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Superbike, Alvaro Bautista nuovo campione del mondo. Ducati torna al successo dopo 11 anni

Bautista

Sul circuito di Mandalika (Indonesia) Alvaro Bautista conquista con un round di anticipo il titolo di Campione del Mondo Superbike 2022. La Ducati, dopo il trionfo in MotoGP di sette giorni fa con Pecco Bagnaia, ottiene un altro successo di prestigio, riportando a Borgo Panigale un alloro mondiale che mancava dal 2011, quando Carlos Checa aveva dominato la stagione con la 1098R del team Althea Racing.

Bautista è il nuovo campione: a Mandalika non basta la “tripletta” di Toprak

Nel penultimo round del WSBK 2022 c’era ancora qualche piccola speranza per Toprak Razgatlioglu di lasciare aperto il discorso relativo al titolo mondiale fino all’ultima gara. Il turco della Yamaha ha fatto quello che poteva sul circuito indonesiano di Mandalika, conquistando tutte e tre le gare del week-end. Ma la tripletta di Toprak non è bastata: a Bautista, infatti, bastava perdere meno di 20 punti rispetto al rivale, e così è stato: Alvaro toglie lo scettro proprio a Razgatlioglu, che un anno fa festeggiava il titolo interrompendo l’infinita serie vincente di Rea. Una vittoria, quella del pilota iberico, arrivata soprattutto grazie ad una costanza di rendimento impressionante. Tra lui e il turco il numero di vittorie complessive è alla pari (14), ma i 29 podi e il fatto che nelle gare lunghe Bautista ha chiuso 20 volte su 22 in prima o in seconda posizione, hanno fatto la differenza.

Un dominio così evidente da aprire la porta alla possibilità di un nuovo regolamento, con l’eventuale introduzione di un limite minimo di peso moto-pilota, proprio per contrastare le prestazioni della Panigale V4R e Bautista, che con un totale di 20 kg in meno (con tuta e casco) rispetto a Rea avrebbe un vantaggio troppo grande rispetto agli avversari. Un polverone che è stato più volte alzato durante la stagione, e a cui Alvaro ha risposto in questo modo: “Non mi interessa cosa dice la gente. Chi segue davvero le gare sa benissimo quali sono i miei punti di forza e anche i miei punti deboli. Adesso faccio una domanda, se vinco grazie al motore, perché Pedrosa non ha vinto tante gare in MotoGP?”. Sarà interessante capire quali decisioni saranno prese in vista della prossima stagione, in cui la lotta tra Bautista, Razgatlioglu e Rea sembra essere più accesa che mai.

Un trionfo atteso dal 2011: Ducati interrompe un digiuno lungo undici stagioni
Max Biaggi, Marco Melandri, Noriyuki Haga, Carlos Checa. Altri protagonisti, altri tempi. Era il 2011 e la Ducati conquistava il suo ultimo titolo in Superbike con Carlos Checa, in sella alla 1098R del team Althea Racing. Un dominio incontrastato per il pilota spagnolo, vincitore di 15 delle 26 gare in programma. Il costruttore di Borgo Panigale sembrava essere avviato verso un lungo periodo di successi. Effettivamente, all’inizio del 2012 Checa vinceva tre delle prime quattro e si proponeva come principale favorito per l’alloro mondiale. Da lì le sue ambizioni si spegnevano, e concludeva solo quarto in classifica nell’anno del trionfo (e conseguente ritiro) di Max Biaggi su Aprilia. Nei due anni successivi Ducati spariva quasi completamente dai radar, poi ci riprovava a partire dal 2015 con Chaz Davies e la sua Panigale R del team ufficiale Aruba.it Racing, ma senza ottenere i risultati sperati.

Nel 2019 arriva la svolta. Si passa dal due al quattro cilindri, con la nuova Ducati Panigale V4R; il pilota scelto per affiancare Chaz Davies è Alvaro Bautista. All’inizio tutto sembra essere perfetto per il nuovo arrivato: 11 gare, 11 vittorie. Ma Rea non si arrende e attende il suo momento, che arriva poco dopo. Bautista inizia a commettere una serie di errori e la stagione si ribalta completamente. Nonostante le 16 vittorie complessive, Alvaro e Ducati decidono di dividere le proprie strade. Ma nel 2022 decidono di riprovarci. Alvaro accetta la sfida ed è subito competitivo. Il resto lo abbiamo già raccontato. Un mondiale praticamente perfetto per il pilota di Talavera de la Reina, che regala alla Ducati il primo titolo dopo un digiuno lungo undici stagioni. Una settimana dopo il trionfo di Bagnaia, viene compiuta la seconda impresa di un 2022 che difficilmente verrà dimenticato a Borgo Panigale.

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