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NBA Playoff 2023: ci saranno delle sorprese

La regular season si è conclusa. Tra schiacciate, tiri da tre e stoppate stellari, ad Est vincono i ‘cervi di Milwaukee’, ad ovest Jokic trascina Denver. Ora si entra nella fase calda, quella dei Playoff NBA 2023. Tra delusioni, sorprese e conferme, quest’anno tutto potrebbe essere diverso.

Da sinistra, Sabonis e Malin Monk dei Sacramento Kings (fonte Cnn)

Doncic-Lillard che delusione. Knicks e Kings sorprese. Milwaukee e Boston sempre presenti

Migliaia di palle schiacciate a canestro, caterve di punti incastonati nei tabelloni, giocate da urlo e la prima parte di stagione è andata in archivio. Sembrava ieri quando Boston demoliva Philadelphia con i 70 punti in due di Brown e Tatum, invece sono trascorsi 6 mesi. Ogni squadra ha messo a referto le sue canoniche 82 partite tra est e ovest. I pronostici, le previsioni e i calcoli di inizio stagione, com’è in perfetto stile americano, sono stati ribaltati. Si sa, il campo è il giudice supremo. Guardando alla rosa delle qualificate ai Playoff NBA 2023, appare subito chiaro che la situazione è diversa dal solito. Infatti, tolti i colossi Boston, Milwaukee e Grizzlies, che da qualche anno, ormai, fanno la voce grossa nella regular season, a rubare la scena sono le grandi escluse e i team che ad inizio stagione tutti davano per ‘morti’. Nell’NBA odierna, infatti, non sembrano esserci più certezze o punti fermi a cui aggrapparsi.

Governano due regole, ‘tutto è possibile’ e ‘la programmazione, insieme all’organizzazione, daranno sempre del filo da torcere ai milioni spesi’. Prendiamo in esame la sorprendente stagione di Sacramento e N.Y Knicks. Date come piazzate a metà classifica o qualcosa meno dai bookmakers, le due outsiders hanno sconvolto i piani alti, prendendosi con slancio il ‘lingotto dorato dei playoff’. Oltre a giocatori forti come Murray e Fox, o Grimes e Quickley, entrambe hanno fatto dell’organizzazione e del loro spumeggiante gioco le armi migliori. Chi, invece, ha peccato nella programmazione, andando in confusione tra panchina e società, sono Mavericks e Blazers. Portland non è riuscita a sostenere un Lillard extralusso, mancando ancora una volta i Playoff, ma a fare più tristezza è Dallas. Semifinale lo scorso anno ed oggi un ‘penoso’ 11° posto. Doncic faceva fatica a tirare la carretta da solo, allora gli è stato affiancato un fenomeno come Irving, che, invece, non ha fatto altro che peggiorare tutto.

Joel Embiid, colosso dei Philadelphia 76ers e capocannoniere dell’NBA

Philadelphia, Phoenix e Denver, sarà l’anno buono? NBA Playoff 2023, niente è come prima

Sarà un playoff diverso dal solito, quindi, dove le outsiders vorranno mantenere il trend positivo avuto in regular e le big dovranno confermare di essere le migliori contender. Poi, concedetemi una ‘terza’ faccia della medaglia, c’è anche spazio per quelle squadre che non hanno mai vinto questo titolo, o sono passati circa quart’anni dal loro ultimo successo, ma guardandole dici: “Sai che forse il 2023 è l’anno buono?!”. Stiamo parlando di Denver, Philadelphia e Phoenix. Nonostante una buona capacità organizzativa a livello societario-amministrativo, le 3 squadre non hanno mai avuto un roaster valido per competere fino in fondo. D’altronde si sa, in NBA, durante la regular season, anche con una squadra non eccelsa, te la puoi cavare lo stesso, strappando una qualificazione playoff, poi, però, è in quel momento che la musica deve cambiare. Nella fase calda della stagione, serve necessariamente il salto di qualità e lo puoi fare solo con i fuoriclasse veri.

L’esempio perfetto sono i Golden State dello scorso anno. Arrivati ai playoff tutt’altro che da favoriti, ma potendo contare su un ‘master-player’ come Step Curry, hanno compiuto una cavalcata pazzesca, vincendo l’ennesimo anello. Nelle stagioni passate, Denver, ‘Phila’ e Phoenix, chiudevano sempre la ‘regular’ in ottime posizioni, dimostrando di poter competere fino alla fine. Eppure, puntualmente, il castello, che sembrava perfetto, crollava. In un certo senso, i Playoff sono ‘un altro sport’, perché quelle partite le domini solo se hai giocatori abituati a farlo, solo con i cannibali. Nelle annate passate, Nuggets, Suns e 76ers avevano si ottimi interpreti, ma da soli non bastavano. Ora, invece, tutto potrebbe essere diverso. Denver, affianco al suo bi-campione MVP Jokic, ha messo gente extralusso come Jamal Murray, Caldwell-Pope e Michael Porter. Lo stesso vale per Phoenix, che, oltre all’eterno Chris Paul, può contare sull’icona Durant e Booker, finalmente esploso. E Philadelphia può tornare a trionfare nell’anniversario dell’ultimo titolo datato 1983? Certo che sì, con Embiid in forma aliena, il ‘barba’ Harden e Maxey tutto è possibile.

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