Un anno sabatico, poi, a novembre, il ritorno in grande stile con la Stella Rossa. 10 vittorie in altrettante partite. Numeri record e metodi da esercito, ma con lui si vince sempre. Dusko Ivanovic, uno degli allenatori di basket più determinanti di sempre. “Sacrificio, duro lavoro, impegno ferreo e trionfi”.
18 titoli in carriera, una vita dedicata alla ‘palla a spicchi’. Duro, severo, estremo, condottiero come pochi
Classe ’57, età 65 anni, pelata sul davanti, coda di cavallo brizzolata dietro e sguardo che fa tremare. Questo è il biglietto da visita di Dusko Ivanovic, uno dei coach di basket più determinanti di sempre. Di origini montenegrine, è nato a Bijelo Polje, piccola città al confine con la Serbia. Tra guerre e bombardamenti, ha vissuto da vicino il conflitto serbo-croato di metà anni ’80 e inizi ’90. Forse gli occhi da combattente, duri e mai timorosi, li ha ereditati da quel periodo lì, da quei territori dell’est Europa dove la vita è dura, nessuno ti regala niente. Quest’indole da soldato, fatta di sacrificio e duro lavoro come elementi fondamentali per crescere e migliorare, è stata forgiata da una vita affatto ‘rose e fiori’. Una vita che Dusko si è dovuto costruire mattone dopo mattone, sempre con il basket al primo posto.
Non ha il talento di MJ, ma se ne frega e con impegno coltiva l’amore per la palla arancione. In quello spicchio di territorio, la tradizione cestistica è di tutto rispetto, ma l’occasione di sfondare nel basket che conta tarda ad arrivare. Alla soglia dei 24 anni, non più giovanissimo, viene ingaggiato dal Budućnost, squadra montenegrina. Qui stagioni positive, 7 in totale, prima del grande salto, che arriva con il passaggio allo Jugoplastika Spalato, storico club croato. In soli 3 anni (1987-1990) Dusko vince tutto tra Campionati, Coppe e Euroleghe. Ad oltre 30 anni, girovaga tra Svizzera, Spagna e Francia e inizia una prestigiosa carriera da allenatore. In panchina applica con successo metodi duri, estremi e maniacali, dove lavoro e sacrificio sono all’ordine del giorno. Vince dovunque. La sua modotologia diviene leggenda. Per la cronaca, nel 2016, con il Kimki Mosca, dopo una straripante vittoria di 34 punti, il giorno dopo fece allenare la squadra all’alba perché a fine 3° quarto erano sopra di 41. Storica fu anche la volta in cui, nel 2001, al Baskonia, in un’intera stagione lasciò solo 6 giorni liberi ai suoi giocatori. Sei giorni liberi su 300!
Dusko Ivanovic il coach che vince sempre e non ammette errori. La nuova avventura con la Stella Rossa
Tante le squadre in carriera per Ivanovic, che conta un palmares davvero ricco. 18 trofei totali. Dopo un anno sabatico, lo scorso 14 novembre si è seduto sulla panchina della Stella Rossa, uno dei più importanti club serbi. Situazione disperata prima del suo arrivo, con coach Vladimir Jovanovic che aveva perso totalmente la rotta. La squadra, costruita per vincere, era precipitata in zona playout ed in Eurolega occupava l’ultimo posto. Il sempreverde Dusko non ci ha pensato su due volte. Da amante delle sfide, ha accettato l’incarico e in poche mosse ha ribaltato la situazione. Con le innate capacità di cementificatore da gruppo, ha ricostruito l’autostima dei giocatori, scuotendoli, infondendo fiducia e coesione. La squadra si è compattata intorno al guru Ivanovic e lui l’ha condotta incontro a 10 vittorie consecutive in altrettante partite. Ad oggi, la Stella Rossa viaggia in piena zona playoff (al 3° posto) ed in Eurolega è risalita in top ten.
Dusko ha rivitalizzato campioni come Vidoza, Bentil o Nedovic, facendo girare l’intero roaster tra Campionato e Eurolega. Il tutto è stato possibile grazie alla sua maniacale cura dei dettagli ed ai suoi severi allenamenti. Con una metodologia quasi da esercito, ha ridato forma fisica alla rosa, facendo comprendere a tutti che solo con il duro lavoro si raggiungono grandi traguardi. Il suo approccio, da alcuni visto come estremo, ha scosso l’ambiente. Appena arrivato, ha licenziato tutti i vecchi assistenti, assumendone di nuovi e imponendo alla squadra allenamenti di oltre 6 ore. Fanno da eco le parole di Fontecchio che qualche anno fa è stato allenato da Ivanovic: “Sedute allucinanti con 10 km di corsa, sala pesi e altre 2 ore di preparazione, più sessioni di tiro e lezione tattica”. Insomma, con Dusko si lavora tanto, ma si lavora per vincere. d’altronde la sua carriera parla da sola. Un altro suo insegnamento prezioso è “mai accontentarsi”, come ha affermato in una recente conferenza stampa, dopo una vittoria per 40 punti: “Questa vittoria serviva per capire se possiamo competere ad alto livello. Ancora non siamo pronti”. Estremo si, ma vince sempre lui.