Felicità, gioia, tristezza e lacrime. Gilardino riporta in Serie A i rossoblù, Stankovic traghetta la Samp in B. Il Presidente Zangrillo lo aveva promesso, “Only one year”, in meno di un anno il Genoa torna nel ‘calcio dei grandi’. Per Ferrero solo debiti e tanto caos. Ora il rischio è l’inferno del fallimento. Il calcio divide la città di Genova a metà, festa per il Grifone e capo chino per la Doria peggiore di sempre.
Il calcio dà e il calcio toglie, Genova una città spaccata a metà
Parafrasando la legge di Murphy (storico scienziato) potremmo dire che “tutto quello che poteva succedere è successo”. E così è stato per le stagioni di Sampdoria e Genoa. In una città, da sempre votata al calcio, nel giro di poche ore si sono vissute emozioni diametralmente opposte e ancora oggi le sensazioni che si respirano in strada sono distanti anni luce l’una dall’altra. Il fiume Bisagno, che taglia a metà lo stadio Luigi Ferraris, è stato affiancato dal ‘dio calcio’ che ha spaccato il capoluogo ligure. Una tifoseria urlante e soddisfatta, quella genoana, ha accompagnato la festa per la promozione in Serie A del Grifone. Dall’altra sponda del corso d’acqua, lacrime amare e funerali calcistici per la disastrosa annata della Samp, retrocessa in B. Come da copione, non sono mancati sberleffi, sfottò e offese tra le due compagini. Lungo il tragitto che separa le sedi societarie, distanti poco più di 10km, a farla da padroni sono stati caroselli e cortei.
Ben diversi gli umori tra le due facce della Genova calcistica. Decisamente più attivi i tifosi rossoblù, che hanno festeggiato i propri calciatori e deriso i doriani con metaforici ‘funerali’. Di riflesso, i supporters rossoblù hanno incassato, protestando, soprattutto, contro la proprietà blucerchiata sull’orlo del fallimento. Nel giro di un anno, dalla retrocessione del Grifone lo scorso maggio 2022, i ruoli si sono invertiti e Genova si è ritrovata, di nuovo, spaccata a metà dal calcio. Una città che, nel corso degli anni, ha vissuto una continua altalena di emozioni sportive. Dai 9 scudetti del formidabile Genoa degli anni ’20 all’era d’oro della Samp, tra Coppe Italia, Campionati vinti e rimpianti europei, passando anche per il trionfo rossoblù di Wembley nella romantica Coppa Ango-Italiana 1996. Insomma, il capoluogo ligure, dal punto di vista calcistico, è cresciuto e maturato a suon di risultati e questo ultimo anno di emozioni forti ne ha regalate parecchie.
Grifone emblema della ripartenza. Doria simbolo di sofferenza
‘Only one year’, questo è stato lo slogan lanciato, a maggio dello scorso anno, dal Presidente Zangrillo dopo la retrocessione in ‘segunda’ del suo Genoa. Promessa mantenuta, un solo anno di purgatorio e il Grifone è di nuovo volato in Serie A. Il Patron della ‘777 Partners’, fondo di investimenti americano, aveva acquistato la società rossoblù a settembre 2021, rilevandola dall’ex presidente Preziosi, dopo 8 anni di ‘regno’. L’approccio non è stato dei migliori. Ultimo posto in classifica, 3 allenatori cambiati e mercato dimenticabile. La solidità del nuovo Patron, però, si è vista eccome e dopo qualche tempo di ambientamento il Genoa era pronto ad affrontare al meglio la stagione in Serie B. D’altronde, il fondo dei ‘tre 7’ di esperienza nel panorama sportivo ne ha parecchia. Da alcuni anni, infatti, tiene in mano diverse azioni del Siviglia e possiede società di basket sparse per il globo. Con il progetto Genoa, quindi, la volontà era quella di fare le cose sul serio e per bene.
Tolto l’intoppo Blessin, non adatto al calcio italiano, gli americani hanno cambiato rotta dando il timone ad Alberto Gilardino. Il Campione del mondo, promosso dalla Primavera, si è fatto trovare pronto, con efficienza, solidità e concretezza. Senza proclami inutili, il Genoa si è ripreso la Serie A. Agli antipodi la Sampdoria. Riassunto della stagione? Sofferenza, tanta, troppa e non è ancora finita nonostante la retrocessione. Squadra travolta dai disastri societari senza precedenti, tra soci, azionisti e Patron dati alla fuga, poi riapparsi e di nuovo con il capo sotto la sabbia. Giampaolo e Stankovic hanno provato a tenere salda la rotta, ma in quel marasma era impossibile. Con il neo Presidente Lanna (ex bandiera della Samp D’oro) si è tentato di riacciuffare le briglie al ‘cavallo pazzo’, ma il campo non conosce clemenza. Ora, con il Genoa che festeggia la promozione, fa tristezza vedere una Doria che rischia il fallimento. Entro il 20 giugno devono arrivare i milioni per sanare i debiti, altrimenti il finale è già scritto.