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Capolinea Mancini, addio Nazionale. Che ne sarà dell’Italia?

Un fulmine a ciel sereno che ha lasciato di sasso tifosi, appassionati e addetti ai lavori. “Così, de bbotto” Roberto Mancini si è dimesso da Ct della Nazionale azzurra. I motivi dietro la scelta? Sembrano diversi, tutti accavallati l’uno sull’altro, ma ancora troppo poco chiari. Di sicuro sotto c’è qualcosa di abbastanza grosso. E ora che ne sarà della nostra Italia, per l’ennesima volta costretta a ripartire da zero?

Roberto Mancini (Corriere del Ticino)

Il Mancio squarcia il tricolore. È stato un piacere Roberto, ma che peccato

Chi non conosce l’ormai storica serie tv ‘Boris’, piccolo gioiello incastonato nel mondo delle fiction italiane? Se non avete mai sentito parlarne, correte a recuperarla. Senza tergiversare, in una scena cult, un trio di sceneggiatori, bloccati in un’impasse cinematografica, se ne esce con l’espressione “Così, de botto, senza senso”. In quel caso la frase era riferita ad altro, ma oggi sembra fare perfettamente al caso nostro. “Così, de botto, quasi senza senso” Roberto Mancini ha lasciato la Nazionale. L’ormai ex Ct si è dimesso tra l’incredulità di tifosi, appassionati, addetti ai lavori e forse anche della Federcalcio. Qualche ora dopo, ha voluto ribadire che è stata una sua personalissima scelta. “C’è del marcio in Danimarca” scriveva Shakespeare e forse anche in questo caso c’è qualcosa sotto. Il tempo parlerà. Fatto sta che la Nazionale nostrana, ancora una volta, si trova nuda. Eppure, Roberto aveva fatto un bel lavoro.

“Ma che stai a dì? Il Mondiale in Qatar? La qualificazione mancata per la seconda volta consecutiva, dove la lasci?”. Sento il vostro grido a voce piena cari lettori, avete ragione, quel Mondiale sfumato rimarrà sempre come un diabolico macigno sulla carriera del Mancio, ma io voglio andare controtendenza e dico che il suo operato non è tutto da buttare, anzi. Idee chiare, mentalità vincente e gioco innovativo. L’ex Ct ha dato alla Nazionale la dimensione della grande squadra, che mancava dai tempi di ‘Lippi I’. Ha creato un gruppo consapevole delle proprie qualità, dandogli sfrontatezza, coraggio e sicurezza nell’affrontare ogni avversario, anche il più forte. Possesso palla, controllo della partita e mai paura di provare la giocata vincente. Insomma, Mancini ha ripulito la Nazionale dalla nomea di ‘catenacciara’, consegnandole la consapevolezza di poter vincere contro chiunque. Tra talenti lanciati, giocatori scoperti e terzi posti alle Nations League, quel trionfo all’Europeo 2021 è emblema e testimonianza del suo lavoro. Da tifoso azzurro, è stato un piacere vedere la sua Nazionale, però che peccato lasciarsi così.

Conte e Spalletti possibili sostituti di Mancini in Nazionale (fonte tribuna.com)

E ora, chi al posto di Mancini in Nazionale? Spalletti l’ideale, Conte bis o sorpresa?

Perché poi alla fine, quando di colpo sul cellulare arrivano queste notifiche improvvise, è normale che il pranzo domenicale ti vada di traverso. Sei a casa dei genitori della tua fidanzata, pronto ad azzannare l’ultimo pezzo di lasagna, alzi lo sguardo e leggi: “Mancini lascia la Nazionale”. Ma come? Che significa? Cosa sta succedendo? Dov’è il senso a tutto questo? Tanti interrogativi in mente, dal perché della scelta a chi si siederà al suo posto. Ecco, appunto, chi sarà il nuovo allenatore della Nazionale? Ad oggi, le motivazioni reali dell’addio di Mancini sono difficili da decifrare, si parla di frizioni con la Federazione, collaboratori licenziati, staff poco apprezzato e scelte non condivise (sullo sfondo ci sarebbe anche una offerta dall’Arabia), fatto sta che ora il vero problema è trovare un nuovo mister. Il toto nomi è già nel vivo. Esotiche soluzioni interne come Gigi Buffon, fresco capo delegazione della Nazionale, Daniele De Rossi, dopo l’uscita dallo staff del Mancio o la temporanea promozione di Nunziata dall’under 21, visti gli impegni di settembre.

L’Italia, infatti, tra un mese dovrà giocarsi la qualificazione ad Euro2024 contro Macedonia e Ucraina. Una guida tecnica serve subito. Nella rosa dei papabili, il più suggestivo è Spalletti. Tutti hanno pensato a Lucianone quando Mancini si è dimesso, non ci nascondiamo dietro un dito. È libero dopo Napoli, ha una mentalità molto simile all’ex Ct, ha già vinto con i club, quindi vorrebbe farlo anche in Nazionale e soprattutto il suo 4-3-3 sarebbe perfetto per l’Italia attuale. Gli interpreti ci sarebbero eccome, Chiesa esterno a destra in stile Kvara, dall’altra parte Berardi, Politano o chi per loro, in mezzo tanti sono i centrocampisti adatti al gioco ‘spallettiano’ e la difesa alta, tipica di Luciano, era anche un dogma ‘manciniano’. L’allenatore toscano sembra perfetto, insieme a lui, però, un altro disoccupato è Antonio Conte. Il suo sarebbe un ritorno e per la cronaca le minestre riscaldate spesso hanno un ‘saporaccio’. È indubbio, però, che l’ex juventino darebbe una forte scossa all’ambiente azzurro, che ne avrebbe bisogno eccome. Un desiderio impossibile? Ancelotti, ma forse è troppo tardi.

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