Da Arthur a Soulé: nuova luce lontano dalla Juventus

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L’inizio di stagione si sta rivelando entusiasmante per diversi giocatori che lontano dalla Juventus sembrano rendere in maniera decisamente diversa. Da Arthur Melo, al centro del progetto della Fiorentina di Italiano, a Matias Soulé, nuovo punto di riferimento dell’attacco del Frosinone. Solo una coincidenza o qualcosa di più?

Arthur Melo rinascita alla Fiorentina
Arthur Melo Fiorentina (Gepa / Icon Sport)

Arthur ha preso le redini del centrocampo Viola: rinascita lontano da Torino

Nel calcio i dettagli fanno la differenza e spesso lo fanno anche gli ambienti. E’ innegabile che nelle ultime stagioni molti giocatori non hanno trovato nella Juventus il club giusto in cui sbocciare. Un dato che si è ripetuto sia per profili più esperti come Leandro Paredes, che per quelli più giovani come Dejan Kulusevski. Il primo sembra aver ritrovato i suoi colpi migliori alla Roma, diventando centrale per José Mourinho. Lo svedese, invece, ha mostrato il suo talento nel Tottenham, soprattutto durante la gestione di Antonio Conte. Potrebbe essere solo una coincidenza ma tanti indizi fanno una prova e sono diversi i giocatori che sembrano rinati lontano da Torino. Uno dei casi più eclatanti è quello di Arthur Melo, ex perno del Barcellona, reduce da stagioni profondamente deludenti in bianconero. Il brasiliano ha perso il suo smalto a Torino, sembrando spesso un pesce fuor d’acqua. Anche la parentesi al Liverpool si è rivelata disastrosa ma adesso la sua fiamma sembra essersi riaccesa.

In estate ha sposato il progetto della Fiorentina, un club molto ambizioso che ha deciso di affidargli le chiavi del centrocampo. Arthur si è subito inserito in cabina di regia, prendendo il posto di Amrabat. Caratteristiche molto diverse da quelle del marocchino, che stanno trovando una perfetta connessione con le idee di Vincenzo Italiano. Il brasiliano è diventato già un punto di riferimento per la Viola, un equilibratore prezioso per permettere di lasciare spazio alla fantasia dei giocatori offensivi e alle incursioni di Bonaventura. Le sue qualità tecniche e di pensiero non sono mai state in discussione; lo era invece la sua gestione emotiva nei momenti di difficoltà. Spesso l’ex Gremio è apparso spaesato. A Firenze, invece, sta trovando la sua comfort zone. La mano di un allenatore come Italiano sta facendo la sua parte, così come la lontananza da un ambiente come quello della Juve che presenta un carico di pressioni differenti.

Matias Soulé dalla Juventus al Frosinone
Matias Soulé (Credit: Getty Images)

Soulé si è già preso il Frosinone: il talento argentino non ha sentito il doppio salto di categoria

L’inizio di stagione si sta rivelando sorprendente anche per Matias Soulé, autore di 3 gol nelle prime 9 partite. La curiosità è che entrambe due delle tre reti sono arrivate di testa, così come la prima in Serie A realizzata con la maglia della Juventus contro la Sampdoria nella scorsa stagione. Non esattamente la sua caratteristica principale, il che dimostra quante frecce abbia ancora nel suo arco. Il talento argentino classe 2003 sta confermando quanto si era appena intravisto in bianconero. Qualche assaggio lo aveva dato anche in Serie C con la Juve Next Gen ma era difficile prevedere che potesse assorbire così velocemente il doppio salto di categoria. A Frosinone sembra aver trovato l’ambiente ideale in cui manifestare le se qualità migliori, senza eccessive pressioni. Eusebio Di Francesco lo ha subito messo al centro del suo scacchiere tattico e i risultati stanno arrivando più velocemente del previsto.

Con 17 occasione create è il 2003 ad averne costruite di più nei top 5 campionati europei insieme a Florian Wirtz, gioiello del Leverkusen. In Serie A solo Koopmeiners e Zielinski ne hanno costruite di più nelle prime 8 giornate di campionato. Soulé è già diventato l’epicentro tecnico del club ciociaro. Col suo piede mancino riesce ad essere elegante ed efficace allo stesso tempo. Giocatore eclettico, perfetto nel ruolo di esterno sinistro del tridente, ma a suo agio anche sulla trequarti o da seconda punta. Nel suo caso, però, non si tratta di una rinascita, quanto di una fioritura che alla Juventus sarebbe arrivata decisamente più tardi. Per l’ex Velez è da considerarsi il primo vero test nel calcio dei più grandi. Un test, fino ad ora, superato a pieni voti. Con queste premesse, la Vecchia Signora non aspetterà molto per riportarlo alla base.

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