Italrugby, in arrivo l’ennesimo cucchiaio di legno?

Ultime notizie

MotoGP: a che punto è Marc Marquez?

Dopo i test di Valencia le aspettative erano altissime....

Superbike: cosa ci ha detto il primo round?

Il primo round della Superbike 2024 ha messo in...

Le nuove leve del tennis ATP: rivoluzione in atto?

Sono tanti i giovani tennisti che stanno raggiungendo i...

Superbike 2024: i big all’assalto di Bautista, ma attenzione ai rookie

Lo spagnolo cerca il tris dopo i titoli conquistati...

Share

Gli azzurri, a fondo classifica dall’inizio del Sei Nazioni, rischiano, nuovamente, di chiudere all’ultimo posto. Sarebbe la 18° volta in 23 partecipazioni. Oltre al cucchiaio di legno, per l’Italrugby concreto anche il pericolo whitewash, zero vittorie nell’intero torneo. Intanto, Irlanda e Francia si giocano il titolo.

Italrugby cucchiaio di legno
Simpatica riproduzione del cucchiaio di legno da parte dei tifosi azzurri (fonte èNordEst)

Su 23 edizioni 17 ultimi posti. Per l’Italrugby il cucchiaio di legno è una maledizione

Nel gergo rugbystico, dicasi ‘cucchiao di legno’ il simbolico titolo assegnato alla squadra che si classifica all’ultimo posto nel torneo Sei Nazioni. Insomma, un riconoscimento che sbeffeggia, umilia e accentua il fallimento sportivo. Questo ‘denigratorio’ premio, l’Italrugby, nel corso della sua storia, lo ha conquistato (si fa per dire) ben 17 volte. Ammazza, diranno i miei cari lettori. Esatto, 17 cucchiai di legno sono parecchi, ma se si guardano le partecipazioni dell’Italia al Sei Nazioni, sembreranno ancora di più. Infatti, gli azzurri hanno preso parte al Torneo tra le migliori squadre europee in 23 occasioni (a partire dal 2000) e quindi solo in 6 edizioni non hanno chiuso la competizione all’ultimo posto. Un filotto negativo degno di una ‘Nazionale cenerentola’, o per dirla in lessico calcistico, di una ‘squadra materasso’. Fino a qualche anno fa, l’impressione che dava l’Italrugby era proprio questa: una Nazionale fragile, debole e che faticava a stare al livello delle altre.

Eppure, la passata stagione, dopo importanti vittorie contro colossi del rugby, aveva fatto sperare in un nuovo inizio per il gruppo azzurro. Tuttavia, i recenti risultati al ‘torneo dei sei’ hanno mostrato dei passi indietro sul cammino di crescita del rugby italiano. In altre parole, la generazione di player azzurri è di pasta buona, diversi elementi sono di comprovato livello, ma questo Sei Nazioni ha messo in luce molti lati negativi. Nelle 4 partite disputate finora, oltre ad arrivare tutte sconfitte, quello che ha intristito di più i tifosi azzurri è stato l’approccio alla gara degli uomini di coach Crowley. In ogni match, Lamaro e compagni hanno sempre iniziato in punta di piedi, venendo subito schiacciati dalla verve avversaria. Dopo che subisci 3 mete ‘pronti via’, risalire la china è parecchio complicato. Solo nella prima gara, quella persa di misura con la Francia, l’Italrugby ha dato l’impressione di poter rimontare, ma nelle restanti partite quella mentalità è mancata.

Giocatori irlandesi e francesi in azione (fonte Gazzetta)

Il Sei Nazioni palcoscenico per le squadre migliori. Irlanda e Francia si confermano le più forti?

I nostri azzurri, finora, non hanno convinto, nonostante buone aspettative iniziali. Parliamoci chiaro, tra le Nazionali al torneo, guardando al palmares, l’Italia è quella meno quotata, in più l’inesperienza a certi livelli di determinati giocatori pesa, eppure qualcosa in più ci si aspettava. Capuozzo, Allan, Cannone o lo stesso Lamaro potevano e dovevano dare di più, soprattutto considerando quello che avevano mostrato la passata stagione. Ora, nell’ultimo match contro la Scozia, sarà ardua vincere per l’Italrugby, scacciare la maledizione del ‘cucchiaio di legno’ e scongiurare il whitewash, ovvero le zero vittorie nell’intero torneo. Dall’altra parte, ci saranno i bianco-crociati che, nonostante buone prestazioni, sembrano lontani parenti della generazione scozzese che impressionò il mondo rugbystico negli anni ’90. Chi, invece, sta dominando è il duo Irlanda-Francia. Entrambe occupano i primi due posti del ranking mondiale e durante il Sei Nazioni hanno mostrato la loro forza.

Per gli irlandesi di coach Andy Farrell, finora, filotto completo, primato in classifica e vittorie schiaccianti che danno conferma della loro superiorità. Al 2° posto c’è la Francia dell’eclettico coach Fabien Galthié, che ha alternato prestazioni sontuose, come i 53 punti siglati contro l’Inghilterra, a partite confusionarie, vedi la sconfitta proprio in Irlanda. Queste due Nazionali, al momento, sono senza dubbio le migliori e negli ultimi anni è chiaro a tutti come abbiano scansato dal primato europeo Inghilterra, Galles e Scozia. Le tre formazioni britanniche, guardando a ritroso, hanno fatto la storia di questo sport, potendo contare su palmares stra-ricchi. Ad oggi, tuttavia, a rubare la scena ci sono Irlanda e Francia, grazie a generazioni d’oro e ad un comparto rugbystico molto seguito e sostenuto in patria. D’altronde, i francesi, il prossimo settembre, ospiteranno la decima edizione della Coppa del mondo e vorranno farlo da autentici protagonisti del rugby.

spot_img