Questione di feeling cantavano Mina e Cocciante. Questione di pali avrà pensato Sarabia questa notte. Marocco-Spagna è stata decisa dai due legni colpiti dal centrocampista del PSG. Il primo a pochi istanti dalla fine del match, e il secondo durante la lotteria dei rigori. Proprio quei tiri dal dischetto che hanno proiettato nella storia i ‘Leoni dell’Atlante’. Prima di loro solo Camerun, Senegal e Ghana avevano raggiunto i quarti di finale nella Coppa del Mondo. Il Marocco a Qatar 2022 sarà, quindi, la quinta nazionale africana a giocarsi un posto in semifinale. Increduli i tifosi che ieri hanno festeggiato per tutta la notte, anche il Re è sceso per le strade di Tangeri per esultare con la sua gente. Adesso c’è il Portogallo, e non sarà la prima volta. Ma questa è un’altra storia che vedremo tra poco…
Ziyech e il Marocco: una storia d’amore complicata
Il Marocco non è ai quarti di finale di Qatar 2022 per un miracolo calcistico. Ma per un’ottima organizzazione di squadra e dei giocatori di talento che militano nei top club europei. Hakimi (PSG), Mazraoui (Bayern Monaco), Bonou (Siviglia) e infine Ziyech (Chelsea). Proprio l’ultimo, la stella più luminosa di questa nazionale, ha rischiato di non esserci. Il suo 2022 non era partito bene ed era addirittura stato fatto fuori dalla Coppa d’Africa. A spiegare la scelta dell’esclusione, non convocato anche nell’edizione 2017 del torneo, è stato il presidente della Federcalcio marocchina Fouzi Lekjaa che ha accusato il calciatore di scarso impegno: “Speravamo che Ziyech diventasse una guida della nazionale per portarla al successo, non un giocatore che aspetta di prendere la palla senza sforzi. Non voglio entrare nei dettagli”.
Ad agosto tutto è cambiato con il nuovo allenatore: Walid Regragui. Il mister in patria ha vinto tutto quello che c’era da vincere, nel 2021 si è portato a casa la Champions League africana. Il suo lavoro è sotto gli occhi di tutti, ha reintegrato Hakimi e ha valorizzato al massimo dei giocatori come Amrabat e Ounahi. Sul secondo si è anche espresso Luis Enrique: “Mi ha sorpreso il numero 8, chiedo scusa ma non ne ricordo il nome. Da dove viene quel ragazzo? Gioca davvero bene”. Il classe 2000 gioca nell’Angers e in estate molte squadre potrebbero bussare alla porta del club francese. Sabato alle ore 16 ci sarà la sfida col Portogallo. Un match che riporta indietro nel tempo.
Marocco-Portogallo: c’è un solo precedente ai Mondiali, e i lusitani non hanno bei ricordi…
Il Mondiale è momentaneamente in pausa. I ‘calciofili’ dovranno aspettare un paio di giorni per tornare sul divano a gustarsi il torneo. Venerdì inizieranno i primi quarti di finale e sabato ci sarà Marocco-Portogallo. La squadra di Regragui potrebbe essere la prima africana a giocarsi una semifinale in una coppa del Mondo. Nel 2010 il Ghana si fermò ai calci di rigore nella pazza partita contro l’Uruguay. Dobbiamo tornare ancora più indietro per trovare un precedente tra i Leoni dell’Atlante e i lusitani. Era il 1986, Maradona e compagni trionfarono in Messico e anche in quel caso i rosso-verdi stupirono tutti. Il Portogallo arrivò al Mondiale con grandi ambizioni dopo l’ottimo Europeo 1984, in cui persero solo in semifinale contro la Francia di Platini. Mentre la squadra di Faria era composta da giocatori completamente sconosciuti e fino a quel momento nessuna compagine dell’Afer (così la chiamavano i romani) aveva mai giocato la fase ad eliminazione diretta.
Il gruppo era composto anche da Inghilterra e Polonia. Il Marocco arrivò incredibilmente al primo posto grazie alla vittoria per 3-1 nell’ultima giornata che invece condannò i lusitani (terzi nel 1982) all’ultima posizione. Re Hassan II, grande appassionato di calcio, ricompenserà staff e giocatori con 200mila franchi a testa, circa 40 milioni di lire dell’epoca. Ma le parole di Faria dopo la storica impresa suonano già come un congedo anticipato: “Tante persone si aspettavano la nostra eliminazione e tante persone hanno perso la lotteria. Ora possiamo anche andare a casa, è come se avessimo già vinto il Mondiale”. Succede in effetti questo, anche se l’abbinamento agli ottavi contro la Germania, finalista della competizione, lasciava poche speranze. In Qatar c’è la possibilità di scrivere la storia ma dovranno vedersela con una delle nazionali più in forma del torneo che ha liquidato con un secco 6-1 la Svizzera.