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Dopo 75 anni lo sport è in Costituzione, in via definitiva

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Via libera definitivo della Camera alla riforma costituzionale che modifica l’articolo 33 della Carta, inserendo lo sport nella Costituzione. I voti a favore sono 312, nessun voto contrario

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. Così recita l’articolo 33 della Costituzione. Da oggi si aggiunge la parola sport. Con il voto definitivo della Camera dei deputati diventa realtà il riconoscimento dell’attività sportiva al suddetto articolo. Un traguardo atteso da tempo, fin da quando fu presentato il primo progetto di legge costituzionale nel 1997. Lo sport non è più figlio di un Dio minore e riceve il massimo riconoscimento dopo 75 anni in cui era rimasto negletto. Si colma così una lacuna di tanti anni, e si tratta di un passaggio epocale. Un diritto fondamentale della persona, al pari della salute e dell’istruzione. Non a caso viene inserito nell’articolo 33.

Sport in Costituzione, un punto di svolta: ma che significa?

La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico
dell’attività sportiva in tutte le sue forme. Questa norma rappresenta “un punto di svolta” e il solenne impegno di costruire assieme una sostanza rispetto ad una modifica costituzionale, frutto ponderato, valutato di quanto fosse necessaria“. Lo ha affermato, intervenendo in Aula, il ministro per lo Sport, Andrea Abodi. “Considero lo sport una difesa immunitaria sociale, mi auguro che questa definizione aiuti tutti a comprenderne l’importanza e a comprendere l’importanza del rafforzamento delle difese immunitarie in senso generale e tanto più quelle sociali” ha detto ancora l’esponente dell’Esecutivo.

Un passaggio epocale che non deve rimanere solo un momento solenne. La conquista deve essere concreta. Lo sport è aggregazione e inclusione; ma anche salute. E’ fondamentale nell’aiuto di alcune disabilità. Pertanto non si modifica soltanto un articolo della Costituzione ma si assume un impegno.
Oggi tutti i cittadini, a partire dai più piccoli, devono avere garantito il diritto a praticare lo sport. Quindi dovranno essere realizzate struttura e infrastrutture funzionali a questo fine. A questo fine Abodi ha continuato il suo discorso assumendosi un impegno solennemente. “Da parte mia c’è il dovere di garantire sul mio onore che quanto scritto nella riforma costituzionale non sia solo un principio ma che ci sia attuazione sociale e sostanziale, perché lo sport non sia solo celebrazione delle vittorie ma l’affermazione di principi e valori dei quali siamo tutti portatori”.

A queste parole si allinea Fabio Pagliara, presidente di Sportitaliae, si è sempre spinto affinché questo giorno diventasse realtà. “E’ una svolta epocale ma è soltanto l’inizio. Si riconosce un diritto che adesso deve essere attuato con le giuste politiche nazionali in maniera tale che diventi di fatto un diritto di tutti.” Pagliara, con la sua fondazione, promuove da sempre lo sport per tutti che non è solo benessere, aggregazione, divertimento e vittorie. In termini concreti è abbassamento delle spese sanitarie, tra le altre cose. Una rivoluzione dolce che oggi trova la sua data nei libri di storia del futuro.

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