Il Nizza incanta, Farioli insegna

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Rivelazione in Ligue 1, gioco ammaliante ed efficace, bellezza tattica, innovazione. Il Nizza dell’allenatore italiano Francesco Farioli ha stupito la Francia, attirando su di sé l’attenzione del calcio europeo. Esperienza in difesa, piedi buoni in mezzo e freschezza a centrocampo. Moffi, Thuram, Boga, Diop e tanti ragazzi talentuosi. Una rosa valorizzata e rigenerata dal ‘sistema Farioli’.

Nizza Farioli
Francesco Farioli (fonte serieAnews.com)

Dal Qatar a Benevento, poi Turchia ed ora in Francia. Farioli ha inventato un Nizza mai visto prima

Dall’entroterra toscano, in un piccolo paesino vicino Lucca, scorrazza tra campi impolverati della storica Valdinievole, zoccolo duro della tricentenaria indipendenza del Granducato di Toscana. Ce l’ha nel suo dna quell’indipendenza Francesco Farioli, ha l’animo di un sognatore, di un ribelle, non si lascia imbrigliare nel ruolo di semplice portiere. Fa il calciatore, ma nei dilettanti, guardando il gioco da dietro, tra i pali. Ama il pallone, lo studia, però non sfonda con i guantoni. Cresce e comprende che la sua vita è sul rettangolo verde, non sa bene ancora in quale parte, ma è lì che deve stare. Prima, però, finisce gli studi. Laurea in filosofia con tesi dedicata proprio al calcio, precisamente all’estetica del pallone. Da lì, in un vortice di controtendenze e decisioni visionarie, inviando curriculum in giro per il mondo, prima va in Serie D come viceallenatore, poi vola in Qatar nel ruolo di assistente della Nazionale U-17. Un giovane allenatore italiano in Qatar? Perché no.

In terra nostrana nessuno si accorge di lui, allora prende l’aero direzione Medio Oriente. Nemo profeta in patria. In Italia, però, non sono tutti fessi, qualcuno intravede il suo talento, un certo Roberto De Zerbi. Convergenza di vedute e modernità nel modo di intendere il calcio, diventano amici. Roberto vuole Francesco sia al Benevento che nel Sassuolo. Con i neroverdi Farioli spicca il volo, allena i portieri, facendoli diventare centrali nel gioco di De Zerbi e contribuisce alla bellezza calcistica della squadra. Un crescendo professionale che, dopo tre anni più che positivi in Turchia tra record di punti, idee innovative, gol a grappoli e bel calcio, lo fa sbarcare sulla Costa Azzurra ad allenare il Nizza. Lo accolgono scetticismo e diffidenza, ma in soli tre mesi si prende tutto. Dopo il disastro Favre e l’interlocutoria gestione Digard, gli viene assegnata una squadra completamente da rifondare. Lui parte da zero, creando un Nizza inedito, che incanta, vince, detta legge in Ligue 1 e sorprende l’Europa.

Moffi e Thuram (fonte footballnews24)

Rivoluzione totale. Esperienza, millennials e la voglia di incantare ripartendo da zero

“Il Nizza è una squadra davvero complicata da affrontare, con uno stile di gioco affascinante. Complimenti al tecnico Farioli per le sue idee, sono quelle che piacciono anche a me”. Parole e musica di Luis Enrique, che, dopo la sconfitta incassata col suo PSG, ha elogiato l’allenatore italiano. Ha ragione il plurititolato mister spagnolo, il Nizza di Farioli è una formazione difficile da sfidare, bella da vedere e ammirare. D’altronde se fai una tesi di laurea sull’estetica del calcio, la tua squadra deve essere per forza votata alla bellezza. I rossoneri ricercano il bello col gioco sia in attacco che in difesa. Vederli muovere è gioia per gli appassionati. Certo, ci sono aspetti da migliorare, il mister toscano è al lavoro da soli tre mesi, ma è lampante come la sua rosa sappia suonare un’ammaliante melodia. Una bellissima coperta che avvolge il campo, ecco come si muovono gli uomini di Farioli. Coordinati, compatti, sinergici, coesi, uniti in un senso e nell’altro.

Il giovanissimo mister (solo 34 anni) crede nel collettivo, dando alla squadra la forma di un corpo unico. Pressing unitario in avanti e ripiegamenti difensivi corali. Le partite vinte con PSG e Monaco sono l’emblema di questo nuovo Nizza. Lo scorso anno, il club costiero non possedeva queste skill, non copriva il campo in modo corretto, o vinceva alla carlona o prendeva imbarcate. Farioli ha dato misura, ordine e tatticismo, incantando il pubblico col bel gioco. Il d.s Ghisolfi gli ha consegnato una squadra giovane ed esperta quanto basta. Spediti in altri lidi i costosi Ramsey, Pépé, Barkley e Schmeichel, Farioli ha valorizzato al meglio la sua equipe. In difesa comanda ‘nonno Dante’ (40 anni ad ottobre), affiancato dall’ex Barça Todibo. Scettro del centrocampo all’ennesimo prodotto della famiglia Thuram, il millennial Khéphren, autentica forza della natura, perfetto uomo da coast-to-coast. Davanti gioventù, freschezza e fantasia. Diop e l’ex Sassuolo Boga dribblano qualsiasi cosa gli passi davanti e Moffi, prototipo dell’attaccante moderno, domina l’area avversaria con potenza e rapidità. Insomma, complimenti a mister Farioli, peccato solo che non c’era spazio per lui in Italia, troppa poca meritocrazia.

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