Numero 3, Sara Gama: il simbolo del calcio femminile italiano

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“Numero 3, Sara Gama” è il titolo del documentario dedicato alla capitana della Juventus Women e della nazionale italiana di calcio femminile

Credits: Facebook Sara Gama

“Numero 3 Sara Gama”. Un documentario della Rai dedicato alla calciatrice e al calcio femminile

Numero 3, Sara Gama” è il secondo documentario della Rai dedicato alla favola del calcio femminile. Qualche mese fa, infatti, è andato in onda “Azzurro shocking”. Un cortometraggio di quarantacinque minuti che ripercorre le tappe storiche del calcio femminile italiano. A narrare la storia sono le protagoniste della nazionale del mondiale del 2019. Il cerchio sembra chiudersi con l’avvento del professionismo. A fare da simbolo del movimento c’è sempre, anche in “Azzurro shocking”, Sara Gama così la televisione pubblica italiana ha deciso di raccontare con lo stesso stile (e con del materiale in comune) anche la storia della capitana della Juventus Women e della nazionale italiana di calcio femminile. Il documentario, di Martina Proietti e Giuseppe Rolli, ci presenta una Sara Gama in veste di narratrice e una storia parallela. Quella di Agata, giovanissima calciatrice di cinque anni.

“Numero 3, Sara Gama” racconta la vita di una giocatrice simbolo del nostro calcio, di una leader indiscussa, di una sportiva determinata, di una compagna di squadra perfetta ma parla anche di una donna forte e caparbia, di un’amica gentile, di un’oratrice arrivata alla vice presidenza dell’AIC (l’Associazione Italiana Calciatori), al consiglio della FIGC e all’assemblea del C.O.N.I. Questa è l’immagine di Sara Gama che viene fuori dalle parole di chi la conosce bene nella vita calcistica, privata e di rappresentanza istituzionale. Tra coloro che hanno partecipato alla delineazione dell’affresco ci sono nomi noti come quello di Milena Bertolini o di Claudio Marchisio e ancora di calciatrici come Cristiana Girelli, Barbara Bonansea, Elena Linari insieme ad amici d’infanzia, addetti ai lavori e rappresentanti istituzionali.

La carriera di Sara Gama. Calciatrice e donna

Grazie alla stessa voce di Sara Gama ripercorriamo la sua carriera. Si parte dal piazzale sotto casa insieme ai compagni che non si fanno troppo problemi per il fatto che lei sia l’unica ragazza. Questo perché già da piccola le sue qualità erano evidenti e “tra i bambini c’è meritocrazia. Sono gli adulti che fanno le cose complicate“. Dalla Zaule Rabuiese (trascinata dall’amico Paolo) alla scommessa Tavagnacco in Serie A. Nel frattempo, Sara cresce, studia e mantiene le sue amicizie. Parallelamente, per immagini, si svolge la storia di Agata. Una bambina di cinque anni che frequenta la scuola calcio dove si diverte con i compagni. Un momento importante per la carriera di Sara è il passaggio al Paris Saint-Germain. Qui le donne vivono il calcio da professioniste, come i loro colleghi uomini. Al ritorno in Italia, Sara Gama ritrova il Brescia e, insieme a tutto il movimento, inizia a richiedere a gran voce quei diritti che ha assaporato in Francia.

Alla conferenza stampa di presentazione di “Numero 3, Sara Gama” le compagne della calciatrice hanno sottolineato proprio la forza di Sara come portavoce delle istanze collettive. Sia nel caso delle proteste nel 2015 sia in altre occasioni. Il presidente della FIGC Gravina e il presidente dell’AIC Calcagno hanno confermato la potenza delle parole di Sara Gama. Lei ha messo sotto gli occhi di tutti la questione del calcio femminile e ha reso necessario così l’intervento della federazione calcistica, l’unica ad aver esteso il professionismo alle donne. L’ha fatto in modo semplice ma incisivo. Come quando, al cospetto di Mattarella dopo i mondiali del 2019, ha semplicemente recitato l’articolo numero 3 della Costituzione che esprime il principio di uguaglianza sostanziale per i cittadini e dà il titolo all’opera. Sulla scia dell’impegni di Sara verso la prossima generazione di calciatrici, il documentario si conclude con Agata che indossa la maglia numero 3.

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