Eden Hazard, un talento naturale durato troppo poco

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Appende gli scarpini al chiodo uno dei giocatori più talentuosi dell’ultimo decennio. A soli 32 anni, martoriato da infortuni e dalla ‘mai più ritrovata’ voglia di rimettersi in forma, Eden Hazard lascia il calcio. Ingiudicabili le sue ultime annate al Real Madrid, tanto era accecante il bagliore che lo aveva illuminato al Chelsea. Ai blancos si è spento definitivamente e ha chiuso. “Bisogna dire basta al momento giusto”.

Eden Hazard col Beglio (fonte calciomercato.com)

Classe cristallina e qualità a palate. Il calcio aveva ancora bisogno di Eden Hazard

Poteva essere molto di più? ‘Avoja’, concedetemi il francesismo. Un giocatore così talentuoso ha tutte le carte in regola per diventare uno dei più forti di sempre. Non fraintendetemi, Eden Hazard è stato davvero un gran bel calciatore ed il suo ricco palmares parla da solo, tuttavia poteva raggiungere vette ancora più alte. Vincere un pallone d’oro, alla stregua di Modric e Benzema, o insidiare il trono di Messi e Ronaldo. Il belga, però, ha preferito vivere l’ultima parte della sua carriera, quella della massima maturazione, in totale relax, tra bagliori passati e qualche lampo sporadico di classe sopraffina. Perché di classe Eden Hazard ne aveva a palate. In un fisico di 175cm, erano concentrati muscoli, baricentro di marmo, gambe da scalatore e piedi da fuoriclasse. Nel suo prime, i difensori avversari gli rimbalzavano addosso tanto era rocciosa la sua tenuta fisica e pattinando sugli scarpini, senza accorgerti, era già al limite dell’area pronto a schioccare il destro. Sembrano infiniti i gol fatti in quella maniera tra Lille e Chelsea.

Palla sulla trequarti sinistra. Stop di interno già direzionato a saltare il terzino. Assorbito l’affondo difensivo del mediano avversario e palla incollata al destro. Finta, doppia finta, tripla finta, tenendo lontani i difensori con braccia e corpo, poi destro all’angolino. Da non dimenticare poi giocate immaginifiche per liberare i compagni o quella maturità nel legare il gioco raggiunta con Sarri al Chelsea. Insomma, Eden Hazard, prima del declino al Real, era un giocatore talmente completo da risultare immarcabile e non ho paura a dire che per più di una stagione era un gradino sotto solamente a Messi e Ronaldo, ma davvero di poco. Ha dato prova delle sue qualità anche in Nazionale, capitano e faro della generazione di fenomeni del Belgio. In un calcio sempre più votato al tatticismo tra tiki taka, ripartenze fulminee e strapotere fisico, la classe e la qualità del belga sarebbero state una boccata d’aria fresca capace di far innamorare ancora una volta di questo sport. Hazard, invece, ha scelto di smettere a soli 32 anni.

Eden Hazard col Real Madrid (fonte WeAin’tGotNoStory)

Folgoranti gli anni al Lille, perfetto il giocatore ammirato al Chelsea. A Madrid aveva già smesso

“Dopo 16 anni e più di 700 partite giocate, ho deciso di concludere la mia carriera da calciatore professionista” queste le parole con le quali Eden annuncia il ritiro. “Bisogna saper dire basta al momento giusto ed io sono stato davvero fortunato ad aver realizzato il mio sogno di giocare e divertirmi su tutti i campi d’Europa e del mondo”. Ha ragione Hazard, i suoi sogni li ha realizzati di sicuro. Partito dall’accademy del Lille, in Francia, a 17 anni è già in prima squadra. Talento precoce e sicurezza da veterano gli permettono di prendersi subito la titolarità. Il suo fisico sembra perfetto per il campionato francese e l’incredibile velocità di movimento mette in difficoltà ogni difensore. Il 2011 è il suo anno migliore al Lille. Con Rudi Garcia in panca, compie un ulteriore salto di qualità. Vince Ligue 1, Coppa di Francia e sigla 20 gol da esterno. Emblematica la partita in cui fece una tripletta con ancora addosso la sbronza della sera prima.

Perché, alla fine, Eden era così, innamorato follemente del pallone, ma prendeva tutto con leggerezza e spensieratezza, divertendosi e facendo divertire. Il Chelsea conosce questo il lato goliardico del belga, l’Hazard amante del buon cibo e della nutella, ma sborsa 40 milioni lo stesso e se lo porta a Londra. In Inghilterra assistiamo all’apogeo. Vince Premier League, Fa Cup, Community Shield e ben due Europa League, Hazard fa ciò che vuole. Simbolo di una squadra quasi perfetta, il classe 91 è il motore che fa girare l’intero sistema. Impattante in zona offensiva, determinante tra rifiniture ed assist, è presente anche in difesa. Insomma, un giocatore totale che il Real Madrid decide di acquistare per 115 milioni. Manco il tempo di entrare al Santiago Bernabeu, che il declino di Hazard è già iniziato. Forma fisica pessima, chili di troppo, infortuni a ripetizione e panchine infinite. Ai Blanços vince quello che gli mancava, la Champions League, ma non sarà più quello di prima. Peccato Eden.

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