Da spaccalegna e fenomeno da baraccone a fuoriclasse del ring. Primo Carnera è stato il primo atleta capace di raggiungere il successo sia nello sport sia nel mondo dello spettacolo tra cinema e mode del tempo. Ha ottenuto il massimo con il suo talento da pugile. Prima di Michael Jordan e CR7, c’era Carnera.
Povertà, fame e l’innata umiltà. Primo Carnera, il più forte del mondo senza sapere di esserlo
Eccellere nello sport fino a diventare icone. Essere tanto bravi da attirare attenzioni di sponsor, network pubblicitari, aziende e case cinematografiche. Viaggiano su questi binari le sfolgoranti carriere di Michael Jordan, CR7, Messi e Bolt. Autentiche leggende che, col talento sportivo, sono diventate protagoniste a 360°. Prima di loro, prima dell’epoca moderna, dei contratti pubblicitari o delle sponsorizzazioni di impatto mondiale, c’è stato un atleta capace di fare tutto questo, aprendo la strada verso un nuovo modo di intendere lo sport. Chi? Primo Carnera. Pugile fuoriclasse dalle capacità innate, precursore di una boxe innovativa che, grazie a lui, conquista fama e attenzioni mondiali. Fisico titanico, ben oltre 2 metri per 130kg, tonanti al posto delle mani e viso da cinema, Primo Carnera ha convertito il suo talento conquistando successo totale. Nemmeno doveva fare il pugile. Uno dei boxer migliori di sempre doveva fare tutt’altro nella vita. Nato in Friuli nel 1936, tra le campagne vicino Udine, precisamente a Sequals, cresce tra fatica, povertà, fame e tanta bontà.
La sua vita sarà contraddistinta da generosità ed umiltà. Tra monti e boschi, si vive di stenti e per un bambino che alla nascita pesava 8 kg, sembra non esserci né futuro né cibo da mettere sotto i denti. Gli anni passano, legna spaccata e inverni freddolosi. Decide di seguire il trend di quegli anni, emigra in Francia con lo zio. Lavoretti, mezzi stipendi e un furbo imprenditore lo ingaggia in un circo. La locandina recita: “Il gigante italiano contro tutti”. Nelle esibizioni circensi Carnera, enorme agli occhi del pubblico, scontrava improbabili avversari, vincendo sempre. Un prototipo del wrestling che esaltava l’innata capacità da boxer di Primo. Con stazza unica e braccia rocciose, era perfetto per il ring, ma ancora non lo sapeva. Qualche anno dopo, tra i tendoni del circo, di lui si accorge l’ex campione dei pesi massimi Arcachon de Paul Journée, che ne comprende potenzialità e forza smisurata. Carnera era già il più forte del mondo, aveva solo bisogno di conoscere la vera boxe.
Titolo mondiale, 321 vittorie nel wrestling ed un personaggio perfetto per cinema, tv e società
Dopo gli scontri nel circo, va a Parigi con i guantoni in spalla e tanta voglia di portare denaro a casa. Vince subito e non perde quasi mai. Il suo fisico fa davvero paura agli avversari. È migliorato molto, non è più un wrestler, sa muoversi, risparmia energie e piazza colpi micidiali, a volte anche mortali, purtroppo, come accaduto al malcapitato Ernie Shaaf, deceduto per commozione cerebrale. Vittorie a raffica, nasce la leggenda del ‘gigante imbattibile’, alimentata da comparsate e partecipazioni alla vita mondana del tempo e profonda vicinanza ai tifosi. Carnera continua a vincere fino al trionfo più importante, quello del giugno 1934. Chiamato negli USA ed osannato dagli italoamericani, al Madison Square Garden il campione friulano sfida il peso massimo Jack Sharkey. Lo crivella di pugni, dopo 6 round conquista il titolo di Campione del mondo dei pesi massimi, unico italiano di sempre a riuscirci. La fama mondiale non si fa attendere. Tutti lo vogliono, aziende, pubblicità, cinema, tv e politici per le loro propagande.
Salirà, addirittura, sul balcone di Piazza Venezia con Mussolini, appoggiando il fascismo. Oltre a boxer, sarà anche attore in ben 22 film. Non tanto per la sua capacità nella recitazione (non era un granché sul grande schermo), quanto perché il volto di Carnera in locandina faceva vendere un ‘botto’ di biglietti. Era l’icona del momento, il protagonista della prima metà del ‘900, il fratellone che tutti i bambini volevano avere, il marito che tante mogli sognavano, l’uomo che tanti italiani desideravano essere. Alto, muscoloso, sorridente, buono, generoso ed umile, Primo Carnera era perfetto per l’epoca. Dopo la Guerra mondiale, torna su ring, vince ancora, ma l’età avanza. La scia della fama non si è sbiadita, così, oltre a qualche altro film, alimenta la sua leggenda con un po’ di wrestling. Si spenge nel suo amato Friuli nel 1967 a soli 61 anni. Un gigante davvero buono, amato da tutti, un atleta capace di segnare un’epoca e dare il via ad una nuova concezione di personaggio sportivo.