Bye Bye Nike. Molti tennisti hanno forzatamente dovuto dire addio al brand americano. Su tutti Sloane Stephens, Marta Kostyuk, Marketa Vondrousova, Donna Vekic e Andrey Rublev.
La strategia di Nike legata al tennis
Negli ultimi anni Nike ha deciso di investire molto anche sul mondo del tennis. Eppure, le cose sembrano stia cambiando. Il 2023 è iniziato con un vero e proprio esodo. Sono stati interrotti gli accordi di sponsorizzazione con diversi volti noti del circuito ATP e WTA.
Nell’elenco ci sono la campionessa degli US Open 2017 Sloane Stephens, l’ucraina Marta Kostyuk, la finalista degli Open di Francia 2019 Marketa Vondrousova, la croata Donna Vekic e Andrey Rublev.
A dispetto di quello che si potrebbe credere non c’è la volontà di investire meno. Il brand punta piuttosto a ottimizzare i propri accordi. È una scelta di mercato adoperata in base ai profitti e al ritorno di immagine che può avere Nike. Solitamente viene stipulato un contratto per un preciso arco di tempo e alla fine di questo si valutano i benefici. Il celebre marchio avrebbe così deciso di non rinnovare i patti con tennisti che nell’ultimo periodo non hanno rispettato alcuni parametri, dal ranking a tornei vinti. Non solo, spesso Nike, a contratto in corso, può anche abbassare il compenso qualora venga meno il conseguimento di alcuni obiettivi.
Un qualcosa già successo in passato con atleti come Berdych o Monflis che hanno avuto la “sfortuna” di essere messi sotto contratto nello stesso periodo di Federer e Nadal e che quindi sono stati tagliati fuori.
Di certo, non è un grosso danno per Nike che può vantare nel proprio roster tanti giovani promettenti, dal numero uno al Mondo Carlos Alcaraz, fino a Sinner (si è parlato di un accordo da cifre capogiro) passando per Holger Rune.
Rublev saluta il marchio dello Swoosh e ne apre uno suo
Diverso il discorso per Rublev, moscovita classe 1997, numero 6 del ranking e reduce, quindi, da una buona annata chiusa in top ten e con le Finals di Torino. In questo caso sembra sia stato il russo a prendere le distanze per creare un suo brand: Rublo.
Ad annunciarlo lui stesso us Instagram: “Siamo lieti di mostrarvi qualcosa che sarà molto più di un semplice brand: sarà qualcosa che aiuterà le persone e il pianeta. Qualcosa che sarà simbolo di speranza e gentilezza. Speriamo che sia un anno buono per tutti e che insieme riusciamo a dare un po’ di luce in questo mondo buio”.
Da un parte la strategia di Nike ha quindi influito dall’altro lato molti giocatori si autosponsorizzano o scelgono la via dell’esclusività. Vedi Roger Federer, il primo tennista a essere vestito da Uniqlo, Matteo Berrettini in Boss o Ajla Tomljanovic in Penguin. Essere l’unico/a ha un fascino diverso e porta anche a maggiore guadagni.