Quale futuro per la Overwatch League?

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La scorsa settimana alcune indiscrezioni hanno rivelato che la direzione della Overwatch League avrebbe offerto circa 6 milioni di dollari alle squadre partecipanti nel caso decidessero di lasciare la lega in franchise nel prossimo futuro. Un’iniziativa che sembra andare in controtendenza con il futuro della competizione ma perfettamente in linea con ciò che ormai della Overwatch League si dice da anni.

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La storia della Overwatch League

Lanciata nel 2017, la Overwatch League è stata presentata contestualmente al lancio del videogioco omonimo sviluppato da Blizzard, poi divenuta Activision Blizzard. Overwatch ha avuto l’onore e l’onere di presentarsi come il primo videogioco esports ready della storia, ovvero un videogioco già pensato in fase di creazione per essere un titolo competitivo. Si tratta, come genere, di un Fps Battle Arena, inizialmente pensato per giocare in sei contro sei.

Sotto certi aspetti, soprattutto per le modalità di gioco, è molto vicino ai vari Call of Duty. Sotto altri, per le abilità da utilizzare e la sinergia di ruoli necessaria tra i vari componenti del team, tra tank, dps e healer, è più vicino a un Moba come League of Legends. Motivo che ha permesso di coinvolgere enormemente i giocatori e la community orientali, coreani in testa. Per le organizzazioni e le squadre partecipanti, però, non è mai stato davvero un torneo sostenibile, a partire dai costi di ingresso spropositati.

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Un franchise folle

La realtà dei fatti ci riporta una Overwatch League che nei primi anni non stava assolutamente comportandosi male. Nonostante la richiesta di una quota di ingresso, come avviene in qualsiasi franchise in stile NBA, di 20 milioni $ per i fondatori e di oltre 35 milioni $ per chi è entrato successivamente, l’Overwatch League era riuscita a ritagliarsi un proprio spazio nell’ecosistema competitivo, grazie anche a numerose iniziative per avvicinare i giocatori.

Sia chiaro, non stiamo parlando di una competizione ampiamente seguita, soprattutto dal pubblico europeo difficilmente coinvolgibile per gli orari tarati invece su quello nordamericano e asiatico. Seppur in modo limitato, la competizione aveva riscosso grande successo, in particolare con gli eventi dal vivo, sempre da tutto esaurito. Alcune squadre, sia statunitensi che cinesi, avevano già iniziato a progettare e avviare i lavori per la costruzione delle proprie arene dove disputare le proprie partite casalinghe, anziché giocarle tutte a Los Angeles nell’Arena di Blizzard. Poi, però, è arrivato il Covid.

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La caduta di Overwatch

Da una parte le restrizioni, l’annullamento degli eventi dal vivo, dall’altra una progressiva diminuzione della disponibilità di sponsor e investimenti che ha coinvolto l’intero ecosistema esports globale. La combinazione di questi fattori ha portato nel 2023 la Overwatch League a mettersi in discussione a sei anni dal suo esordio. I segnali attuali non fanno prevedere un futuro roseo, con la stessa Activision Blizzard che qualche settimana fa aveva condonato tutti i debiti delle squadre. Molte non avevano ancora saldato l’intero importo della quota di ingresso, diminuendo di fatto la possibilità di entrate per tutte le altre.

D’altronde anche gli appassionati sono progressivamente scesi di numero. In questo 2023 lo Spring Stage ha avuto un picco di 118.213 spettatori e una media di poco più di 55.000. Nella Season 1 erano stati rispettivamente 437.000 di picco e 140.000 di media, tra tre e quattro volte più alti dei numeri attuali. Un altro problema è stato anche il mancato rinnovo della distribuzione di Overwatch in Cina, attualmente non presente e non disponibile. Una decisione che ha avuto come prima conseguenza l’addio dei Chengdu Hunters, team cinese della Overwatch League.

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Verso una lega più sostenibile?

Il numero di squadre per il 2023 è così passato da 20 a 19, ma nella prossima stagione il numero potrebbe diminuire sensibilmente. Secondo un recente report aziendale della stessa Activision Blizzard, la Overwatch League rappresenta al momento meno dell’1% dei ricavi netti dell’azienda. Un dato che senza sorprese fa immaginare da parte di Activision Blizzard un ripensamento: non sull’intera lega ma almeno sulla sua impostazione attuale. A farne le spese, pare, saranno anche numerosi dipendenti Blizzard secondo The Verge.

Alla ricerca di una sorta di sostenibilità, la parola chiave nell’esports in questo 2023, l’azienda sarebbe persino disposta a incentivare l’uscita di scena di alcune squadre. In questi giorni il tournament organizer si incontrerà infatti con le squadre partecipanti a cui proporrà un nuovo contratto operativo per i prossimi anni. Ma a chi non volesse rimanere sarà invece presentata una “buonuscita” da 6 milioni $, fino a un massimo in totale di 114. Un costo che ad alcuni potrebbe sembrare una follia, ma che probabilmente nel lungo periodo potrebbe portare a un risparmio fondamentale per la sopravvivenza del torneo.

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