Dakar 2023, il rally raid che va oltre i confini del mondo

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La 45° edizione della competizione off-road più famosa di sempre entra nel vivo. Si svolgerà nel cuore dell’Arabia Saudita. 14 tappe e 8.500km da percorrere. Oltre 1000 iscritti. Partenza dal Sea Camp, in riva la Mar Rosso, arrivo nella Città di Damman, Golfo Persico. Istinto, sopravvivenza, orientamento e rischi, ecco la Dakar 2023.

Dakar 2023
Un auto della Red Bull incrocia il suo percorso con una moto Honda durante la Dakar 2022

Dakar 2023 una sfida che va oltre lo sport

Oceani di sabbia, dune, ‘deserti alienanti’ e ardite pietraie, in linea di massima è questo lo scenario che incornicerà le gare dei tanti piloti della Dakar 2023. Il rally raid più famoso al mondo si appresta a vivere la sua 45°edizione tra gli indelebili fasti del passato ed importanti novità. Il via ufficiale si è avuto il 31 dicembre con la passerella inaugurale, alla quale ha fatto seguito la prima tappa, ma è nei prossimi giorni che la competizione entrerà nel vivo. Per il 4° anno consecutivo, le disumane gare si svolgeranno in Arabia Saudita, che sarà attraversata da ovest verso est con 14 tappe spalmate su 15 giorni. Come ogni edizione, occhi puntati sulle categorie auto e moto, da sempre capaci di regalare spettacolo e colpi di scena. Saranno presenti anche altri mezzi come camion, quad e ‘side by side’ (veicoli leggeri). 45 anni di storia sulle spalle della Dakar. Il fascino è quello dei primi tempi.

L’edizione 1, nel 1979, prevedeva la partenza da Parigi e l’arrivo nella capitale del Senegal, per l’appunto Dakar. Come accade nei ‘grandi giri del ciclismo’, anche qui il tragitto cambiò spesso negli ultimi anni. L’ultima edizione tra i deserti dell’Africa più remota è datata 2008, poi ci si è spostati in sud America (Argentina, Bolivia, Cile e Perù). Dal 2020 la casa della Dakar è l’Arabia Saudita. Migliaia sono gli episodi che, in 45 anni di storia, hanno caratterizzato questa competizione. Come dimenticare, nel 1989, il pilota italiano Aldo Winkler disperso nel deserto per 5 giorni ed aiutato da una famiglia tuareg o l’arrivo al traguardo di Hubert Auriol con entrambe le caviglie spezzate. Non il consueto rally off-road, ma un’autentica prova di sopravvivenza che spinge i partecipanti oltre i propri limiti. Nell’edizione 2023, tra le tappe più dure, ci sarà quella del ‘Quarto Vuoto’, ovvero una 4 giorni totalmente immersa nel deserto di sabbia più grande del mondo. Sopravvivenza e orientamento decisivi.

Dakar 2023
Uno degli storici camion Iveco delle edizione passate

Audi tra i team favoriti con mezzi elettrici. Oltre 1000 partecipanti e 8500 km da percorrere

564 gli equipaggi in gara, tra team affermati e già vincitori, scuderie satellite e squadre private. Tutti vorranno provare a far bella figura, spingendosi al limite, d’altronde nella Dakar il rischio è inevitabile. Per la precisione, saranno 8549 i km da percorrere ed oltre 1000 i partecipanti iscritti, tra piloti e navigatori. Ma come si affrontano due settimane di gare intense? Fondamentale è la preparazione fisica, sia per sopportare le alte temperature del deserto, si per reggere ore e ore di guida. Allo stesso tempo, ogni pilota deve essere sempre pronto tecnicamente per comprendere al meglio le condizioni del tracciato (che sia sabbia o ciottoli) ed ovviare alle problematiche meccaniche del proprio mezzo. La prova più ardua sarà quella durante le tappe nel ‘Quarto Vuoto’, il deserto sabbioso più esteso al mondo. Qui i piloti saranno abbandonati a sé stessi, non potranno contare sull’aiuto delle proprie squadre e dovranno risolvere ogni tipo di problematica solo facendo affidamento sulle loro capacità.

Come in ogni Dakar che si rispetti, decisivo è il ruolo del navigatore, ovvero il collaboratore affianco al pilota che illustra il percorso da seguire. Deve essere abile a destreggiarsi in territori dove mancano punti di riferimento, potendo contare solo sul road-book che gli viene assegnato qualche minuto prima della partenza. Dopo la prima tappa, ha lavorato al maglio la coppia del Team Audi Sport, composta dal pilota Carlos Sainz (padre del ferrarista Carlos Sainz junior) e dal navigatore Lucas Cruz, che ha vinto all’esordio. 42° vittoria in Dakar per l’esperto ‘guidatore’ spagnolo, che ha completato per primo l’anello da 367km con la sua Audi elettrica (RS Q E tron E2). Si avete letto bene, la casa automobilistica tedesca ha scelto di gareggiare con auto completamente elettriche, aprendo una nuova era nel mondo delle corse off-road. Già nella Dakar 2022, l’Audi aveva presentato electric-cars, ottenendo 4 vittorie. In questa edizione punta in alto. Vuole almeno il podio.

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