diritto alle grandi competizioni internazionali senza dover passare dalle qualificazioni. Una nouvelle vague in cui rientra senza dubbio il transalpino Arthur Fils (2004), già da qualche mese stabile nelle prime 40 posizioni del Ranking mondiale. E arriva sempre dalla Francia un altro dei giocatori più interessanti appartenenti alle nuove leve, come quel Luca Van Assche (anche lui del 2004) che ha ufficializzato pochi giorni fa l’inizio della collaborazione con Vincenzo Santopadre, ex coach di Matteo Berrettini. Già in top 70 dall’ottobre del 2023, il tennista d’oltralpe ha eliminato il nostro Lorenzo Musetti dagli ultimi Australian Open. Per il carrarino era una grande occasione, ma con questa rivoluzione in atto sconfitte oggi inspiegabili possono assumere una connotazione diversa nel giro di pochi mesi.

Gli azzurri e il sorprendente Ignacio Buse

Nel gruppo dei giovani non si può evitare di includere lo statunitense Alex Michelsen, altro classe 2004 già nei primi 80 delle classifiche mondiali e capace di raggiungere (nel 2023 sull’erba di Newport) la finale al suo secondo torneo in carriera nel circuito maggiore. Un’impresa pazzesca considerando anche che in quel momento doveva ancora compiere 19 anni. Ma fanno parte dei giovani anche tennisti che non sembrano esserlo, vista l’esperienza importante già accumulata negli anni. Per esempio il sopracitato Musetti (2002) o il fenomenale Alcaraz, così come l’americano Ben Shelton (altro 2002). E poi ci sono gli azzurri Flavio Cobolli, Giulio Zeppieri, Luca Nardi e Luciano Darderi, sempre più competitivi nel tennis che conta.

Ancora poco noto al grande pubblico, l’ultimo nome che merita di entrare nella lista è quello del peruviano Ignacio Buse. Il classe 2004, ancora fuori dalle prime 400 posizioni del Ranking ATP, un paio di settimane fa ha mostrato le sue qualità nella sfida di Coppa Davis valida per la qualificazione alle fasi finali, disputata a Santiago contro i padroni di casa del Cile. Il tennista di Lima ha messo a segno il colpaccio contro il numero 20 del mondo Nicolas Jarry nella prima giornata, e ha poi sfiorato l’impresa anche nel singolare decisivo, perso al terzo set contro Alejandro Tabilo (numero 54). Un altro tennista contro il quale perdere un mese fa avrebbe avuto un significato molto diverso da quello attuale. E chissà quanti altri esempi analoghi arriveranno nel prossimo futuro.

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