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Metaverso: chi, cosa, quando, dove, perché?

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Il Metaverso, questo sconosciuto. In America è già entrato nel mondo dello sport. I Brooklyn Nets sono stati la prima squadra professionistica ad entrarci. Ma quando si può parlare di Metaverso sportivo? Sicuramente quando il telespettatore, seduto sul divano, riesce a switchare dallo schermo televisivo allo schermo del Metaverso, e vivere l’esperienza virtuale in un modo diverso e in un altro mondo, quello virtuale

Metaverso sportivo, prime applicazioni

Tutti ne parlano ma pochi sanno di cosa si tratta. E’ di quei concetti moderni che si fatica anche solo a capire, figuriamoci a spiegare. Potrebbe essere definito come una piattaforma di content delivery autonoma e distinta rispetto all’emittenza radiotelevisiva via DVB e via satellite. Quindi, come il mondo dello sport, ha una nuova comunità, una sorta di nuova società organizzata che crea le sue regole di convivenza. La dimensione dell’immersività che lo caratterizza lo inserisce nelle modalità di fruizione di spettacolo e sport. E come accade per altre realtà, sono gli sport americani ad aprire la strada alla definitiva transizione digitale. E’ avvenuta nel basket.

Ma anche nel calcio il Metaverso può diventare realtà. Le società sportive potranno utilizzarlo per promuovere visite guidate all’interno dei propri stadi completamente digitali e così consolidare la fidelity del tifoso. I fan potrebbero incontrare gli avatar dei propri calciatori e si avrebbe persino la possibilità di organizzare delle vere e proprie partite tra giocatori professionisti e gente comune. Il primo club a investirci è stato il Manchester City che ha inaugurato la versione virtuale dell’Etihad Stadium. Qui i tifosi possono interagire tra loro e la squadra che amano. Anche il Real Madrid sta investendo nel nuovo Bernabeu. Come anticipato da ‘El Economista‘, i blancos, condizionati forse dal Covid-19, stanno valutando l’opportunità di vendere posti virtuali grazie a immagini personalizzate a 360 gradi e suoni ambientali riprodotti fedelmente.

Perché?

Del resto, è ciò che è accaduto nella stagione scorsa della NBA. Con le partite a porte chiuse, i tifosi hanno potuto assistere come fossero dentro i palazzetti agli eventi sportivi. Questo grazie a delle telecamere posizionate al posto dei sedili. L’obiettivo è lo stesso nel calcio. Portare il tifoso nel Metaverso significa fargli vivere le stesse emozioni di una gara live, seduto sul suo seggiolino o in piedi a cantare in curva. Ma dal divano di casa. In questo modo si creeranno due biglietterie, magari con differenti prezzi, ma ci sarebbe la possibilità di vendere due volte lo stesso posto. Il Metaverso potrebbe aprire ai tifosi di tutto il mondo i cancelli degli impianti più iconici, che per varie ragioni non sono fruibili a tutti.

Ciò che maggiormente stupisce è la diversa esperienza sensoriale multidimensionale da parte dell’utente. Indossando il visore si avranno degli stimoli visivi tali che l’esperienza corrisponderà a quella reale. La sensazione sarà di essere presenti alla partita. Ecco il Metaverso spiegato in poche parole. Nel controllo delle cinque wh, ne manca una all’appello. Cosa? Il Metaverso. Chi? I club di calcio. Dove? In tutto il mondo. Quando? Ora, non più nel futuro. Perché? Il Metaverso dello sport professionale dal vivo diventerà un nuovo spazio per monetizzare le proprietà dei diritti media sportivi. L’esperienza reale di assistere allo sport sarà ricreata e monetizzata nella sua interezza, attraverso la vendita di biglietti che consentiranno di accedere a beni digitali, a esperienze di meet and greet con ex atleti professionisti, e soprattutto alla visione della partita.

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