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Sir Mo Farah, dal rapimento al titolo olimpico. La leggenda del mezzofondo compie quarant’anni

Rapito da bambino e portato illegalmente in Gran Bretagna, come ha svelato in un recente documentario della Bbc, Mo Farah è diventato uno dei più grandi mezzofondisti di sempre, vincendo titoli a ripetizione nei 5.000 e nei 10.000 metri. La leggenda del running compie quarant’anni

Rapito da bambino, Mo Farah è diventato il più grande

Nessuno poteva immaginare quale fosse la vera storia di Sir Mohamed Muktar Jama Farah, conosciuto dal mondo semplicemente come “Mo” Farah. Solo qualche mese fa, attraverso un documentario della Bbc, l’atleta britannico ha svelato al mondo intero come è avvenuto il suo viaggio dall’Africa orientale alla Gran Bretagna. All’età di nove anni, come ha dichiarato la leggenda del mezzofondo, Mo è stato rapito da Gibuti e portato illegalmente nel Regno Unito da una donna che non conosceva. La scusa era quella di fargli incontrare dei parenti. Ma una volta arrivato a Londra, la donna gli ha strappato di mano i documenti e lo ha costretto a lavorare come domestico per diversi anni, senza permettergli di andare a scuola fino ai dodici anni. “L’unica cosa che potessi fare – ha raccontato il campione – per allontanarmi da quella situazione era di uscire a correre”.

Il suo vero nome, quindi, non è Mohamed, ma Hussein Abdi Kahin. Suo padre era stato ucciso tanti anni prima, in Somalia – Paese d’origine dell’atleta – colpito da alcuni colpi di fuoco vacanti. Evidentemente le bruttissime esperienze vissute hanno aiutato Mo a diventare l’immenso campione che tutti conosciamo, facendolo concentrare sull’unica cosa che aveva la possibilità di fare: correre. Oggi, quello che è diventato uno dei più grandi mezzofondisti di sempre – e senza dubbio il più vincente – compie quarant’anni. Non si è ancora ritirato, ma il momento è vicino. Probabilmente, la Maratona di Londra di quest’anno sia la sua ultima gara. Ed è il momento giusto per ricordare le tantissime imprese realizzate da questo fenomeno dell’atletica, nominato Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico nel 2013 e dichiarato cavaliere dalla Regina Elisabetta II nel 2017.

Non il più veloce, ma certamente il più vincente

Nessuno ha vinto quanto Mo Farah nella storia del running. A partire dalla finale dei 5.000 metri ai World Athetics Championhips del 2011 (a Daegu) e fino alla finale dei 10.000 metri ai mondiali del 2017 (Londra) ha vinto dieci finali consecutive tra Olimpiadi e Campionati del mondo nelle due principali specialità del mezzofondo. In totale, ha portato a casa sei medaglie d’oro ai mondiali (tre nei 5.000 e tre nei 10.000 metri) e quattro medaglie d’oro ai Giochi (due e due), oltre ad altri due argenti mondiali, cinque ori e un argento agli European Athletics Championships. Eppure, guardando i migliori tempi messi a segno nel corso della sua carriera, Farah non si è mai avvicinato ad altri campioni del passato come Paul Tergat, Haile Gebrselassie e Kenenisa Bekele. La sua specialità erano le gare tattiche – tipiche delle competizioni più importanti – e in volata era praticamente imbattibile.

Dati alla mano, le migliori prestazioni di sempre di Mo nei 5.000 metri (12:53.11) e nei 10.000 metri (26:46.57) non rientrano nemmeno nelle prime trenta performance all-time delle rispettive specialità. Eppure, ha vinto più di tutti. Farah detiene comunque un record del mondo, seppur non troppo importante, come quello dell’ora in pista (21,330 km), messo a segno a Bruxelles nel 2020. Inoltre, ha la migliore prestazione mondiale – un primato che non viene registrato come World Record – sulla distanza delle due miglia indoor. A partire dalla fine del 2017, Mo si è allontanato dalla pista dedicandosi a tempo pieno alle gare su strada, e in particolare alla maratona. Nel 2018 ha vinto la Maratona di Chicago in 2:05:11, realizzando quello che ai tempi era il primato europeo sui 42,195 km. Un fuoriclasse completo, capace di dominare nelle gare su pista, ma anche di ottenere grandi risultati sulle distanze più lunghe.

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