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Cosa ci lasciano i Valorant Champions 2023

LOS ANGELES, CALIFORNIA - AUGUST 26: Kelden "Boostio" Pupello (L) and Corbin "COM" Lee of Evil Geniuses react onstage after victory against Paper Rex at VALORANT Champions Los Angeles Grand Finals at the Kia Forum on August 26, 2023 in Los Angeles, California. (Photo by Colin Young-Wolff/Riot Games)

Si sono da poco conclusi i Valorant Champions che hanno assegnato il titolo mondiale agli Evil Geniuses. Della finale contro i Paper Rex, vinta 3-2, tuttavia rimarrà probabilmente ben altro. Non solo la prima coach donna campione di un Major negli esports, ma anche le presenze di Elon Musk e Ben Affleck, così come la certezza di essere di fronte a un titolo ormai maturo.

La prima donna coach campione del mondo

Christin “Potter” Chi: è questo il nome da ricordare di questi Valorant Champions. La head coach degli Evil Geniuses, divenuta famosa anche per i suoi frequenti “oh my god” catturati in camera e dai microfoni al termine delle migliori azioni dei suoi giocatori, è diventata la prima allenatrice donna a vincere un Major negli esports. E lo fa con quello che probabilmente è l’esports più moderno del momento, capace di competere serenamente con un titolo ormai ventennale come Counter-Strike. Nonostante l’inizio stagione non ottimale per gli Evil Geniuses, Potter ha il merito non tanto di aver portato i cinque ragazzi a vincere il mondiale quanto di aver trasformato cinque buoni giocatori, su cui in pochi a inizio anno avrebbero scommesso, in un roster completo. 

Un team che sa giocare diversi stili, che sa sia controllare la mappa che aggredire l’avversario, con la consapevolezza dei giocatori cresciuta mappa dopo mappa, round dopo round. In un titolo come Valorant, poi, in cui il coach è parte integrante della partita e può chiamare i timeout, il suo ruolo sia pre-partita nella preparazione delle strategie che durante il match è fondamentale. Motivo per cui, nonostante a “sparare” siano poi i giocatori, il contributo di Potter è stato più che determinante. Definito, anche ma non solo, dall’importanza assegnatagli da Riot Games che fin dalle prime competizioni ha assegnato una camera anche per i coach, oltre che i player.

Christin “Potter” Chi, head coach degli Evil Geniuses – LOS ANGELES, CALIFORNIA – AUGUST 21: Evil Geniuses are seen at VALORANT Champions Los Angeles Grand Finals pre-tape at the Kia Forum on August 21, 2023 in Los Angeles, California. (Photo by Colin Young-Wolff/Riot Games)

EMEA e i Valorant Champions: avevano ragione gli altri

Prima del mondiale si è parlato spesso delle frecciatine lanciate dalle squadre e dai tifosi della altre regioni che hanno più volte dipinto l’EMEA come una “one-team-region”, con i soli Fnatic capaci di rappresentare degnamente il Vecchio Continente. La realtà dei fatti ha dimostrato quanto quelle frecciatine fossero la pura e nuda verità. Lo strapotere annuale dei Fnatic, che hanno perso in tutto l’anno appena tre serie, di cui due proprio a questi mondiali entrambe contro la stessa squadra, i brasiliani Loud, sembra aver annichilito le altre organizzazioni.

Né Team Liquid, né Fut Esports, né Natus Vincere, né quella che sembrava potesse essere una piacevole sorpresa, i Giants, sono riusciti a ritagliarsi un potenziale ruolo da protagonisti in questi mondiali con appena due squadre su cinque qualificate ai playoff, entrambe perdenti al primo turno e messe subito di fronte. I Fnatic non possono certo caricarsi sulle spalle l’intera responsabilità della regione: è necessario che le altre alzino il livello, magari andando a pescare anche altrove, o ci aspetteranno solo tempi bui. Anche perché nel frattempo la Cina corre, eccome se corre.

Boaster, uno dei giocatori più rappresentativi dei Fnatic – LOS ANGELES, CALIFORNIA – AUGUST 24: Jake “Boaster” Howlett of Fnatic arrives at VALORANT Champions Los Angeles Knockouts Stage at the Kia Forum on August 24, 2023 in Los Angeles, California. (Photo by Colin Young-Wolff/Riot Games)

Valorant Champions: uno spettacolo per le celebrità

Se qualche settimana fa ci avessero detto che alle finali mondiali di Valorant avremmo visto sia Elon Musk che Ben Affleck probabilmente non ci avremmo creduto. Eppure sia il proprietario di X, l’ex-Twitter, che uno degli ultimi Batman, hanno presenziato alla finale mostrando anche interesse. Perché? Un primo motivo è sicuramente la sede: avere la finale a Los Angeles apre senza dubbio alla potenziale presenza di tante figure dello star business nordamericano che nella città degli Angeli hanno molto spesso le proprie case private tra un impegno e l’altro. Sarebbe stato probabilmente difficile vederli se le finali si fossero disputate a Seul, per esempio.

Il secondo è che Valorant non è, per citarne uno, League of Legends. Il titolo è decisamente più intuitivo, seppur più caotico di Counter-Strike in alcuni momenti, e quindi decisamente più semplice da guardare. E da giocare: perché lo stesso Ben Affleck, intervistato, ha ammesso di essere un giocatore di Valorant, con cui passa del tempo con i propri figli. Apprezza soprattutto Kayo, anche se non è il vero e proprio main, ma a colpire è stata la conoscenza del gioco: sapeva infatti perfettamente che Jett riceverà presto dei nerf, discutendone tranquillamente con la stessa doppiatrice dell’agente coreano.

Deadlock, il ventiduesimo agente pubblicato da Riot Games su Valorant (Riot Games)

Un titolo competitivamente maturo

Un altro aspetto interessante è un piccolo numero. Ai Valorant Champions 2023 sono stati utilizzati tutti gli agenti, tranne uno: Deadlock. Già prima del torneo, in verità, diversi pro-player e coach si erano espressi in modo deciso e lapidario, pienamente convinti che non avrebbe trovato spazio nel meta attuale. Le sue abilità sono reputate insufficienti rispetto a quelle simili di altri agenti, trovando così pochissimo priorità. Forse Deadlock ha bisogno di un rework ma non è questo il punto.

Ciò che a noi interessa è che tutti gli altri 21 agenti sono stati utilizzati. È vero che non si tratta degli oltre 150 campioni presenti su League of Legends, ma il fatto che praticamente tutti gli agenti trovino comunque un loro spazio indica che il gioco, almeno sotto questo profilo, è bilanciato. Persino Reyna, duelist a cui vengono preferiti magari Raze o la classica Jett, ha trovato più momenti in cui far parte del quintetto titolare. Chi è riuscito a utilizzarla al meglio è stato indubbiamente Something, giocatore dei Paper Rex, che con la sua Operator Reyna ha riscritto le leggi di Valorant.

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