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In Italia è possibile la dual career? L’esempio di Matteo Restivo: “Raccontare la mia storia è una missione”

Matteo Restivo agli Assoluti di nuoto di Riccione. Ph. Credit: Giorgio Scala / DBM

Sono sempre di più gli atleti che portano avanti la carriera agonistica con quella universitaria. Chiedere a Matteo Restivo, nuotatore laureato in medicina, esempio perfetto del percorso della dual career.

Laurea in medicina e pass per i Mondiali di Fukuoka, l’esempio di Restivo

Fuori dalla piscina Matteo Restivo indossa il camice, poi, in acqua cuffia e occhialini. A Riccione il friulano, laureato in Medicina e Chirurgia e fresco di Master ha strappato il pass per i Mondiali di Fukuoka (nei 200 dorso). In vista dell’evento si sta allenando e ha preso parte all’International Alpha Cup di Milano, tappa di passaggio in preparazione della stagione. Matteo Restivo è un modello virtuoso di dual career. Unire sport e studi si può, anche se non senza difficoltà.”Non esistono dei protocolli veramente efficaci in grado di aiutare chi fa più fatica a organizzare il tempo. Soprattutto alle superiori ho fatto molta fatica, sono stato rimandato e mi sono diplomato con 64 con tutti i bastoni fra le ruote possibili. Non è un mistero che la maggior parte degli atleti che smettono di fare sport lo facciano a cavallo tra la quinta superiore e l’inizio eventuale dell’università. Il nostro sistema non è fatto per venire incontro a chi fa una cosa altrettanto impegnativa quanto la scuola”.

E poi racconta come abbia deciso di prendere a cuore la causa. “Da un anno ho iniziato a comunicare la mia esperienza come una missione per far vedere che è effettivamente è difficile, ma ma si può fare. Ci vuole determinazione, testa abbastanza dura. In più capacità di sapersi mettere le mani sulle orecchie quando qualche professore, magari un po’ stufo di insegnare, lancia giudizi e consigli non richiesti. A persone un po’ più sensibili possono fare male. Accanto al mio diploma di laurea ho un foglio che mi ha stampato la mia scuola media. Consigliavano di finire le scuole dell’obbligo per poi andare a a fare un lavoro manuale. Ora per me è una missione raccontare la mia storia”.

Valentina Rodini, con Federica Cesarini, oro a Tokyo 2020 nel canottaggio. La Rodini è iscritta a uno dei programmi Dual Career all’Università di Modena. Ph. Credit: Unisport

Dual Career: gli atenei che hanno il programma

Da anni il CUSI (Il cento universitario sportivo italiano) si impegna per aiutare gli atleti di alto livello a conciliare studio a sport ad alto livello. È stato anche firmato un protocollo da Unisport (Sistema Sportivo Universitario Nazionale) Italia, CONI e CUSI e con il supporto della CRUI (Conferenza dei rettori delle università italiane), che ha portato alla creazione di un database condiviso sulla dual career in Italia.

Sono segnalati gli atenei che consentono, tramite bandi ad hoc, di iscriversi a un programma di studio che vada incontro alle esigenze di chi compete ad alto livello.Tra le università ci sono, ad esempio, il Politecnico di Milano e quello di Torino, Ca’ Forscari di Venezia o l’Università del Foro Italico di Roma.

Non solo, il lavoro degli Ateni ha l’appoggio in primis del Miur che anche quest’anno ha rinnovato il “Progetto didattico sperimentale Studente-atleta di alto livello”, destinato a studenti-atleti impegnati in attività sportive agonistiche. 

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