Bagliori di grande Italia. L’Under 19 tiene alta la reputazione azzurra

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Dopo 20 anni di nuovo Campioni d’Europa nella categoria Under 19. Nel 2003 con Aquilani, Pazzini e Chiellini, oggi con Vignato, Esposito, Faticanti e Kayode. Percorso non semplice quello dei ragazzi di mister Bollini, che dimostra come il movimento calcistico italiano, soprattutto nella crescita dei giovani talenti, sia in ripresa. Allora i risultati degli ultimi mesi, tra club e nazionali, non erano un fuoco di paglia.

Uder 19
Gli azzurrini che festeggiano dopo la vittoria (fonte sportmediaset)

Millennials di talento, idee innovative e coraggio da vendere

Quante cose sono cambiate da quel gol di Trajkovski in terra palermitana. Quel giorno il mondo è crollato addosso al calcio italiano. Era tutto da buttare, tutto da rifondare, tutto da cambiare. Eppure, dopo un anno, siamo qui a raccontare una situazione ben diversa, fatta di rinascita, ripresa, resilienza e nuova verve. Non sappiamo se la ‘crisi nera’ sia ufficialmente superata (fino a quando non ci qualificheremo al prossimo Mondiale non possiamo dirlo), ma la strada è quella giusta. Una strada segnata non tanto da rivoluzioni strutturali e di sistema, ma da una mossa tanto semplice quanto efficace: dar spazio alle nuove generazioni. Aprirsi al nuovo che avanza, spalancare le porte ai giovani talenti e dargli fiducia, permettendo loro di crescere e sbagliare. I recenti risultati delle Nazionali under testimoniano questa ritrovata tendenza e il trionfo europeo degli azzurri 19enni è la conferma che tutti attendavamo. Il calcio italiano può stare ancora tra i migliori.

Fanno da eco anche i traguardi raggiunti dai club italiani nelle Coppe europee e dall’Under 20 di Nunziata, oltre al bronzo conquistato dal Mancio, il secondo in tre edizioni della Nations League. Insomma, il nostro movimento pallonaro non è poi così in crisi, anzi. Ovvio, per vincere trofei servono anche idee e coraggio di esprimerle. Questo è quanto fatto dal Ct Bollini con la sua Under 19. Il mister di origine lombarde, oltre a condire la rosa azzurra con millennials dal futuro più che roseo, ha dato ai suoi ragazzi una precisa impostazione tattica per esaltare le loro caratteristiche. Partendo dalla difesa, con i cugini Della Valle, passando per il centrocampo con il cronometro Faticanti e il predestinato Ndour (per la cronaca questo è davvero forte), fino all’attacco con la forza fisica di Esposito e le sgroppate fantasiose di Vignato, Hasa e Kayode. Ognuno sapeva alla perfezione cosa fare. Anche quando le cose andavano male (vedi la batosta iniziale col Portogallo), la ‘Giovane Italia’ e mister Bollini hanno avuto il coraggio di continuare a puntare sul loro credo.

Il trofeo vinto dall’Uder 19 (fonte Virgiliosport)

Under 19, il trofeo della speranza. C’è del buono in terra nostrana. Il calcio italiano non è in crisi?

Al netto delle critiche e delle accuse, il Mancio aveva ragione: “Diamo spazio ai giovani, ci daranno grandi soddisfazioni”. Fin dal suo primo giorno di operato azzurro, il Ct aveva tracciato la strada ed ora sta continuando nella sua mission, preparando la Nazionale maggiore a quel cambio generazionale fisiologico e necessario. Non è vero che l’Italia non è più in grado di produrre talenti, chi gridava a gran voce questo slogan mesi fa, è nel torto. Da sempre, il calcio tricolore ha saputo creare e lanciare giovani fenomeni e oggi, guardando i risultati delle Under (tolta la debacle di Nicolato), è chiaro come il materiale del domani sia più che buono. C’è stato un momento di stasi, dove questo processo ha rallentato? Probabilmente sì e i club, anche in questo 2023, non hanno fatto un gran che per accelerarlo, tuttavia la mole di potenziali talenti è talmente corposa, che questi giovani ragazzi sono riusciti ad emergere nonostante non abbiano avuto così tanto spazio in prima squadra.

Dopo oltre 20 anni quindi, i 19enni azzurri sono tornati sul tetto d’Europa, l’ultima volta era accaduto nel 2003. Di quella Nazionale, si ricordano soprattutto gente come Aquilani, Chiellini, Padoin e Pazzini, giocatori che poi hanno militato ad ottimi livelli. Quel trofeo è stato per loro garanzia di una carriera da incorniciare e lo stesso può rappresentare il recente trionfo per i millennials di Bollini. Un trofeo della speranza possiamo chiamarlo, la speranza di avere una vita calcistica ricca di successi e la speranza di vedere il calcio italiano di nuovo nei posti che merita. Le premesse ci sono tutte, d’altronde questo risultato non è qualcosa di estemporaneo. Infatti, come è stato per l’Under 20, anche i ‘ragazzetti’ diciannovenni hanno dovuto affrontare Nazionali ben più quotate rispetto a loro. Di prestigio le vittorie contro la schiacciasassi Spagna e la favorita Portogallo. In altre parole, un trionfo non fine a sé stesso, ma un trionfo che funge da prezioso lingotto nella cassaforte del futuro calcistico italiano.

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