Home CURIOSITÀ NBA All Star Game, robe da pazzi. Show, schiacciate e vince Giannis

NBA All Star Game, robe da pazzi. Show, schiacciate e vince Giannis

Uno degli eventi più attesi dagli appassionati ‘baskettari’ di tutto il mondo. Come ogni anno, è tornato l’NBA All Star Game. Sul parquet della Vivint Arena di Utah, spazio a fuoriclasse, celebrità, campioni in pensione e divertimento. Un weekend full-immersion nel pianeta NBA che ha visto vincere il Team Antetokounmpo.

Paolo Bachero, con i compagni del Team Gasol, alza al cielo il trofeo delle Rising Stars (fonte bball-evolution)

Inizio in sordina con celebrity e Rising Stars. Pubblico delle grandi occasioni

Ce n’è per tutti i gusti nella 72esima edizione dell’All Star Game NBA, lo show di basket più commerciale, più popolare, più caotico di sempre. È dal 1951 che questo amato ‘carrozzone sportivo’ regala weekend di divertimento e spensieratezza a milioni di appassionati. A differenza di altri eventi sui generis, tanto scimmiottati come la Kings League, nell’All Star Game NBA lo sport è al primo posto. Fuoriclasse e campioni sono autentici. Quest’anno toccava ad Utah ospitare la manifestazione. Il tutto, da venerdì alla notte fonda di domenica, si è svolto nel tempio dei Jazz, la Vivint Arena, struttura suggestiva che meriterebbe di tornare ai fasti di Stockton e Malone. Il programma è ricco e come da tradizione la prima giornata propone gli antipasti, poi si passa ai piatti succulenti. Apertura affidata alle Rising Stars, la parata di giovani stelle NBA, ovvero i giocatori che nei primi due anni in massima serie si sono maggiormente distinti.

In questo mini-torneo, a sfidarsi sono state due selezioni, una guidata dall’ex campione NBA Pau Gasol e l’altra dal collega Joakim Noah. A vincere è stata la squadra dello spagnolo, dove militava anche il nostro Paolo Banchero, che ha ben figurato. Con lui anche Josè Alvarado, autore di 25 punti e nominato MVP dell serata. Questo spaccato tra giovani rookie, oltre a fornire uno spettacolo per gli appassionati, è stata un’importante occasione per quei giocatori che finora in stagione hanno calcato poche volte il parquet dei grandi. Inoltre, questa dei ragazzini, a differenza di quella giocata domenica, è stata partita vera, dura, combattuta e giocata fino all’ultimo minuto. Non sono mancati scontri in mezzo al campo. Questo per far capire che oltre allo show e allo spettacolo, l’All Star Game è anche competizione.

Le pazzesche schiacciate di McClung (fonte SkySport)

All Star Game da incorniciare con 3-point contest, Slam Dunk, skills e poi LeBron contro Antetokounmpo

Dopo gli antipasti del venerdì, tra sabato e domenica è stata la volta delle portate forti. La Skills challenge ha aperto le danze. A darsi battaglia il trio Clarkson-Sexton-Kessler, la squadra dei rookie capitanata da Banchero e quella della famiglia Antetokounmpo. Sfide per misurare l’abilità nei passaggi e serie di tiri a step dislocati in varie postazioni, queste le challenge che hanno dovuto affrontare i tre team. A vincere, anzi a stravincere è stato il trittico Clarkson-Sexton-Kessler degli Utah Jazz, che in finale ha spazzato via la squadra di Banchero e compagni, resosi protagonisti di una serie orribile di errori dalla lunetta, mettendo a segno 1 solo canestro nell’intera sfida. Chi, invece, da tre ci azzecca eccome è Damian Lillard, che ha trionfato nel 3-point contest. Il playmaker di Portland ha condotto una gara di alto livello, con costanza e continuità, inanellando un gran numero di canestri ad ogni manche, senza mai passi a vuoto. A vedersela con lui c’erano anche Buddy Hield e Tyrese Haliburton, due specialisti.

All’appello mancava il ‘tiratore scelto’ per eccellenza, Step Curry. Alla fine ha vinto chi ha sbagliato di meno, quindi bravo Lillard. Nel secondo evento top del sabato, spazio all’attesissimo ‘Slam dunk’. La gara delle schiacciate, che negli ultimi anni aveva perso un po’ del suo storico appeal, in questa edizione è tornata a regalare emozioni con la schiacciante vittoria dell’underdog McClung. Il ragazzino, fino ad una settimana fa, era in G-League, poi è stato messo sotto contratto dai 76ers, iscritto allo Slum Dunk ed ha stravinto l’evento con il massimo dei voti. Per la cronaca, McClung era il più basso di statura in gara. Parata finale, quella di domenica, affidata alla sfida tra il Team LeBron ed il Team Giannis. I due giocatori più rappresentativi dell’NBA si sono dati battaglia affiancati da autentici fuoriclasse. King James poteva contare su Jokic, Doncic, Embiid, mentre Antetokounmpo su Ja Morant, Lillard, De Rozan, Mitchell e Tatum che ha siglato il record di punti. A vincere è stato il Team del talento greco, ma a stravincere è stato lo spettacolo.

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