LeBron James non disputerà i playoff NBA per la seconda volta da quando è ai Los Angeles Lakers. Il Re guarderà la fase più bella della stagione dalla televisione e dovrà attendere ancora un pò per provare a conquistare il quinto anello e raggiungere l’amico fraterno Kobe Bryant. Ci avviciniamo alla parte più entusiasmante della stagione cestistica americana ma non vedere LeBron sul parquet renderà il tutto molto meno affascinante.
I record di LeBron non bastano a salvare una squadra allo sbando
Difficile credere che la franchigia capace di vincere fino a due anni fa il titolo NBA, possa oggi essere fuori dai playoff. In estate i Lakers hanno aggiunto al roster giocatori del calibro di Carmelo Anthony e Russel Westbrook ma questo non è bastato, anzi. La squadra è sembrata più che mai allo sbando, senza idee e soprattutto senza alchimia tra i protagonisti. Gli infortuni della seconda stella più importante della franchigia, Anthony Davis, hanno condizionato enormemente la stagione dei gialloviola. Tutte le responsabilità sono state affidate a LeBron James che a 37 anni ha disputato una delle sue migliori stagioni regolari di sempre. Non a caso è diventato il giocatore più anziano nella storia della Lega a chiudere una stagione con 30 punti di media a partita.
“Sono venuto qui per vincere un titolo e lo abbiamo fatto- ha detto LeBron dopo la cocente delusione- ho ottenuto quello che volevo, ma voglio di più e sono certo che lo voglia anche la squadra. Quando ho firmato per venire qui, avevo detto a Magic Johnson e Rob Pelinka che volevo riportare il titolo ai Lakers: l’abbiamo fatto, ma ora voglio rifarlo di nuovo”. Le motivazioni del Re non si sono spente neppure dopo un fallimento sportivo di questa portata. Il paradosso sta proprio nel fatto che in una delle stagioni più fenomenali di ‘The Chosen One’, i Lakers non siano ai playoff. Lebron pochi mesi fa è stato capace di riscrivere un nuovo fantastico record: sommando i punti segnati in regular season e ai playoff, contro i Golden State Warriors è diventato il miglior realizzatore nella storia della NBA, superando il record di Kareem Abdul-Jabbar.
Un trio incompatibile
Coach Vogel è stato sollevato dall’incarico, considerato il principale responsabile del fallimento dei Lakers. Certamente, però, i giocatori non hanno meno colpe e in estate potrebbe arrivare una nuova rivoluzione. Westbrook ad esempio, non ha dato quell’apporto che ci si aspettava da un campione del suo calibro e non è escluso che possa lasciare L.A. dopo appena una stagione. La convivenza in campo con LeBron è stata complessa, nonostante i due siano molto amici fuori dal parquet. La sconfitta di pochi giorni fa contro i Phoenix Suns, che ha eliminato i gialloviola anche dall’accesso ai play-in, è solo la goccia definitiva in un mare in tempesta.
Una squadra assemblata male, senza tiratori di livello, senza difensori degni di nota, ma soprattutto senza un’idea di gioco. I Lakers dovranno inevitabilmente ripartire da LeBron, cercando, però, di costruire un roster funzionale al nativo di Akron. Magari con qualche stella in meno ma con maggiore sostanza sui due lati del campo. Il percorso che i gialloviola dovranno intraprendere sarà lungo e complesso ma quando il capitano della nave si chiama LeBron James, non c’è tempesta che non si possa superare.