Quanto ha inciso e stanno incidendo gli imminenti Mondiali in Qatar sui maggiori campionati europei e sulle rispettive squadre? Una domanda più che legittima, ma la risposta è altrettanto semplice. Molto. Basti pensare ai casi di Lukaku e Pogba o al ‘part-time Di Maria’, senza dimenticare la ‘lungodegenza di Dybala’ e la recente sparizione di Vlahovic. Copione simile per gli altri campionati europei, come Premier e Liga. La Coppa del Mondo fa gola a tutti i calciatori, però se capita, senza alcun senso, in mezzo alla stagione, a rimetterci sono solo tifosi e club.
L’ossessione di esserci
Che la Coppa del Mondo di calcio sia l’evento più prestigioso di questo sport è indubbio. Gli italiani, anche senza la Nazionale del Mancio, seguiranno le partite, eppure questo Mondiale, finora, ha creato non pochi problemi ai campionati di tutt’Europa, sviluppando un senso di disprezzo nell’animo di molti tifosi. Tralasciando il ‘fangoso’ vortice tra violazione di diritti umani, riciclo di denaro e milioni sperperati, a livello calcistico-sportivo questa competizione sta incidendo molto sulla stagione. Uno degli esempi più chiari è quello della Juventus. Sul gioco mediocre e confusionario della squadra di Allegri, costretta ad un’affannosa risalita per i posti di vertice, ha sicuramente pesato l’assenza di giocatori cardine come Pogba, Di Maria e recentemente anche Vlahovic. I primi due, ingaggiati in estate per dare la svolta, sono stati letteralmente dei fantasmi.
Il motivo è semplice. Entrambi volevano preservarsi in prospettiva Mondiale. Pogba è tornato a Torino dopo le stagioni da incubo a Manchester ma durante la tournée estiva è stato costretto al forfait a causa di una lesione del menisco laterale. Dopo la poco decorosa diatriba tra ‘terapia conservativa in vista del mondiale’ e ‘no, non mi opero, altrimenti salto il Qatar’, alla fine il francese ha aggravato la situazione, e rientrerà solo nel 2023. Niente Nazionale. Fa da eco Di Maria, perennemente a mezzo servizio da inizio stagione e scomparso dai radar dei titolari in attesa della convocazione, così come Vlahovic. Una situazione quasi comica, che, però, rende bene l’idea di come Serie A e club siano stati completamente condizionati da questo evento. A risentirne, oltre ai risultati delle stesse squadre, è stato lo spettacolo in campo, con giocatori intenti a trotterellare da un’area all’altra per non rischiare infortuni. Eppure, a pagarli sono i club, non le Nazionali. Una buona dose di impegno sarebbe doverosa, altrimenti sembra stiano usufruendo di un ‘reddito di cittadinanza calcistica’.
Da Lukaku e Dybala a Benzema e Varane: un Mondiale ‘affossa-Campionati’
In Serie A, la Juventus non è la sola ad aver sofferto questi problemi. La stessa sorte è capitata all’Inter con il ‘caso Lukaku’. L’attaccante belga, arrivato dal Chelsea, dopo alcune buone partite, ha riportato un infortunio muscolare. Tra tempi di recupero incerti, fisioterapia e fughe in Belgio per curarsi, Romelu non rientra tra i titolari da agosto e dopo una ricaduta, compare ‘paradossalmente’ tra i convocati in Nazionale. Magia, diranno i cari lettori? Tutt’altro, Lukaku ha semplicemente scelto di preservarsi per il Mondiale, perché, ad oggi, è più importante della Serie A. E con Dybala vale lo stesso discorso. Protagonista con la Roma fino ad un mese fa, dopo un problema alla coscia, non è più sceso in campo. Non può rischiare di saltare i Mondiali in Qatar con l’Argentina, una delle favorite.
Nel resto d’Europa la musica non cambia. A Manchester, Ronaldo gioca pochissimo, ma ai Mondiali ci andrà, è troppo prezioso per il Portogallo. Se l’è vista brutta, invece, l’amico Varane, uscito in lacrime contro il Chelsea. Ha rischiato, ma dopo qualche giorno il lieto fine: Deschamps lo ha convocato. A sparire dai radar è stato anche Benzema. Dopo un ‘problemino alla caviglia’, Karim non si è preso rischi ed ha scelto il riposo totale in vista del Qatar. A farne le spese è stato il Real Madrid, con Ancelotti costretto ad adattare Rodrygo, con fortune alterne. Insomma, è chiaro come l’imminente Mondiale sia stato una pesante grana per campionati e club. È normale che i giocatori convocati non abbiano voluto e non vogliano gettare il cuore oltre l’ostacolo e rischiare di farsi male. Ciò che non è normale è inserire una Coppa del Mondo in un periodo della stagione così scomodo. Una scelta che affossa solo i campionati e danneggia i club.