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Novis Games: la nuova frontiera del gaming

Arianna Ortelli ha 24 anni ma è già Ceo di un’innovativa Start-up tecnologica che è ancora più pregnante a livello sociale. Si tratta di un’app che permette agli ipo o non vedenti di giocare ai ‘video’giochi subire la loro disabilità. Insieme a lei nella redazione de L’atleta c’è anche Andrea Cesolini, segretario generale Fispic (Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi) che spiega come esiste un terreno comune tra Esport e sport paralimpici che non va ignorato.

Novis Games rende il gaming accessibile a tutti

Si chiama Novis Games l’app che include una consolle di giochi definibili audiogiochi, la nuova frontiera dei videogiochi. Sì la nuova frontiera perché togliere la dimensione video non è una perdita ma un arricchimento. “L’obiettivo da quando abbiamo inventato Novis Games, è rendere il gaming accessibile a tutti, anche a chi, oggi, non ha la possibilità di giocare”. Come per esempio gli ipo o non vedenti. “La piattaforma è per tutti – spiega Arianna, co-founder dell’app – perché tramite una modalità di gioco che passa dalle cuffie all’audio 3d spazializzato, con vibrazioni o altri feedback che può dare un device elettronico, anche un non vedente può prendere parte a quest’attività”. Si tratta di rendere fruibile anche a chi non vede, un gioco in cui normalmente gli occhi sono la componente fisica più importante.

L’idea nasce da una semplice domanda: come fanno gli ipovedenti o i ciechi a giocare ai videogiochi? Tutti noi a volte ce lo siamo domandato. La differenza tra l’idea e la realizzazione di quest’ultima sta nell’applicazione. “Abbiamo sviluppato un prototipo che pensavamo non piacesse a nessuno. Invece ha fatto un gran scalpore nella prima associazione a cui l’abbiamo portato. Vogliamo scardinare l’idea di videogioco. Sicuramente il non vedente è il giocatore medio di NoisGames, in quanto può apprezzarne maggiormente le potenzialità traendone maggiore beneficio. Non volevamo inventare, però, qualcosa che fosse solo per non vedenti. Questo avrebbe solo aumentato le distanze, continuando a ghettizzare e ad amplificare il concetto di diversità. Quello che vogliamo oggi è dare a tutti una nuova esperienza di gioco in cui siano i non vedenti a coinvolgere gli altri”.

“La diversità non si approfondisce”

Un terreno comune tra non vedenti e normovedenti che esiste, d’altronde, anche negli sport propriamente detti come ci spiega Andrea Cesolinim, raccontando un episodio dove è coinvolto anche l’allenatore Eusebio Di Francesco. “Bisognerebbe spostare l’obiettivo anche dei normovedenti. Occorre far capire che, per esempio, allenarsi con la mascherina anche se non si è ciechi può aiutare nelle prestazioni e nella crescita dei giocatori; ovviamente provando anche semplici rigori o torelli.” Ecco il denominatore comune nello sport tra vedenti e non vedenti. Un’inversione della direzione che di solito parte dall’adattamento della “normalità” alle esigenze di quella che definiamo diversità, alla trasmissione delle modalità della dimensione extra ordinaria a quella ordinaria, come occasione di arricchimento.

Perché questo è la diversità: un arricchimento. E su questo sia la Ortelli che Cesolini non hanno dubbi. “Molto spesso quando parlo del mio lavoro mi chiedono come facciano i non vedenti a giocare a calcio. Eppure fanno e fanno anche bene. Semplicemente la diversità non si approfondisce” racconta Andrea. Chiarito quindi il punto di contatto rilevante tra i due mondi, Novis Games è inevitabilmente un’invenzione innovativa con una vocazione sociale e che potrà andare a toccare diversi punti nella vita di un non vedente che lo renderebbe autonomo a 360 gradi. “L’audio spaziale ti dà idea della dimensione. Questo vale per i giochi ma non solo. Può essere applicato ad altre app che consentano a un non vedente di spostarsi o di effettuare pagamenti online e a un normovedente di sviluppare quegli esterorecettori che potrebbero tornargli utili in situazioni in cui non può utilizzare la vista”.

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