Home CURIOSITÀ MotoGP, c’è bisogno di regole più rigide?

MotoGP, c’è bisogno di regole più rigide?

Ancora non è stata presa una decisione definitiva in merito alla penalità che Marc Marquez dovrà (o non dovrà) scontare per l’incidente causato a Portimao. Un doppio long lap penalty, in ogni caso, non è troppo poco?

Il caso Marquez non è ancora risolto

Il primo Gran Premio della stagione 2023 del Motomondiale, andato in scena sul circuito di Portimao meno di un mese fa, ha portato con sé tantissime polemiche. La discussione relativa all’eccessiva pericolosità della Sprint Race aveva animato la giornata del sabato, ma poi è stata la gara di domenica a riaprire uno dei grandi temi delle ultime annate della MotoGP. Marc Marquez merita delle sanzioni più severe di quelle che ha ricevuto nel corso degli anni? Proprio così, perché lo spagnolo della Honda, nella prima gara “lunga” della nuova annata ha steso l’incolpevole Miguel Oliveira commettendo un errore piuttosto evidente. L’iberico si è immediatamente scusato con il team del portoghese e con il pubblico di Portimao, che ha però risposto fischiando l’otto volte campione del mondo. In tutto il paddock si è iniziato a sottolineare la necessità di introdurre regole più severe per evitare questi episodi.

Marc Marquez, in ogni caso, è stato penalizzato con un doppio long lap penalty, che avrebbe dovuto scontare in Argentina, nel corso del secondo Gran Premio del 2023. Il caso ha voluto che Marquez, a causa della frattura scomposta del primo metacarpo del pollice destro, non abbia avuto la possibilità di volare in Sudamerica. E qui sono iniziati i veri problemi. Marc aveva più volte chiesto agli steward in quale gara avrebbe dovuto scontare la penalità, e gli era sempre stato risposto che questo sarebbe dovuto avvenire a Termas de Rio Hondo. Avendo saltato il GP dell’Argentina, però, la FIM ha stabilito che la penalità sarebbe slittata a Austin, nella terza prova della stagione. La Honda ha quindi fatto ricorso, e la FIM ha considerato il caso come giuridico e non sportivo, rivolgendosi alla Corte d’Appello della FIM. La decisione definitiva, per il momento, non è ancora stata presa.

C’è bisogno di regole più rigide?

Indipendentemente dalla decisione che verrà presa in questo caso specifico – in ogni caso il pilota spagnolo non potrà scontare la penalità nemmeno a Austin, visto che salterà anche il terzo round della stagione – restano però molti i dubbi sull’attuale gestione dei comportamenti in pista di Marc Marquez. E’ possibile che un pilota che già così tante volte ha commesso errori e causato incidenti, possa continuare a correre senza ricevere penalizzazioni più pesanti? Un doppio long lap penalty non è troppo poco? E’ ormai chiaro che se non verranno prese misure più severe nei confronti del pilota spagnolo, quest’ultimo continuerà a correre come ha sempre fatto. Senza mezze misure, rischiando sempre al massimo se la sua moto non gli consentirà di essere competitivo. E, purtroppo, causando inevitabilmente altre situazioni come quella di Portimao.

E’ vero, Marc ha sempre (o quasi) ricevuto delle penalità nel corso degli anni, nei casi in cui si è trovato a commettere errori gravi. In Argentina, nel 2018, subì sia un “ride trough” – per una manovra irregolare compiuta prima del via – sia un’ulteriore penalità di trenta secondi. Ma il problema, nel caso dello spagnolo, non sono le singole penalità. Forse, bisognerebbe iniziare a dare delle sanzioni più severe ai piloti che nel corso del tempo hanno dimostrato di non saper rispettare le regole. In sostanza, non si può continuare a trattare Marquez come è stato fatto finora. A meno che non si voglia continuare a considerare normale il fatto che uno stesso pilota possa causare più incidenti nel corso della stessa stagione.

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