Dal 120° posto nel ranking Atp, al 9° in un solo anno. Il fuoriclasse di Murcia, Carlos Alcaraz, è entrato nell’olimpo dei campioni a soli 19 anni. L’elite del tennis ora lo guarda con rispetto e preoccupazione. Il talento spagnolo non vuole fermarsi. Gli ultimi risultati preannunciano una seconda parte di stagione ad altissimo livello. Obbiettivo: bissare i successi del connazionale Nadal. Alcaraz, tra talento, maturità e sicurezza, è di sicuro un predestinato.
La scalata fulminea alla Top 10. Sfrontatezza, fiducia in sé stessi e quei paragoni dovuti con Nadal
“Sono uno dei migliori giocatori al mondo”. A dirlo non è un veterano o uno sportivo nel pieno della maturità, ma un millennial sfrontato e consapevole delle sue potenzialità. Questo è Carlos Alcaraz e la sua recente dichiarazione lo descrive a pieno. A soli 19 anni, il talento di Murcia, nel giro di un anno, ha scalato il ranking mondiale issandosi al 9° posto. Dopo challenger e tornei minori, a metà 2021 Alcaraz ha iniziato ad inanellare successi e buoni piazzamenti tra Atp 500 e Master 1000. Nel finale della scorsa stagione, vincendo in scioltezza le NextGen Finals contro colleghi di pari età, aveva fatto vedere la sua superiorità, dimostrandosi già pronto per la top-ten. Da Gennaio l’accelerata decisiva: vittoria al Rio Open, splendida semifinale ad Indian Wells e successo all’Open di Miami. Ciliegina sulla torta la vittoria dell’ATP di Barcellona ed i paragoni con Nadal sono arrivati d’obbligo.
Infatti, come il fuoriclasse maiorchino nel 2002, esattamente 22 anni dopo e nello stesso identico giorno, anche Alcaraz è entrato in top-ten grazie al torneo di Barcellona, diventando il più giovane tennista a riuscirci, dopo Nadal per l’appunto. Per la cronaca, tra i record di precocità, è giusto nominare un altro giovane fuoriclasse, ovvero Bjorn Borg, che a soli 18 anni non solo entrò tra i primi 10 al mondo, ma anzi si piazzò addirittura in top 3. Tornando a parallelismo Alcaraz-Nadal, diverse sono le similitudini. Oltre alla nazionalità e ai successi precoci, non mancano assonanze nel gioco. Per entrambi la difesa è una delle armi migliori. Alcaraz copre con scioltezza il campo e come Nadal, costringe gli avversari agli straordinari per strappare un 15. Simile anche il gioco a rete, con le dovute differenze, ovvio: Nadal lo usa nei momenti critici, Alcaraz senza troppi ragionamenti, più per istinto.
Gioco universale, ordine e staff di livello. Alcaraz, talento, maturità e sicurezza, un predestinato.
Se a 19 anni, dalla 120esima posizione, sali fino alla 9° posto, non è un caso. Dietro alla grande crescita di Alcaraz c’è un programma preciso e dettagliato, fatto di elementi imprescindibili. Di sicuro, decisivo è il ruolo che sta svolgendo lo staff del giovane tennista. Puntando su disciplina, sicurezza e maturità precoce, Coach e preparatori stanno plasmando un vero campione. Alle spalle del talento spagnolo, essenziale è la presenza dell’ex numero 1, Juan Carlos Ferrero, allenatore di spessore capace di coltivare le potenzialità di Alcaraz e farle esprimere al meglio in perfetto stile iberico. Ad affiancare Ferrero, vi è Kike Navarro, vero asso per quanto riguarda la tecnica individuale e l’efficacia dei colpi. In un tennis con ritmi sempre più stressanti per fisico e mente, non poteva mancare il supporto della psicologa Isabel Balaguer e del preparatore atletico Alberto Lledò.
Riguardo a gioco e tattica in campo, Alcaraz, sapientemente guidato Ferrero, rispecchia in molti aspetti lo stile classico del tennista spagnolo: solido sulla terra rossa, arcigno nelle altre superfici e difesa rocciosa. Tuttavia, rispetto a campioni del passato come Ferrer, Moya o Brugera, Carlos ha dato l’impressione di avere qualcosa in più, come se con lui il tennis iberico avesse avuto un upgrade. Da formidabile regolarista qual’è, il 19enne spagnolo ha dato prova di grande adattamento ad ogni superfice. Sa esprimere il proprio tennis sia sul veloce che su campi più lenti. Il suo gioco da fondo, rapido ed esplosivo, è perfetto sulla terra rossa (vedi Barcellona) e sul cemento americano (come Indian Wells). Lo stesso vale per palle corte e gioco a rete, perfettamente adattabili ed universali. Insomma, ecco Alcaraz talento, maturità e sicurezza, un predestinato.