Home CURIOSITÀ L’upgrade del basket europeo. È finita l’era dei dream teams USA?

L’upgrade del basket europeo. È finita l’era dei dream teams USA?

(fonte Open)

Dal monopolio americano con M.J, Kobe e LeBron, alla nuova era delle Nazionali troppo spesso considerate di seconda fascia. Con la vittoria mondiale della sorprendete Germania ed altre prestazioni di livello, il basket europeo ha compiuto l’agognato upgrade. La pallacanestro americana non fa più tanta paura?

Germania vs Usa (fonte Tuttosport)

Germania sontuosa, Serbia quasi perfetta e compagnia bella. Nuovo ciclo per la pallacanestro?

Qualche anno fa, se parlavi di basket, le prime cose che ti venivano in mente erano M.J che schiacciava, Kobe in versione semidio e quel dominio pressoché totale degli USA nella pallacanestro globale. Oggi questo sta cambiando. La palla a spicchi non profuma più solo di uova e bacon, pizza ai ‘pepperoni’ o hot dog, ma ha anche un sentore di crauti, birra alla spina ed altri prodotti di matrice nostrana. In altre parole, nel basket che conta l’Europa ha iniziato a lasciare la sua impronta. La supremazia degli americani sta scricchiolando e l’ultimo mondiale ha mostrato queste crepe. In quel di Manila, a prendersi la medaglia d’oro è stata l’impressionante Germania di coach Herbert e della stella Schröder. Con un percorso di 8 vittorie consecutive, ha schiacciato anche il Team USA. La Nazionale tedesca, perfetta fin dalle qualificazioni (score di 10-1), è al suo primo trionfo fuori dall’Europa e lo ha raggiunto con una superiorità disarmante.

Orfana da diversi anni dell’ex stella NBA Nowitzki, la Germania ha creato una nuova generazione di campioni che l’ha portata sul tetto del mondo. Attraverso una crescita costante del movimento ‘baskettaro’ territoriale, unita a strutture moderne, campionati giovanili e molte opportunità per i giocatori del domani, la squadra tedesca ha raggiunto il salto di qualità definitivo. Fa da eco la Serbia, finalista insieme alla Germania, che da anni è in pianta stabile tra i primi posti del ranking. Potendo contare su giocatori di caratura NBA, la Nazionale dell’est ha tra le mani un futuro roseo. Nel recente mondiale, non vanno dimenticati gli exploit di Lituania, Lettonia o del gruppo italiano, squadre talentuose che ad oggi hanno intrapreso la giusta strada per dire la loro ad alti livelli. Insomma, la pallacanestro europea ha preso consapevolezza delle sue potenzialità, non ha più paura di quello che un tempo era lo strapotere americano. Il basket è entrato in una nuova era.

Team Usa (fonte sportmediaset)

Non ci sono più i dream team di una volta. Il basket europeo e quell’upgrade grazie all’NBA

“Il gioco si è globalizzato negli ultimi 30 anni. Le partite sono maggiormente complesse. Non siamo più nel 1992. I giocatori e le squadre sono migliori in tutto il mondo. Non è facile vincere la Coppa del Mondo o le Olimpiadi”. Parole sante quelle del Ct Usa Steve Kerr, che riassumono bene il nuovo ciclo del basket europeo. Un tempo c’era il dream team statunitense che contava su fuoriclasse unici, di gran lunga superiori al resto del mondo, oggi non è così. Ogni Nazione si è aggiornata, ha migliorato il proprio gioco e le qualità dei singoli si sono evolute. Il 7^ posto al Mondiale 2019 e le tre sconfitte rimediate in questo, costate un’altra debacle, sanciscono la parabola negativa del team americano. “Ma negli Usa non c’erano campioni come Durant, Curry o LeBron”, avete ragione cari lettori, tuttavia avevano presunti fenomeni che guadagnano cifre gigantesche rispetto al resto d’Europa e potevano attingere da una Lega che per fondi, budget, risorse, sponsor e diritti tv è avanti miliardi di chilometri rispetto alle realtà nostrane.

L’ago della bilancia non sta nell’avere in rosa Durant e Curry, perché anche con loro, alle Olimpiadi di Tokyo, nonostante abbiano vinto, gli Usa hanno fatto una fatica pazzesca, ma nel fatto che il basket europeo ha compiuto un notevole upgrade. L’America importa sempre più giocatori nel proprio campionato. Negli ultimi anni, sono stabilmente oltre 100 i cestisti non statunitensi che militano in NBA, questo perché nel resto del mondo si lavora bene, si fanno crescere futuri campioni e perché il basket non è più prerogativa esclusivamente degli USA. Dice bene Steve Kerr “Non siamo più nel 1992”, è vero, i tempi sono cambiati, è finita l’era del dream team schiacciasassi. Oggi ogni nazionale può contare su uno zoccolo d’uro di interpreti che giocano in NBA. All’ultimo mondiale erano ben 55 i cestiti europei venuti dalla massima Lega americana. Per intenderci l’Mvp del torneo, il tedesco Schroeder, è la stella dei Toronto Raptors. Insomma, il basket europeo ha compiuto quell’agognato upgrade, l’ha fatto grazie all’NBA e questo è un bene per il movimento mondiale.

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