Nella storia del gioco spesso molti grandi giocatori hanno vissuto nell’ombra, oscurati dalle stelle principali. Un pò quello che è accaduto a Scottie Pippen, un personaggio controverso che ha assunto contorni differenti a seconda della prospettiva dalla quale lo si guarda. Di certo stiamo parlando di uno dei cestisti migliori della storia, partner perfetto per Michael Jordan, secondo violino con tutte le credenziali per essere la stella.
Il secondo violino migliore di sempre: amore e odio con Michael Jordan
Che sia uno dei giocatori più vincenti della storia del gioco lo dicono i numeri: 6 titoli NBA, 7 volte All-Star, MVP All-Stare Game 1994, 2 medaglie d’oro olimpiche. Che sia stato uno dei migliori ad aver calcato un campo di pallacanestro lo dice la sua storia. Spesso, però, il suo nome viene accostato in automatico a quello di Michael Jordan, in relazione alla perfetta simbiosi tra i due che ha reso leggendari i Chicago Bulls di Phil Jackson. Pippen ha sempre avuto il ruolo di secondo violino, come il perfetto Robin per il Batman con il 23 sulle spalle. Nell’immaginario collettivo la grandezza di Scottie è stata associata al privilegio di giocare con MJ. In realtà, però, le sue gesta testimoniano che la sua forza dipendeva prima di tutto da uno straordinario talento individuale. Stiamo parlando di un giocatore di 204 centimetri, dotato di una straripante forza fisica e di una dominanza atletica e tecnica fuori da ogni logica.
Questa idea generale e piuttosto superficiale ha trovato conferme nel fatto che all’inizio della stagione 1997-98 era ancora solamente il sesto giocatore più pagato dei Bulls e addirittura 122esimo per stipendio in tutta la Lega. In un periodo storico in cui era difficile trovare qualcuno superiore, escluso MJ, Pippen era inspiegabilmente trattato come un giocatore qualsiasi in termini economici. Schiavo di un contratto firmato 7 anni prima, Pippen ha iniziato una guerra interna con i Bulls che ha inclinato anche il suo rapporto con Jordan. I due in campo sembravano in simbiosi ma a distanza di tempo Scottie ha speso parole non esattamente idilliache nei confronti di Michael. Un epilogo quasi inevitabile, avendo dovuto subire il peso di una stella inarrivabile che lo ha oscurato. In campo, però, Pippen non mostrava timore. Anzi, sembrava l’autentico dominatore della Lega, pedina indispensabile per far funzionare la macchina perfetta dei Bulls.
Il LeBron James degli anni 90′: la grandezza di Scottie Pippen
La carriera di Pippen nelle Lega più importante al mondo è iniziata la notte del Draft 1987, quando venne selezionato come 5ª scelta dai Seattle SuperSonics e poi ceduto ai Chicago Bulls. In quella circostanza Krause effettuò una delle trade più straordinarie per la franchigia, assicurandosi Scottie in cambio dell’8ª scelta Olden Polynice, assieme a due future seconde scelte. Proprio Krause divenne la causa della totale rottura di Pippen con la società qualche anno più tardi. Con il suo arrivo i Bulls di Jordan iniziarono a prendere il volo. Scottie rappresentava il perfetto mix tra fisicità e qualità. “Sono stato LeBron James prima di LeBron James”, ha dichiarato lo stesso ex 33 di Chicago. Un’affermazione per nulla lontana dalla realtà, almeno in termini di caratteristiche e impatto sul gioco. Di fatto è da considerare come la prima ala piccola moderna e all-around della storia del gioco.
Pioniere per i successivi campioni che hanno sviluppato quel tipo di gioco: da LeBron a Chris Paul, Kawhi Leonard. Devastante in transizione, letale a rimbalzo e travolgente al ferro. Un atleta a 360 gradi che ha sfruttato al massimo tutte le sue doti, inserendo una parte importante in termini di lettura del gioco. Ogni anno è riuscito ad aggiungere dei tasselli al suo gioco. Per molti rimane il fatto di non aver mai vinto un titolo senza MJ. Di fatto, però, ne ha vinti addirittura 6, cosa mai riuscita neppure a giocatori del calibro di Magic Johnson, Kobe Bryant, LeBron James e Stephan Curry. Aver incrociato Mike sulla sua strada è stata certamente la sua fortuna. Anche Jordan, però, deve tanto alla presenza del gigante scuola Arkansas Bears. In ogni coppia vincente ci saranno sempre un Batman e un Robin ma nessun campione avrebbe mai potuto oscurare la grandezza di Scottie Pippen.