Per la seconda volta consecutiva, l’Italia non parteciperà al Mondiale. La mancata qualificazione pesa come un macigno sull’intero movimento calcistico del nostro Paese, ma la rivoluzione è già iniziata e il c.t., Roberto Mancini, sta spingendo sull’acceleratore per arrivare pronti al prossimo appuntamento. Il processo è ancora lungo ma è in atto: l’esordio Pafundi, oltre a quello di Pinamonti, Scalvini e Fagioli ne è la prova tangibile. Il caso di Cristian Volpato, invece, è piuttosto singolare.
Il rinascimento azzurro è in atto
Roberto Mancini da quando è diventato il c.t. della nazionale ha subito ribaltato gli scenari, dando spazio ai giovani in maniera costante. Non ha mai guardato al nome dietro la schiena o alla categoria, ma ha sempre puntato sulla meritocrazia, lanciando ben 54 esordienti in 4 anni. La vittoria dell’Europeo è stato il coronamento del suo progetto, nonché il punto più alto della storia recente del calcio italiano. La mancata qualificazione a Qatar 2022 ha fatto nuovamente sprofondare il nostro movimento, ma il processo di rinascita è già cominciato. Uno degli esempi più tangibili è la convocazione e il successivo esordio del classe 2006 Simone Pafundi.
Il 16enne sta facendo grandi cose nel campionato Primavera nonostante i due anni di differenza con compagni e avversari e un Udinese penultimo in classifica. Trequartista moderno dalla grande qualità tecnica, che riesce ad illuminare il gioco e che punta ad essere un dieci da ricordare. La sua abilità nel dribbling, abbinata ad una grande velocità palla al piede, lo rendono un giocatore imprevedibile. E’ stato il primo 2006 ad aver esordito in Serie A (22 maggio in occasione di Udinese-Salernitana) e nell’amichevole giocata contro l’Albania, è diventato anche il più giovane esordiente azzurro negli ultimi 100 anni. Segno del destino, visto che è nato meno di quattro mesi prima dell’ultimo Mondiale vinto dall’Italia. Già considerato un potenziale campione, pochi mesi fa ha firmato il suo primo contratto da professionista, e adesso è pronto a scrivere la sua storia con la maglia azzurra.
Volpato rifiuta il Mondiale con l’Australia per la maglia azzurra
La rivoluzione passerà dai giovani che negli ultimi anni sono cresciuti in maniera esponenziale, diventando già dei leader. È il caso di Barella, così come di Tonali, Zaniolo, Chiesa, Scamacca e Raspadori. Il materiale su cui lavorare è tanto. Pafundi è, invece, ancora un diamante grezzo da maneggiare con cura, ma non è l’unico che potrebbe fare le fortune della nazionale in futuro. A fargli compagnia c’è Cristian Volpato. Il classe 2003 è, anche lui, un trequartista mancino dalle qualità tecniche evidenti. Nato in Australia da famiglia italiana, è cresciuto nelle giovanili del Sidney, fino ad approdare alla Roma che lo ha scoperto in un’amichevole giocata tra pari età giocata in Malesia. Lo scorso anno ha fatto il suo esordio in Serie A, sbrogliando un Roma-Verona diventata un incubo per i giallorossi. Quest’anno il sequel ma al Bentegodi, dove a risolverla è stato sempre lui con un gol e un assist che hanno salvato la notte di Halloween romanista.
La notizia che ha spiazzato tutti pochi giorni fa riguarda proprio il gioiello di Mourinho che ha ricevuto la chiamata del c.t dell’Australia per partecipare al Mondiale in Qatar. In maniera del tutto inaspettata, il classe 2003 ha rifiutato la convocazione, rinunciando alla Coppa del Mondo, pur di aspettare la chiamata dell’Italia. Una decisione che in pochi avrebbero avuto il coraggio di prendere e che certifica la sua grande ambizione di diventare grande in azzurro. L’obiettivo è essere uno dei protagonisti della prossima Coppa del Mondo, nel 2026, quando potrebbe essere già in una fase di piena affermazione della sua carriera. Insieme a lui potrebbe essere anche il turno di talenti come Baldanzi, Lucca, Okoli, Parisi che stanno sbocciando con i rispettivi club e con l’U21. La decisione di Volpato è un segnale di speranza per tutto il movimento. Con ragazzi così legati ai nostri colori, il futuro della nazionale italiana è in buone mani.