Spesso i calciatori hanno paura di scoprire cosa li attende al di fuori del rettangolo verde. Uno dei motivi per cui è difficile smettere di giocare è proprio l’incertezza sul futuro. Molti rimangono nel mondo del calcio, altri intraprendono percorsi del tutto nuovi: è il caso di Damiano Tommasi che dopo una brillante carriera calcistica tra Verona e Roma, ha deciso di accettare una sfida completamente diversa, diventando il sindaco di Verona.
La carriera calcistica di Tommasi: eroe dello scudetto con la Roma di Capello
Difficilmente avremmo immaginato un cambio di rotta così repentino da parte di Damiano Tommasi. Lui che ha iniziato a muovere i suoi primi passi nel calcio nel Negrar (piccolo comune vicino Verona). Dopo 3 anni nel settore giovanile dell’Hellas Verona, impiegato da difensore centrale, intraprende la carriera professionistica proprio con la maglia gialloblu, trasformandosi in un duttile centrocampista. Nella stagione ’95-’96, ottenuta la promozione in Serie A, riceve la chiamata della Roma. Il punto di svolta della sua carriera che lo porta a diventare un protagonista inaspettato del club giallorosso. Basti pensare che Fabio Capello lo ha definito “Il giocatore più importante della stagione dello Scudetto”.
Proprio in quello storico 2001, anno indimenticabile per il popolo romanista, Tommasi vince lo scudetto. Pedina di grande rilievo in quella Roma trascinata da Totti, Batistuta e Montella ma nel quale il centrocampista classe ’74 gioca un ruolo fondamentale: mediano duttile e abile nell’impostazione, punto di riferimento in mezzo al campo. Mastino gentile, ultimo a mollare e capace di andare oltre i suoi limiti tecnici con grande forza di volontà e determinazione. Il classico giocatore sottovalutato dal tifoso medio, ma non certamente dall’occhio attento degli esperti che valorizzavano le sue doti. Uno di quelli che non ha mai cercato la gloria personale, ma che ha vissuto una carriera lontano dai riflettori, cercando di essere funzionale per il gruppo.
Tommasi: il finale di carriera, presidente dell’AIC e sindaco di Verona
In dieci stagioni alla Roma Tommasi colleziona 351 presenze ufficiali e 21 gol. Nell’anno dello scudetto giallorosso, si conquista anche il posto nella Nazionale di Trapattoni, arrivando a disputare gli sfortunati mondiali del 2002 in Corea del Sud e Giappone. Il punto più basso della sua carriera lo tocca nel 2004, quando durante un’amichevole estiva in Australia subisce un grave infortunio al legamento crociato e al menisco del ginocchio destro che lo costringe ad uno stop di 15 mesi. Al suo rientrò non trova più Capello, che aveva fatto le sue fortune, ma Luciano Spalletti. Tommasi torna a giocare ma tra i postumi dell’infortunio e l’età che avanza, non riesce a rendere come prima e a fine stagione lascia Roma. Dopo le parentesi in Spagna al Levante, in Inghilterra al QPR e in Cina al Tianjin Teda, accetta anche di giocare in seconda categoria con il Sant’Anna d’Alfaedo e poi a San Marino, con il La Fiorita di Montegiardino.
Nel 2011 Tommasi diventa il presidente dell’AIC (Associazione italiana calciatori) e ci resta fino al 2020, anno di scadenza del mandato. Parallelamente nel 2018, con l’elezione di Gravina a presidente della FIGC, diventa consigliere federale. Un percorso che lo ha visto sempre all’interno del mondo del calcio, in una veste più istituzionale rispetto a molti suoi colleghi. Un ulteriore step della sua ricca carriera professionale è arrivato il 26 giugno di quest’anno con l’elezione a sindaco di Verona. L’ennesimo traguardo di un uomo che ha sempre vissuto da gregario, risultando, però, un assoluto protagonista in tutto quello che ha fatto. È stato così negli anni d’oro alla Roma, quando correva in tutte le zone del campo per dare libertà ai compagni e lo è anche adesso che con quella stessa determinazione ha raggiunto un’altro prestigioso traguardo.