“Sento un dolore nell’anima”. Così Gonzalo Higuain si è congedato, annunciando l’addio al calcio giocato. Un dolore che colpisce l’anima, non solo la sua ma di tutti gli appassionati del gioco e che mette la parola fine ad una carriera straordinaria di un calciatore semplicemente unico. I sentimenti lo hanno travolto nel suo ultimo giorno da calciatore. Quegli stessi sentimenti che lo hanno accompagnato in tutto il suo cammino e che hanno caratterizzato anche la sua ultima conferenza stampa di pochi giorni fa.
Cala il sipario: la carriera stellare di Gonzalo Higuain
La storia del calcio moderno è stata segnata da moltissimi attaccanti straordinari e sicuramente Gonzalo Higuain fa parte di questa cerchia. Un centravanti completo che ha fatto innamorare intere generazioni di tifosi e che ha abbellito il ruolo dell’attaccante di una raffinatezza rara. Il Pipita non è stato solo gol e tiri potenti, ma pura arte, un uomo al servizio del pallone che è riuscito a trasformare in oro tutto ciò che passava dai suoi piedi. Higuain, da buon argentino che si rispetti, ha giocato con passione e garra, mischiando talento e istinto in un mix perfetto e letale. Già dai suoi inizi si percepiva la sua diversità rispetto alla maggior parte dei ragazzi.
L’8 ottobre 2006 Higuain rivela inequivocabilmente il suo incommensurabile talento: a neanche 19 anni realizza una doppietta al Monumental nel suo primo e unico ‘Superclasico’ della carriera. Indossa la maglia del River Plate, ereditata dal padre Jorge, e quel giorno stende il Boca Junior con due gol da fenomeno: il primo di tacco, il secondo scartando il portiere con estrema facilità. Una presentazione che gli vale la chiamata del Real Madrid nel dicembre del 2006 per circa 13 milioni di euro. Con la maglia dei blancos riesce a superare il traguardo dei 100 gol (121 complessivi in 264 presenze) ma col passare del tempo il dualismo con Karim Benzema diventa complicato da gestire. Così nel 2013 lascia Madrid per intraprendere una sfida del tutto diversa, seguendo le orme di un suo connazionale, Diego Armando Maradona. Higuain approda al Napoli e da quel momento inizia la vera ascesa del Pipita nel calcio europeo.
Higuain re di Napoli: dai record in azzurro al declino in Serie A
Higuain diventa il nuovo idolo dei napoletani, facendo dimenticare Cavani e riportando il Napoli a lottare per lo scudetto. Nella stagione 2016-17 chiude il campionato con 36 gol in 35 partite e diventa il primatista assoluto di gol in un singolo campionato di Serie A. Con 91 reti 146 presenze, il Pipita saluta il club azzurro e approda alla Juventus, rivelandosi per i tifosi napoletani un ‘traditore’. L’esperienza in bianconero è positiva, se pur non paragonabile a quella col Napoli di Sarri, dove l’argentino domina in lungo e in largo. Prima della chiusura di carriera in MLS, all’Inter Miami, ci sono due parantesi poco felici al Milan e al Chelsea: due maglie che, però, lo stesso Higuain ha sottolineato di aver indossato con onore. Il rammarico più grande della carriera del Pipita è sicuramente la mancata vittoria del Mondiale in Brasile nel 2014, quando l’Argentina perse contro la Germania. Un trofeo che avrebbe reso omaggio all’immenso talento di Gonzalo e che rimarrà sempre una ferita aperta.
Il Pipita si è congedato pochi giorni fa con una lettera emozionante: “Quando sono venuto qui, l’ho fatto col piacere di giocare a calcio. Smetto in uno dei momenti migliori della mia carriera. Sento un dolore nell’anima, ma è ora di una nuova esperienza e di godermi la famiglia. Ho sempre sognato di chiudere la carriera così. È la decisione più difficile per un calciatore, ma preferisco ritirarmi a questo punto della mia carriera. Dico addio al calcio, una professione che mi ha fatto sentire un privilegiato”. Dopo 17 anni tramonta la fantastica storia del Pipita Higuain: un ragazzo cresciuto nel segno del padre calciatore, che è diventato uno dei migliori attaccanti della storia del gioco.