Perchè Rudi Garcia può far bene a Napoli

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Da una lista di 40 nomi, alla fine il Presidente De Laurentis ha scelto Rudi Garcia. L’allenatore francese sostituirà Spalletti, come avvenuto nel 2016 a ruoli invertiti in quel di Roma. Grande comunicatore, conosce il calcio, le sue dinamiche e sa esaltare il talento, ma c’è scetticismo dopo le sue ultime annate. Da Hazard a Totti, da Payet a Kvara, Rudi Garcia farà bene a Napoli?

Lo striscione di benvenuto con il quale i tifosi del Napoli hanno accolto Rudi Garcia (fonte spazionapoli.it)
Lo striscione di benvenuto con il quale i tifosi del Napoli hanno accolto Rudi Garcia (fonte spazionapoli.it)

Rudi Garcia, Napoli e Spalletti. Destini incrociati di un calcio che parla la stessa lingua

Anno sabbatico o periodo di interruzione del lavoro, questo è quello che si è preso e meritato Luciano Spalletti dopo lo storico scudetto conquistato col Napoli. L’allenatore toscano ha realizzato qualcosa di incredibile, riportando il tricolore nella ‘terra di Partenope’ dopo 33 anni. La panchina degli azzurri, però, non poteva rimanere nuda, così ci ha pensato il Pres. De Laurentis a mettere tutto in ordine. Da una lunga lista di 40 nomi, come aveva annunciato lui stesso, il cineasta ha tirato fuori dal cilindro una vecchia conoscenza del calcio nostrano: Rudi Garcia. Sarà l’allenatore francese, dunque, a guidare il Napoli dal prossimo agosto. Di certo, non un nome altisonante, rispetto a quelli che erano circolati, come Conte, Luis Enrique o Nagelsmann. Parafrasando Giacomo Poretti: “Non si ammazzano per andare a vederlo”. Questo sarà pur vero, ma va detto che Rudi Garcia non è l’ultimo arrivato. Tolta l’ultima discutibile esperienza all’Al Naasr, con l’accentratore CR7 a mettergli i bastoni tra le ruote, l’ex Roma ha esperienza da vendere e coraggio come pochi.

E sì, è proprio così, Rudi Garcia è un ex ‘romanista’, ha allenato il club della Capitale per tre stagioni, dal 2013 al 2016, sostituito, poi, guarda caso, da ‘Lucianone’. Una storia di destini incrociati, insomma, che appassiona ancora di più. Quella Roma di Garcia, ricorda non poco il Napoli di Spalletti. Moduli simili, gioco spumeggiante e verticalizzazioni come non ci fosse un domani. Anche se non portò a casa titoli, negli almanacchi giallorossi restano ben impressi i record di gol e punti. In altre parole, Garcia è un gran conoscitore di calcio, un po’ come Spalletti. Parlano la stessa lingua e anche se non sembra, l’allenatore francese sa come si vince. Il double conquistato col Lille nel 2011 profuma ancora di impresa e lo stesso vale per le finali e semifinali europee raggiunte con Lione e OM. Un nome come Rudi Garcia non farà correre i tifosi a comprare i biglietti, tuttavia è una scelta sensata e significativa, soprattutto inserita nel contesto Napoli.

Francesco Totti e Rudi Garcia ai tempi della Roma (fonte Romagiallorossa.it)

Luciano eroe, difficile ripetersi, ma Rudi ha una rosa su misura per lui

D’altronde De Laurentis non è nuovo a questo genere di scelte. Già con l’arrivo di Sarri e Spalletti, le sue decisioni erano state subito circondate da scetticismo e critiche, eppure alla fine ha avuto ragione lui. Con Garcia la falsa riga è quella. Misurare, soppesare, valutare e scegliere un allenatore che possa inserirsi al meglio nel gruppo azzurro e valorizzare una rosa di livello. I presupposti per far questo ci sono tutti. Come Spalletti, infatti, anche l’allenatore francese utilizza il 4-3-3, con ali rapide, pronte a spingere a mille e centrocampisti intenti a verticalizzare. Kvara e Politano sarebbero perfetti e occhio ad un certo Lozano che, con l’imprinting ‘garciano’, potrebbe ripercorrere l’esplosione di Gervinho, Salah o Hazard. Nella zona mediana del campo qualità e quantità non mancherebbero. Anguissa, già allenato da Garcia all’OM, sarà il perno e al suo fianco Lobotka, anche se forse servirebbe più un giocatore alla Nainggolan per rispettare il credo di Rudi.

E dietro le punte? Spalletti usava un trequartista atipico come Zielinski, mentre il francese è più votato verso un interprete alla Totti, alla Payet o alla Aouar per intenderci, per questo potrebbe modificare le movenze del polacco. In quanto all’esaltazione del talento, Garcia è uno dei migliori, come sottolineato da Sabatini: “Non si mostra come un ‘deus ex machina’, ma lavora per esaltare i giocatori talentuosi. Riconosce subito quando un calciatore è bravo”. Su questi binari potrebbero viaggiare gente come Raspadori ed Elmas, utilizzati in più ruoli da Spalletti, ma che ora potrebbero ritagliarsi spazio in quella trequarti tanto amata da Garcia. Diversi i punti in comune, dunque, con l’ex Luciano, eppure qualche differenza c’è, in primis la fase di non possesso. Se il Napoli di Spalletti era votato ad una riconquista spasmodica e repentina della palla, il francese lascerà più campo all’avversario per poi colpirlo con verticalizzazioni mortifere. Di sicuro, Rudi Garcia farà tesoro del gran lavoro svolto da Spalletti, d’altronde il bravo allenatore, come l’artista, non deve copiare, ma saper rubare.

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