Coppa Davis, l’inutile processo a Sinner per un “caso” che non esiste

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C”è sempre un capro espiatorio. Nell’ultima settimana è così partito, per via della sua rinuncia alla Coppa Davis, un processo mediatico a Jannik Sinner, un caso fomentato però principalmente dalla stampa piuttosto che dai fatti.

L'Italia di Coppa Davis senza Sinner
Davis Cup Finals Group Stage 2023 Coppa Davis Bologna 17/09/2023 Italia v Svezia Team Italia con Simone Bolelli, Andrea Vavassori, Matteo Arnaldi, Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti e Filippo Volandri Foto Giampiero Sposito

La rinuncia di Sinner ha scatenato il polverone

Il 7 settembre su X, Sinner scriveva: “Sfortunatamente non ho avuto abbastanza tempo per recuperare dopo i tornei in America e purtroppo non potrò far parte della squadra a Bologna. È sempre un onore giocare per il nostro paese e sono convinto di tornare in nazionale al più presto“. Apriti cielo, con questa rinuncia, che è stato sottolineato come fosse l’ennesima, è diventato il traditore della patria. Da Panatta e Pietrangeli, passando per diversi articoli, sono subito piovute le critiche. Sinner, a oggi, è il numero uno tra gli italiani e quarto nella Race ATP che porta alle Finals. È un talento da preservare con un fisico che va tutelato. Sinner guadagna e può pagare coach, fisioterapista e staff, solo portando a casa risultati. Ci sono, è vero, gli sponsor che però non sono slegati dalle vittorie. Nel tennis, la programmazione è alla base di tutto.

Questo va ad aggiungersi al fatto che la Davis non ha più il suo fascino: gli spalti spesso e volentieri sono stati vuoti. I giocatori hanno lanciato accuse (Wawrinka ha insinuato come il pubblico sia pagato dagli organizzatori) pesanti. La “colpa” però è di Sinner, reo, per molti organi di stampa di avere, ancora una volta, anteposto la sua carriera alla maglia della Nazionale. Per la quarta volta, infatti, l’azzurro ha dovuto rinunciare alla chiamata. Il tennis, come altri sport, è individuale e non ci sono, a squadre Europei o Mondiali, ma solo la chance di partecipare ai Giochi Olimpici e appunto la Davis che ha in questa fase può essere anche messa da parte. Pure dopo la sconfitta contro il Canada era colpa di Sinner. L’azzurro, elegantemente, non ha parlato e ha scelto il silenzio. L’ha fatto, invece, ma sottovoce, in un podcast (Avantage Connors) il suo allenatore Darren Cahill, che ha spiegato come l’altoatesino sia alla prese con un piccolo infortunio: ergo non c’è nessun caso.

Angelo Binaghi
Davis Cup Finals Group Stage 2023 Coppa Davis Bologna 17/09/2023 Italia-Svezia Il presidente della FITP Angelo Binaghi in conferenza stampa Foto Giampiero Sposito

Scelta condivisa dallo staff azzurro…e da Djokovic

Premesso che l’altro assente illustre della competizione è stato Alcaraz, i vertici della Federazione hanno sostenuto e condiviso la scelta di Sinner. Capitan Volandri ha detto: “Jannik ci ha scritto ogni giorno, ci ha chiamato davvero sempre. Lui vuole essere assolutamente a Malaga e sono sicuro che ci sarà“. Il Presidente Binaghi ha aggiunto: “Credo che si possano, si debbano sacrificare obiettivi di breve termine per vincere la battaglia di medio e lungo periodo, perché se vinciamo questa scommessa cambiamo la storia del tennis. Arriverà comunque anche per Sinner il momento in cui alla nazionale bisognerà dare la priorità rispetto ad altro, ci saranno situazioni in cui i ragionamenti potranno e dovranno essere diversi“.

Infine, Djokovic, numero uno al Mondo che sì ha preso parte alla competizione, ma ora, visto che è certo dalla qualifica di Torino e ha messo in bacheca il 24esimo Slam si fermerà e salterà la tournée cinese. “Non sempre le assenze vengono accolte nella giusta maniera. È difficile essere un esempio per tutti e a volte ci sono critiche, ma giriamo il mondo tutto l’anno, giochiamo tanti tornei e spingiamo il corpo al limite. A un certo punto è utile riposare – e poi – Anche io a vent’anni non ho sempre giocato la Coppa Davis in questa fase”.

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