Mondiale Femminile, gli USA vinceranno anche quest’anno?

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Se si può dire che i colonizzatori inglesi hanno portato in America il calcio, per quanto riguarda quello femminile, l’allievo ha di gran lunga superato il maestro. Almeno quando si parla degli Stati Uniti.

Marta (Brasile) esulta dopo un gol nel Mondiale Femminile (Credits: FB FIFA)
Marta (Brasile) esulta dopo un gol nel Mondiale Femminile (Credits: FB FIFA)

Chi vincerà il mondiale di calcio femminile in Australia e Nuova Zelanda?

Alla soglia del mondiale di calcio femminile in Australia e Nuova Zelanda, la formazione favorita anche nel 2023 è quella degli Stati Uniti. La formazione capitana da Megan Rapinoe è l’attuale campione in carica e con quattro stelle sul petto possiede anche il record di tornei iridati vinti. La loro vittoria però non è così scontata come quella del 2019 in Francia quando, battendo i Paesi Bassi in finale per 2 a 0, hanno conquistato il loro secondo titolo mondiale consecutivo. Per diventare campionesse per la terza volta di fila la strada è ardua. Se già nella scorsa edizione abbiamo potuto vedere i frutti del cambio di marcia nei confronti del calcio femminile che ha caratterizzato alcuni Paesi europei, quest’anno la competizione può riservarci molte altre sorprese. Oltre a Inghilterra, Svezia, Francia, Olanda e Spagna, in Africa e in Sudamerica il livello tecnico delle atlete (già fisicamente forti) si è alzato gradualmente.

Per non parlare delle padrone di casa dell’Australia, la cui nazionale è composta da calciatrici che militano nei campionati più competitivi del mondo, tra cui quello statunitense. Sono decime nel ranking FIFA e sono le più motivate. Su Disney + è da poco apparso un documentario a loro dedicato: “Matildas. Il mondo ai nostri piedi“. Tra di loro c’è Sam Kerr, giocatrice di indiscusso talento e prima donna ad essere apparsa nella copertina di FIFA. Dall’altro lato del mondo c’è il Brasile di Marta. La calciatrice della Seleçao con 17 reti all’attivo è la miglior marcatrice del torneo. Questa è la sua sesta e, probabilmente, ultima partecipazione al mondiale che fino ad ora non è mai riuscita a vincere. In patria è considerata la migliore di sempre. Ad allenare la nazionale brasiliana c’è Pia Sundhage, già ct di USA e Svezia. Dell’Italia, invece, abbiamo parlato qui.

Grafica dedicata a Megan Rapinoe (Credits: FB FIFA)
Grafica dedicata a Megan Rapinoe (Credits: FB FIFA)

Perché gli USA vinceranno il mondiale femminile?

Nonostante il numero di squadre sia aumentato e la qualità del gioco si sia sviluppata in tutto il mondo alla domanda “chi vincerà il mondiale femminile?” la risposta più probabile è sempre la stessa: gli USA. Le americane sono ancora le più forti di sempre perché per loro il calcio femminile è una cosa seria già da parecchi anni. La famosa “programmazione” che in Italia è appena cominciata, oltreoceano parte da lontanissimo, negli anni Settanta. Non è solo una questione storica. Anche il momento e il modo in cui si investe nelle giovani sono diversi. Già nella scelta del college alle ragazze è fornita una borsa di studio per meriti sportivi e i campionati universitari sono di alto livello. Le squadre della lega professionistica attingono direttamente da questo vivaio, un po’ come succede in NBA. Per questo, nonostante i molti infortuni, gli USA sono ancora favoriti.

Con la nascita della National Women’s Soccer League (NWSL), cioè la maggiore competizione americana, il calcio femminile statunitense ha trovato la sua quadra e attrae calciatrici da tutto il mondo. C’è un unico sponsor per quasi tutte le squadre e un fondo che garantisce lo stipendio. Ma non è solo una questione di storia, anche di cultura. Negli USA è stato stabilito il numero record di spettatori per una partita, che ha superato i novanta mila. Le beniamine, come Alex Morgan e Megan Rapinoe, sono personaggi pubblici, politicamente esposti. Sono riuscite ad ottenere l’equal pay (donne e uomini vengono pagati allo stesso modo per indossare la maglia a stelle e strisce). Rapinoe ha annunciato che questo sarà il suo ultimo mondiale ma è già pronta a succederle una nuova generazione di calciatrici. Da tenere d’occhio Sophia Smith, MVP in NWSL, classe 2000.

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