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Regine in Formula 1, da Lella Lombardi a Giovanna Amati

Lella Lombardi in Formula 1 (fonteMotori)

In 73 anni di F1, davvero poche le donne che hanno disputato almeno una gara. Dal 1950, solo 5 le ‘running women’, di cui tre italiane. Maria Teresa De Filippis prima di sempre, Lella Lombardi unica nella storia a conquistare punti e Giovanna Amati ultima a gareggiare in Formula 1, dopo lei nulla più. La F1 non è uno sport per donne?

Maria Teresa De Filippis (fonte F1race)

De Filippis la pioniera, Lombardi migliore di tutte. Quel record imbattibile del 27 aprile 1975

Una lingua d’asfalto nero pece, lunga, infinita e proibitiva per molte, tante, troppe donne. In 73 anni, la Formula 1 ha concesso un risicato spazio alle ragazze, alle pilote, alle sognatrici che amavano le corse e desideravano guidare una monoposto. “E’ uno sport da maschi. Si va veloce, si rischia la vita e ci si sporca le mani. Non fa per te”. Chissà quante donne hanno sentito queste frasi sbattute in faccia. Dal 1950, solo 5 ‘running women’ hanno gareggiato nel massimo campionato. Un numero piccolo e ridicolo se confrontato con quanti ‘maschi’ hanno guidato una monoposto. Oltre 1600 sono gli uomini marchiati F1. Cifra inarrivabile, eppure c’è chi ha provato a scalare questa montagna, lottando contro pregiudizi, discriminazioni e offese. Pioniera in Formula 1, è stata la napoletana Maria Teresa De Filippis. Tra Fiat 500 modificate e auto sportive degli anni ’50, la giovane vince diverse gare a livello nazionale.

Ernesto Maserati la vuole in F1 nel 1958, la monoposto una Maserati 250F. In Belgio, Maria Teresa entra nella storia: la prima donna a gareggiare in Formula 1. Nonostante i direttori di gara vogliano escluderla, gridando “L’unico casco che una donna deve mettersi è quello del parrucchiere”, la De Filippis correrà altri 4 GP. Meglio di lei farà la piemontese Lella Lombardi, detentrice di un record inarrivabile. Dalle campagne di Alessandria, tra viaggi in camion con papà e derapate sull’auto familiare, corona il suo sogno, la F1. Con ben 17 GP disputati è la ‘donna più presente di sempre’, ma soprattutto è stata l’unica a conquistare punti. Il 27 aprile 1975 è leggenda. Sul circuito di Montjuïc, in una corsa pazza e ‘sanguinaria’, dove muoiono 5 spettatori travolti da un’auto, si classifica al 6° posto. Ottiene un preziosissimo ‘mezzo punto’, ancora oggi l’unico mai conquistato da una donna.

Giovanna Amati in Formula 1, ultima italiana dopo Lella Lombardi e la De Filippis

Lella Lombardi regina della Formula 1, Giovanna Amati ultima a provarci. Niente quota rosa in F1?

Maria Teresa e Lella hanno dato vita ad un movimento che ha avvicinato molte ragazze ai motori. Sono state diverse le ‘running women’ che, dopo le due regine, hanno approcciato la carriera automobilistica. Maggiori difficoltà e ostacoli da superare rispetto ai colleghi maschi, affrontando anche giudizi che andavano oltre le capacità di pilote, come accaduto alla Lombardi, considerata ‘troppo poco femminile’. Lei ribatteva “Preferisco un incidente a un fidanzato”, rimarcando la totale vocazione ai motori. Negli anni successivi, nessuna raggiungerà i livelli delle due regine. Ci hanno provato Divina Mary Galica nel 1978 e Desiré Randall Wilson nel 1980, solo semplici comparse. Aldilà dei risultati, vanno premiate per aver provato a scalfire quella dura corazza maschile che, ormai da 70 anni, ricopre la Formula 1.

Hanno dato prova di come le donne possono essere pilote ai massimi livelli, magari va concesso loro più tempo per abituarsi alla competizione, ma le carte per competere ci sono. D’altronde, se vengono date possibilità pressoché infinite a ‘maschietti’ tutt’altro che fenomeni, perché non fare un tentativo? Tuttavia, dopo le ultime ‘running women’, solo un’altra donna è riuscita a gareggiare in F1, Giovanna Amati. Romana dalla personalità combattiva, potrebbe fare carriera nello spettacolo grazie a papà Giovanni e mamma Anna Maria, ma sceglie le auto. Dopo Abarth e Formula3, conquista la F1 nel 1992. Ci arriva troppo acerba e viene masticata da un sistema che non fa sconti a nessuno, figuriamoci alle donne. Prenderà parte solo a 3 GP. Sono passati 31 anni dalla sua ultima gara e dopo di lei nessun’altra ha coronato quel sogno. La Formula 1, quindi, non è per le donne? Ad oggi non è uno sport paritario, sforzo fisico, preparazione atletica e tipologia di gara sono troppo a vantaggio degli uomini. Finchè tutto rimarrà così, non ci sarà spazio per le donne. Nella Indycar, invece, un sistema più equo mette, ormai da anni, a confronto piloti e pilote.

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