L’addio al calcio di Santon: il ragazzo prodigio condannato dagli infortuni

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“Sono costretto a smettere di giocare. Non per non aver avuto offerte, ma perché il mio corpo, con tanti infortuni avuti in passato, non ce la fa più. Sono costretto a farlo. Non voglio, ma devo”. Con queste parole Davide Santon ha dato, pochi giorni fa, il suo addio al calcio giocato. A 31 anni l’ex terzino di Roma e Inter deve alzare bandiera bianca in maniera inaspettata, interrompendo una carriera che, all’inizio, sembrava destinata ad essere radiosa.

Santon e Cristiano Ronaldo
Santon e Cristiano Ronaldo Roma vs Juventus

Santon lascia il calcio: “Troppi infortuni, rischierei di avere delle protesi”

Una notizia che ha spiazzato tutti gli appassionati di calcio, soprattutto perché si tratta di un ragazzo italiano, un professionista esemplare che negli anni ha sempre dato tutto per le maglie che ha indossato. Una decisione sofferta, come ha sottolineato lo stesso Santon in un’intervista a ‘tuttomercatoweb’, ma necessaria, in quanto il suo fisico non gli permette più di esprimersi ai livelli che desidera. “Nel primo anno in cui sono stato fuori rosa, ho vissuto un controllo dopo l’altro ma non c’è niente da fare: l’unica cosa sarebbe rischiare di avere delle protesi. Ancora riesco a camminare sulle mie gambe ma per fare il giocatore professionista serve altro“.

In Serie A devi spingere, il ginocchio destro non si piega, sforzavo la gamba sinistra e il flessore è andato. A ogni minimo sforzo c’è sempre il rischio di stirarsi, di star fermi. Giochi una gara, ne stai fuori cinque. Una scelta consapevole quella di Davide che ha comunque vissuto una carriera importante, a tratti da sogno. A soli 17 anni ha esordito in Serie A con la maglia dell’Inter grazie all’intuizione di José Mourinho che lo ha buttato dentro da titolare nel gennaio del 2009 contro la Sampdoria. Quell’anno il ragazzo prodigio, non ancora maggiorenne, non solo ha collezionato 16 presenze in campionato, ma anche 2 in Champions League. Il salto nella prima squadra, guidata dallo Special One, lo ha portato ad essere inserito dalla UEFA nella lista dei 10 giovani più promettenti del panorama continentale.

Santon e Mourinho
Santon e Mourinho Inter (Sky Sport)

Santon dalla Premier alla Roma, dice addio al calcio

Il punto cruciale che ha segnato in negativo la sua carriera è stato l’infortunio al menisco destro rimediato con la nazionale U21. “Quando mi sono infortunato a 18 anni, mi hanno fatto un’entrata. Sentii che il ginocchio si era rotto, mi faceva male. A fine primo tempo sono entrato negli spogliatoi, il secondo allenatore mi disse ‘abbiamo bisogno di te’, e decisi di non mollare. Giocai tutto il secondo tempo col ginocchio rotto e lo sfondai. Da una fratturina diventò una fratturona. A 18 anni vuoi dimostrare, hai fame, mi hanno dato un antinfiammatorio e sono andato in campo. Poi però non riuscivo più a camminare”. Ad oggi per Santon è il più grande rimpianto, un atto di coraggio o forse incoscienza che lo ha, di fatto, condannato per il proseguo della sua carriera.

Dopo la parentesi al Cesena, un bagliore di luce si intravede con il trasferimento in Premier League, al Newcastle. Le prime due stagioni positive sono seguite da nuovi infortuni che tornano a tormentarlo e il ritorno all’Inter non migliora la situazione. Santon approda alla Roma ma ormai i problemi fisici hanno preso il sopravvento. Neppure con l’arrivo in giallorosso di Mourinho, l’allenatore che lo aveva lanciato, le cose cambiano. Ai margini del progetto, Santon matura la decisione che ad oggi lo porta all’addio al calcio. Difficile intravedere quale possa essere il suo futuro, come ha sottolineato lui stesso: “Ho la famiglia, due bambine, ora mi dedico a loro, poi vedrò se restare nel calcio che è diventato un mondo dove non c’è l’amore con cui sono cresciuto. La cosa che mi piacerebbe fare è allenare in un settore giovanile”. Si conclude la carriera di Davide Santon, un talento piegato dal destino.

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