Il Cio sospende il Comitato olimpico russo. Che succede in vista di Parigi 2024?

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È passata forse troppo sottotraccia la notizia della sospensione da parte del CIO del Comitato olimpico russo. Una decisione non da poco con gli atleti russi sempre più “isolati”.

Thomas Bach
Thomas Bach

La decisione del CIO: sospeso il Comitato olimpico russo

Il Comitato olimpico Russo è stato, con effetto immediato, sospeso una settimana fa dal CIO. Un ennesimo segnale e una risposta alla situazione geo – politica che vede la Russia impegnata da oltre un anno in una logorante guerra contro l’Ucraina. Il conflitto, ha e ha avuto conseguenze in tutti gli ambiti, anche in quello sportivo. Il 12 ottobre è arrivata la decisione del CIO dopo che il comitato russo aveva annesso al proprio interno quattro territori conquistati durante gli attacchi. Ovvero, le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporižžja e Cherson. 

Il portavoce del Comitato Olimpico Internazionale, Mark Adams, ha spiegato: “Da questo momento il Comitato olimpico russo non può più operare come comitato olimpico nazionale, come definito nella Carta olimpica, e non può ricevere alcun finanziamento dal movimento olimpico”. Non l’hanno presa bene i vertici russi. Il ministro dello sport Oleg Matytsin ha replicato: “Il Cio dimostra di essere totalmente dipendente dall’ambiente politico e commerciale che lo circonda, e di non avere alcuna autonomia”.

Elina Svitolina
La tennista ucraina Elina Svitolina: non ha più stretto la mano ad avversari russi o bielorussi. Ph. Credit: IG Svitolina

Quale sarà la scelta in vista di Parigi 2024?

Rimane l’incognita su Parigi 2024 e su Milano – Cortina 2026. I russi e bielorussi verranno ammessi ai Giochi estivi? A fine marzo, il Cio aveva dato il via libera alla partecipazione di atleti dal passaporto russo e bielorusso, purché gareggiassero in forma neutrale. L’organismo, presieduto da Thomas Bach, si riservava però la facoltà di esprimersi più avanti su Parigi 2024 e Milano – Cortina 2026. Concetto ribadito a seguito della sospensione del comitato russo. Il Comitato ha aggiunto che “prenderà questa decisione (su russi e bielourssi) al momento opportuno, a sua completa discrezione e senza essere vincolato dai risultati delle precedenti competizioni di qualificazione olimpica”. Tra l’altro, a settembre, il Comitato paralimpico ha invece votato per la partecipazione di russi e bielorussi alla Paralimpiade sempre come atleti neutrali, ovvero senza inno o bandiera e senza nessun loro coinvolgimento in gruppi militari. La questione, in ogni caso, deve essere vista anche con gli occhi degli atleti ucraini. Affrontare un avversario russo o bielorusso, ed eventualmente stringergli la mano (il caso Olga Kharlan ai Mondiali di Scherma ha portato a un cambio delle regole) può essere visto come un gesto politico.

Alcune federazioni, come quella di nuoto o taekwondo hanno vietato ai propri campioni di gareggiare contro il “nemico”. A fine luglio, è così arrivato un decreto del Governo ucraino che dava il via libera alla partecipazione a prescindere dalla presenza di russi o meno. Il Cio, in ogni caso, per evitare l’espulsione degli ucraini ha creato un fondo di solidarietà del movimento Olimpico per la comunità olimpica dell’Ucraina e ideato dei programmi di sostegno agli atleti. Il nodo è bello grosso e va ancora sbrigliato.

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