Home NEWS Atletica, alti e bassi per il movimento. Tamberi la punta di diamante

Atletica, alti e bassi per il movimento. Tamberi la punta di diamante

Gianmarco Tamberi in gara ai Mondiali di Budapest Ph.Colombo/FIDAL

L’immortale Tamberi e la ritrovata Palmisano. I Mondiali di Budapest, anche se mancano gli appuntamenti di Diamond League di Bruxelles (8 settembre) e di Eugene (finali), permettono di stilare alcuni bilanci. Il saltatore in alto è la stella di questa nazionale che ha vissuto un’estate di alti e bassi. Segnali incoraggianti sono però arrivati dalla marciatrice e dalla staffetta 4×100 (femminile e maschile).

Tamberi durante la premiazione per l’oro ai Mondiali di Budapest. Ph. Credit: Grana/FIDAL

Tamberi, campione di tutto

Non è solo un modo di dire, ma un dato di fatto. Gianmarco Tamberi è campione di tutto. L’unico titolo che gli mancava era quello dei Mondiali Outdoor. Detto fatto: ai recenti Campionati di Budapest si è messo al collo l’oro con 2.36 fatto al primo tentativo, davanti allo statunitense JuVaughn Harrison e al qatarino Mutaz Barshim, che due anni fa aveva condiviso il titolo olimpico con l’azzurro. Ora, il marchigiano è Campione europeo, mondiale e Olimpico in carica della disciplina. Una conferma per tutto il movimento e per un atleta che non è mai appagato. Tamberi, che è anche il capitano della squadra azzurra, punta così a Parigi per uno storico bis nell’alto. Nel mirino, si sa e l’ha detto, la misura di 2.40.

Dopo Budapest, in conferenza stampa ha detto: “Non penso sia impossibile eguagliare il record del mondo (2.45) di Javier Sotomayor, ma è un obiettivo molto complicato e lontano a oggi. Non lo metto tra i miei traguardi principali. Prima bisogna arrivare a 2.40, perché quest’anno ho dimostrato di valerli. Non ci sono riuscito, ma manca ancora un anno ai Giochi Olimpici. Mi sento un ‘ragazzino’ in grande crescita”.

Budapest 19 al 27/08/ 2023 Campionati mondiali di atletica leggera, . World Athletics Championships Budapest23 – foto di Giancarlo Colombo/A.G.Giancarlo Colombo

Gli altri azzurri: a Iapichino e Furlani manca lo squillo. Risorgono 4×100 e Palmisano

Non c’è solo Tamberi. A Budapest, sono arrivate altre tre medaglie. L’argento di Leonardo Fabbri nel getto del peso con 22,34: secondo italiano di sempre e quinto europeo della storia. Il bronzo della rinascita di Antonella Palmisano nella 20km di marcia, dopo i tanti problemi fisici. Poi l’argento della staffetta 4×100 che riscatta sia Tortu che Jacobs dalla mancata finale individuale. Jacobs, che come Tamberi inseguiva il titolo all’aperto, ma che non si è qualificato per la lotta medaglie. “Il mio obiettivo – ha detto in un’intervista a Sport Mediaset – quello di arrivare a Parigi l’anno prossimo da campione olimpico e voglio andarmene da Parigi da campione olimpico nuovamente. Se arrivare al massimo della forma quando più conta significa perdere tutte le gare prima di un campionato del mondo o di un’Olimpiade io sono disposto a perdere tutte le gare prima di un campionato del mondo o di un’Olimpiade per vincere quelle competizioni”.

È mancato lo squillo di Larissa Iapichino, nel lungo, quinta, dopo le belle affermazioni in Diamond League. Non ha poi centrato la finale, sempre nel lungo, Mattia Furlani che comunque è stato autore di una stagione da sogno. L’altletica azzurra però c’è: sono tanti i record abbattuti. Lunedì sera Roberta Bruni ha stabilito il primato con 4.37 nell’asta e Zaynab Dosso ha corso il primato di 11.14 a Budapest. O ancora, il record della staffetta femminile 4×100 sempre in Ungheria. Il movimento è vivo e punta alla prossima edizione dei Giochi, parola di Stefano Mei presidente Fidal: “Siamo nella direzione giusta non soltanto per Parigi 2024 ma anche per Los Angeles 2028″.

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