Home STORIE DI SPORT Simone Giannelli, l’arma in più dell’Italia di De Giorgi

Simone Giannelli, l’arma in più dell’Italia di De Giorgi

Simone Giannelli con la Coppa del Mondo - Ph. Credit: Rubin/FIPAV

Simone Giannelli: il regista italiano che dipinge con le mani come Giotto. Un paragone un po’ forzato, tra i classici di Andrea Lucchetta, citato nella finale Mondiale vinta dall’Italvolley. Eppure dalle sue mani vengono disegnate traiettorie perfette quando alza, potenza quando va in battuta e invettiva quando di seconda schiaccia o sorprende gli avversari.

Simone Giannelli con la maglia della Nazionale – Ph. Credit: Rubin/FIPAV

Simone Giannelli, miglior pallavolista al Mondo

Simone Giannelli è il miglior alzatore al Mondo. Non è esagerato sostenere che l’azzurro classe 1996, nato a Bolzano sia una delle nostre eccellenze. A decretarlo, oltre i fatti e una rassegna come sempre da leader, il premio come MVP del Mondiale. Un premio che vale doppio per chi, un po’ come il libero, ha un ruolo scomodo. L’alzatole lavora sodo, in sordina, sceglie a chi e quando dare i palloni giusti, non un affare da poco.

Non si ritiene un fenomeno, come nessuno dei suoi compagni. In fondo questa è solo la Nazionale campione d’Europa e del Mondo in carica. È capitano di questo gruppo, uno dei veterani insieme ad Anzani (classe 1992, il più anziano della Nazionale campione del Mondo). Elegante in campo e fuori, posato e mai fuori le righe. Simone Giannelli è la dimostrazione che nello sport non serve essere attori o influencer: ci vogliono passione, talento e dedizione. Così si arriva a giocarsi una finale mondiale contro la Polonia (bi-campione in carica) senza sbagliare un palleggio, trascinando i propri compagni e senza mai cedere al nervosismo o alle provocazioni.

Simone Giannelli con la maglia dell’Itas Trentino.Ph. Credi: Lega Pallavolo Serie A

Gli inizi e la scalata di capitan Giannelli

C’è stato un tempo in cui Simone Giannelli aveva la maglia diversa da libero, era ancora troppo mingherlino e giocava vicino casa al Neugries. Poi, viene notato da Trento, club da sempre attento allo scoperta dei giovani talenti. A tredici anni inizia il percorso con le giovanili. Continua a vivere a Bolzano e la famiglia (con il papà maestro di tennis) tutti i giorni lo porta agli allenamenti. Pian piano già a livello giovanile, tra Junior League e varie competizioni, si mette in mostra.

A 16 anni non ancora maggiorenne Simone Giannelli si trova catapultato nel volley dei grandi. In gara 5 di finale scudetto, per infortunio del titolare Rapahel diventa secondo alzatore dietro a Sintini. Non fa il debutto in campo, ma a soli 16 anni, vince il primo scudetto. Entra in campo da protagonista solo la stagione dopo a 17 anni: è il più giovane in maglia trentina a fare l’esordio nella massima serie. Inizia così la sua “dinastia”. A Trento vince due campionati, una coppa Cev e un Mondiale per club prima della dolorosa ma forzata scelta (anche per ragioni economiche) di lasciare Trento per Perugia con cui ha vinto quest’anno la Coppa Italia. In Nazionale si impone da subito, dall’argento di Rio fino ai recenti fasti di Europei e Mondiali. È il migliore nel suo ruolo e anche con il cambio C.T, da Blengini a De Giorgi, non viene messa in dubbio la sua leadership.

Simone Giannelli, ricevuto con l’Italia campione del Mondo dal Presidente Sergio Mattarella – Ph. Credit: Quirinale

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