Giacomo Bertagnolli, un diamante che vale oro

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Due argenti e un oro, ecco di che cosa si compone il medagliere di Giacomo Bertagnolli a Pechino. Un’impresa, una missione, tre obiettivi raggiunti e tante lacrime, di gioia s’intende

Giacomo Bertagnolli e l’impresa di Pechino

E’ stato il portabandiera della Nazionale e poi colui che ha portato la prima medaglia a quest’edizione delle Paralimpiadi invernali, ma l’impresa di Giacomo Bertagnolli consiste in molto di più.
Ha iniziato i Giochi invernali di Pechino portando nel medagliere un argento nel SuperG maschile nella categoria vision impaired con la sua guida Andrea Ravelli con cui ha fermato il tempo sul 1:09.31, a 0.40 di ritardo dal primo gradino del podio, conquistato dal britannico Neil Simpson; bronzo all’austriaco Johannes Aigner.
I due italiani non potevano sapere qualche giorno fa che quella sarebbe stata soltanto la prima medaglia della manifestazione. Certo lo speravano così come ha detto lo stesso Giacomo all’agenzia Dire “Speriamo di ripetere l’escalation fatta in Corea: bronzo, argento, oro, oro. Questa volta siamo già all’argento”.

E così la coppia di ori portati a casa a Pyeongchang è diventata un tris. Giacomo Bertagnolli conquista il terzo oro della sua carriera, nonché la seconda medaglia di questi giochi. Lo vince nella supercombinata maschile. Nella categoria vision impaired, l’azzurro ha chiuso terzo la manche di superG ma ha nettamente dominato lo slalom e ha così portato a casa il terzo oro olimpico della sua carriera e la seconda medaglia azzurra per questa edizione dei giochi.
Ecco spiegata meglio l’impresa del giovane sciatore classe ’99: aver portato a casa un’altra medaglia importante in una gara che alle scorse Paralimpiadi non aveva neppure terminato. Eppure oggi proprio in questa gara porta a casa un oro e grazie a quest’oro chiude un cerchio: ha vinto una medaglia olimpica per tutte le discipline. E, come disse qualcuno, “non finisce qui”.

Che significa “paralimpico”?

Bertagnolli ha continuato a regalare gioie vincendo un altro argento, stavolta in gigante. Dopo aver chiuso la prima manche nel gigante di Yanqing in testa, si piazza dietro all’austriaco Aigner che ha dato distacchi incredibili, ma avanti allo slovacco Haraus. Così si è definito il podio con l’argento al collo di Jack.
E questo gli ha fatto scendere anche due lacrime nonostante abbia dichiarato subito dopo la gara di non aver mai pianto in vita sua. Tutto questo ci conferma che le aspettative su Bertagnolli come punta di diamante della spedizione paralimpica azzurra non erano utopiche, ma ben ragionevoli.
Che poi ‘paralimpico’ che significa?

Lo sci alpino paralimpico viene definito una variante dello sci alpino, che fa da modello; un modello con cui però la variante mantiene molte similitudini.
si compone delle stesse discipline dello sci alpino per persone senza disabilità. C’è lo slalom, speciale e gigante, il supergigante, la discesa, la combinata e anche il parallelo; anche le piste su cui si gareggia sono le stesse. 
Quindi se l’aggettivo ‘paralimpico’ veicola il concetto di persona con disabilità che pratica sport, Bertagnolli come si inserisce in questo contesto?
Giacomo Bertagnolli ha una ipovisione moderata, quindi un’acuità visiva molto compromessa. Non vede dettagli e particolari, non mette a fuoco e gli manca la tridimensionalità. Ecco in cosa consiste la sua impresa. E ora dritti a Cortina 2026, lì si gioca anche in casa.

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