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PG Nationals: disastro Webidoo

È arrivato il primo giugno il comunicato ufficiale da parte di PG Nationals: Webidoo Gaming è stata rimossa dalla competizione. I motivi sembrerebbero legati alla mancata presentazione del roster entro il tempo limite. Tuttavia, è ben noto che dietro le quinte di questo caso vi siano state diverse problematiche che hanno portato la community italiana di League of Legends ad esprimere ampie critiche sul panorama locale e ad interrogarsi sulle prospettive dell’Esports in Italia.

La comunicazione ufficiale di PGEsports riguardo a Webidoo.

Webiboom: PG Nationals rimuove l’org dalla competizione

Durante la fine di maggio sono iniziati a comparire sulla timeline di Twitter gli annunci LFT di giocatori e staff che avevano preso accordi con Webidoo Gaming. Sembrava che Webidoo avesse deciso di puntare in alto per il prossimo Summer Split di PG Nationals. Oltre a Stass “StenBosse” Skopin e Nikos “HungryPanda” Nikolaidis, player che hanno sempre dominato nella scena italiana, l’org. aveva preso contatti anche con Marcin “Selfie” Wolski. Il midlaner noto per aver giocato in LEC nello Spring 2020 e per aver ricoperto la posizione di positional coach per Cloud9 in LCS, aveva scelto di riprendere mouse e tastiera in mano per tornare a giocare. Tra lo staff, anche Roman “D2K” Lanskoy, che avrebbe dovuto riscoprire la posizione di coach. Selfie, gli altri giocatori e lo staff, con cui l’org. aveva preso solo accordi verbali, si sono ritrovati da un giorno all’altro senza org. per cui giocare.

Secondo quanto riportato da Francesco “Deugemo” Lombardo su EsportsMag, Webidoo aveva basato la strategia per il Summer Split sull’arrivo di un importante sponsor, che avrebbe dovuto ricoprire una somma di circa 22 mila euro. L’accordo, però, non sarebbe andato a buon fine. Così l’org. avrebbe non avrebbe potuto far altro che mandare all’aria i precedenti accordi. Giocatori e staff stavano lavorando da oltre un mese senza contratto. Webidoo si sarebbe trovata costretta a ridimensionare il budget a 2000 euro, offrendo ad ognuno dei giocatori 150 euro al mese. Saltati tutti gli accordi, Webidoo non ha, infine, potuto presentare un roster a PGEsports. Di conseguenza, il TO avrebbe preso la decisione di escludere Webidoo dal Summer Split di PG Nationals. Al loro posto, gli NM3, promossi da ProGro. Un’altra new entry per il Summer Split sarà Atleta Esport che, dopo un anno in ProGro, tornerà a competere nella prima divisione.

Il comunicato ufficiale di PG Esports per (re)introdurre Atleta Esport.

Le prospettive del panorama in Italia

Dopo il caso Webiboom o Webidoomed, l’opinione della community italiana si è scatenata su ogni social media, interrogandosi sulle prospettive del panorama dell’Esports in Italia. Senza dubbio, il mondo italiano dei videogiochi competitivi è un settore precario. Sicuramente vi è bisogno di garanzie e stabilità. Ma come contribuire alla crescita di un ambiente sano e sostenibile, che possa sopperire all‘esigenza di tutela di chi fa dell’Esport il suo mestiere? Diverse voci del panorama italiano si sono espresse ultimamente relativamente alla crescita del competitive di League of Legends in Italia, che, secondo le opinioni dei più, sembrerebbe ormai una realtà precaria e destinata al fallimento.

Il primo a far uscire un video sull’argomento è stato Luca “Brizz” Brizzante, famoso streamer di League of Legends Italia, nonchè ex pro-player di PG Nationals. Sul suo canale Youtube, Brizz ha criticato ampiamente tutti gli operatori della scena competitiva italiana: dal TO ai giocatori. Tutti, infatti, sarebbero colpevoli, in diverse percentuali, di non aver contribuito alla crescita del panorama negli ultimi anni. Secondo le parole di Brizz, in Italia questo si fa: investire capitale per non ricevere indietro nulla, neanche in termini di visibilità. Non si fanno numeri. Si recano danni ai giocatori. I giocatori, d’altra parte, non instaurano un rapporto con il pubblico. C’è bisogno di una lore: i viewers devono affezionarsi ai giocatori e diventare appassionati della competizione. Anche i team dovrebbero contribuire con la creazione di contenuti di qualità. «L’Esport va insegnato, altrimenti tra un paio d’anni chiude tutto».

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