Il 27 giugno, grazie a un’idea promossa da Kellogg Italia, è stato presentato il progetto di riqualificazione del campo da basket, in via Francesco Goya, nel Quartiere Triennale 8 di Milano. Presente, chi, come Marco Belinelli è cresciuto con la cultura dello “street basket” e dei campetti.
Un nuovo campo da basket a Milano: presente Marco Belinelli
La riqualificazione del territorio passa dallo sport. L’attività fisica, soprattutto nei contesti meno abbienti, può essere un prezioso strumento di crescita e integrazione culturale e sociale. Il basket da sempre, chiedere a Marco Belinelli, stimola confronto e crescita. Il cestista della Virtus Bologna, del resto è cresciuto sui campetti sparsi per la città e così ha presenziato anche a Milano per un nuovo progetto. È stato infatti riqualificato il campo da basket, in via Francesco Goya, nel Quartiere Triennale 8 di Milano. L’iniziativa, voluta da Kellogg Italia è stata patrocinata dal Comune di Milano. Alla base non solo la promozione di uno stile di vita sano ma anche la volontà e la voglia di restituire alla città un’area dove divertirsi.
“Sono orgoglioso di essere Ambassador di questa importante iniziativa di Kellogg Italia. Poter essere un modello di riferimento positivo per le giovani generazioni – ha detto Belinelli – promuovendo l’importanza di uno stile di vita sano, che passa attraverso il binomio alimentazione – sport, e incoraggiando l’adozione di abitudini virtuose da mantenere durante la crescita, mi rende molto fiero” .La comunità meneghina non sarà però l’unica che beneficerà dell’intervento concreto di Kellogg Italia: a settembre, infatti, l’azienda riqualificherà un secondo campo da basket in Emilia-Romagna, coinvolgendo nuovamente i due Ambassador e le comunità locali. Di un progetto simile, si era reso protagonista anche Danilo Gallinari con “We Playground Together” con riqualificazione, di campi disseminati Milano sul modello delle città americane.
L’esempio di Pigalle
Non ci sono solo esempi virtuosi in chiave italiana. Ovunque esistono zone malfamate in cui un assist è arrivato dalla palla a spicchi. Tra le luci del quartiere di Pigalle a Parigi, ad esempio, in una via lontana dai sexy shop c’è un angolo colorato. Lì forme geometriche si sposano in maniera armoniosa e formano un campo da basket a dir poco inusuale. Un classico campetto da basket in cui scambiarsi quattro passaggi senza prendersi troppo sul serio. Dietro una semplice area di gioco si cela un progetto ben specifico. L’idea di realizzare il campo è nata grazie a Stéphane Ashpool, stilista di Pigalle, marchio francese, con l’agenzia persiana III – Studio e con il supporto di Nike.
Il campo, è un quadro “en plein air” (per dirla alla francese) grazie ai suoi colori che variano dal giallo al viola. A prescindere però dall’impatto estetico quello che colpisce è che Pigalle Basketball è diventato un perfetto esempio di integrazione culturale e razziale. L’unico scopo è divertirsi, confrontarsi con il vicino di quartiere o con un semplice passante, che sia di colore o che non sia francese poco importa. Lo sport sa essere così portatore di valori positivi che vanno oltre il mero agonismo.