Nuoto artistico, la forza del cambiamento di Giorgio Minisini

Ultime notizie

Jannik Sinner: quando essere il migliore non basta

L'altoatesino è il numero 1 del mondo e arriva...

Toprak Razgatlioglu, il dominatore incontrastato

Con 64 punti di vantaggio su Nicolò Bulega, il...

Quello del 2024 è il miglior Bagnaia di sempre?

Velocissimo, vincente e sempre meno incline all'errore, il pilota...

Con Jorge Martin l’Aprilia può sognare

Sfumata nuovamente la possibilità di passare al Ducati Lenovo...

Share

Apripista, precursore e testimone del cambiamento. Giorgio Minisini (Fiamme Oro) è il punto di riferimento del nuoto artistico. Il movimento ha anche da poco aperto le porte alla partecipazione maschile alla gara a squadre per Parigi 2024.

Minisini con le medaglie vinte agli Europei di Roma 2022

Il percorso del romano per “normalizzare” il suo sport

Romano, classe 1996, è stato il primo a fare tante cose per il nuoto artistico. Nel 2017 a Budapest, vinse in coppia con l’allora capitano della Nazionale Manila Flamini, il primo oro mondiale. Oggi è campione del Mondo 2022 nel duo misto (con Lucrezia Ruggiero) e campione europeo (Roma 2022) di solo maschile.

Gli anni di prese in giro, di lotte per farsi valere in uno sport prettamente femminile sono alle spalle e un nuovo cambiamento è alle porte con la svolta di Parigi.

È bello vedere quante cose siano cambiate rispetto al giorno in cui sono entrato in acqua con mio fratello e mio cugino. Non c’era nulla ad attenderci, chi si tuffa in acqua oggi ha ogni porta aperta e non chiusa a chiave“. L’obiettivo dai cinque cerchi diventa sempre più concreto. “Los Angeles 2028 era l’obiettivo realistico, c’erano già voci su Parigi ma sembra impossibile. Ora, ci potrà essere del lavoro in più da svolgere, non cambia la programmazione. Ci sono prima i campionati del Mondo e poi le varie tappe che porteranno ai Giochi”.

Eppure mai nessuno ci avrebbe sperato. Forse, per paradosso, chi ci ha sempre creduto è stato lui. “Non è stato semplice, ci sono stati momenti in cui ho messo in dubbio il mio piano e tutte le certezze che avevo quando ho iniziato a fare questo sport. Sono sempre stato convinto che prima o poi le cose sarebbero cambiate. Mi sono sempre consolato con quell’illusione, tornando indietro il me bambino sarebbe contento di sapere che è finita così. Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa da conquistare, uno dei motivi per cui le stesse prese in giro mi davano forza per continuare, c’era da fare un cambiamento”.

Nel percorso affrontato anche dei problemi di alimentazione, spesso comuni in sport molto rigorosi. “Il problema grande di questi sport sono i parametri di valutazione. Quando un giudice valuta ciò che sei piuttosto che ciò che fai inevitabilmente succede qualcosa di negativo. Noi possiamo migliorare la prestazione, cambiare il nostro corpo non è una richiesta sana. Un conto è farlo per essere in forma, un conto è per rispettare dei parametri ideali. Sta avvenendo un cambiamento di regolamento che, se verrà applicato, punterà più su ciò che uno che fa. Spero che tutti gli sport artistici vadano verso questa direzione”.

Giorgio Minisini e Lucrezia Ruggiero campioni del mondo del misto tecnico. Ph. Credit: Andrea Masini/DBM

Il lieto fine di Minisini e del nuoto artistico

“Per quanta strada ancora c’è da fare amerai il finale” dice Cremonini. Il finale è ancora tutto da scrivere ma una sorta di lieto fine Giorgio Minisini l’ha avuta. Una bella favola da raccontare a quel bambino cresciuto nel mito di Bill May che ha mostrato a Roma anche una parte più goliardica e spensierata.

Tutti i nuotatori artistici pensano (ride, ndr) ma chi me l’ha fatto fare. È uno sport molto faticoso, in cui devi provare tantissime cose. Da bambino ero affascinato sia dalla quella figura che avevo visto nuotare in acqua (Bill May, ndr) sia dal riscontro del pubblico. Volevo essere al suo livello ed ero stupito che ci fosse un ambito tale non percorso da nessuno. Mi ha spinto sapere che quello che facevo sarebbe tornato a essere normale come quando ho avuto il primo approccio da bambino”.

E aggiunge: “Le nostre gare, la nostra vita è molto impegnata. Gli Europei di Roma ci hanno dato modo di vivere molto di più la gara e il pubblico. Abbiamo percepito altro oltre alla competizione. L’immagine dell’atleta del nostro sport è quello di uno freddo, il contesto mi ha spinto a cambiare. Non bisogna per forza rimanere in quel ruolo che ci si aspetta”.

Una conquista che oggi si gode, alternano allenamenti agli studi a Scienze biologiche. “Voglio aprirmi tutte le strade possibili, tra cui anche quello dello studio. Non avrei potuto intraprendere un percorso non scientifico. Mi piacerebbe utilizzare quello che mi ha dato lo sport, come il posto che ho in Polizia. Sarebbe bello conciliare unire studio e sport. Ho poco tempo libero, mi piace leggere, ascolto gli audiolibri nel traffico di Roma”.

spot_img