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Mamma, mamma: da grande voglio fare il videogamer

“Non stare troppo vicino allo schermo che ti fa male agli occhi” o “ancora cinque minuti”. Sono esempi di frasi ricorrenti con cui molti di noi sono cresciuti. La tecnologia negli ultimi anni ha avuto uno sviluppo esponenziale e così è stato anche per l’industria dei videogiochi: settore in costante crescita, come anche il suo pubblico. Come succedeva nel film “The Wizard” diretto da Todd Holland nel 1989, oggi sono molti gli “atleti” che si sfidano nei numerosi tornei presenti sullo scenario degli eSport.

Campionato di Space Invader del 1981

Cosa si vince? Semplice, cifre da capogiro, numeri talmente alti da spingere alcuni genitori a spronare i figli a diventare campioni di uno sport elettronico, spesso sacrificando amicizie e il tempo per studiare. Gli eSports sono l’essenza di questo cambiamento, una forma di agonismo puro in una disciplina fatta di statistiche, anticipazioni, riflessi veloci, nozioni e conoscenze.

La popolarità crescente degli eSport

Grazie ai dati pubblicati da AESVI (qui trovate il report) in collaborazione con Nielsen, siamo in grado di darvi un’idea di come la notorietà degli eSports stia crescendo. Sul territorio nazionale, almeno 1.200.000 persone di età compresa tra i 16 e i 40 anni si considerano fan moderati che seguono gli eSports abitualmente. Tra le file di questi, 350.000 persone si considerano fan accaniti che seguono notizie ed eventi quotidianamente. Ma cosa spinge il loro interesse verso queste discipline elettroniche?

Il 79% dei fan lo seguono per puro intrattenimento mentre il 67% di loro lo fa per apprendere i segreti dei campioni, con l’intento di migliorare il proprio stile di gioco. I videogiochi di sport sono al primo posto, seguiti dai MOBA (Multiplayer Online Battle Arena, es: League of Legends), gli RTS (Real Time Strategy, es: Starcraft II) e i Battle Royale (es: Fortnite). Non mancano i giochi Sparatutto, quelli di Racing, i Picchiaduro e giochi online di carte collezionabili (es: Hearthstone). Ognuno di questi sport ha poi diversi campionati e divisioni che, in genere culminano in veri e propri eventi sportivi seguiti in tutto il mondo.

eSport: tornei e montepremi

Al primo posto dei tornei di e-Sports più seguiti in Italia troviamo la Call of Duty World League, i campionati mondiali del celebre sparatutto. Segue l’Italian eSports Open, evento che ha avuto luogo nel 2018 e che riunisce diverse discipline. La FIFA Global Series è il terzo evento più seguito dagli italiani mentre League of Legends si prende quarto e quinto posto con il campionato Europeo e quello Mondiale.

Le FIFA Global series 2018

Data la mole di business e marketing dietro a questo fenomeno sportivo, i premi si sono fatti sempre più consistenti, permettendo a molti campioni di portarsi a casa fino a 7 milioni di dollari a seconda dell’importanza e della popolarità del torneo. Inutile dire che tra le società esiste una vera e propria compravendita di pro-players, proprio come siamo abituati a vedere nel calcio. Inoltre, ogni giocatore, team e società vengono supportati dagli immancabili sponsor di settore che contribuiscono attivamente alle competizioni. Tra gli eSports più proficui per i partecipanti vediamo in cima alla lista Dota 2, Fortnite, League of Legends e Counter-strike: Global Offensive.

La vita di un pro-player

Un calciatore professionista, durante preparazione atletica, può arrivare ad allenarsi anche 8 ore al giorno, tra campo e palestra. Durante la stagione, invece, il carico atletico di solito diminuisce e gli allenamenti possono durare molto meno. Lo stesso vale per tutti gli altri sport: c’è un limite, quello fisico, per cui gli atleti devono riposare. Negli eSports questo limite cade. I pro-player possono allenarsi per 10 o 14 ore di fila: dovendo stare seduti al computer, l’unico limite è il sonno.

Una team house: le squadre più importanti hanno case dove i gamer vivono e si allenano

Non si tratta solo di giocare per affinare la tecnica. Molti degli eSports di maggior successo richiedono una conoscenza profonda delle statistiche di gioco. Gli elementi tattici e di preparazione sono fondamentali nell’allenamento di un pro-player. Mentre un calciatore, finito l’allenamento va a casa a scaricare i muscoli e a riprendere fiato, i professionisti degli eSport non staccano mai: il cervello è sempre concentrato sul gioco. 

Anche per questo, la maggior parte dei pro-player sono giovanissimi. Non è raro vedere ragazzi di 16 o 17 anni gareggiare nei tornei più importanti. Hanno un netto vantaggio in termini di reattività e coordinazione occhio-mano, oltre ad essere i principali fruitori dei giochi stessi. Sono sponsorizzati, hanno contratti professionistici con varie società, devono gestire milioni di fan: non sono pochi quelli che cedono alla pressione e si ritirano. Anche per questo alcune case produttrici limitano la presenza di minorenni tra le squadre professionistiche.

Uno streamer e il suo setup

Si può guadagnare senza essere un campione?

Negli ultimi anni, oltre alle competizioni di eSport e alle loro celebrità, altre figure si sono sviluppate intorno a questo mondo: gli Streamer. Come i primi anni Duemila ci hanno insegnato, si può accedere ad una miriade di contenuti tramite lo Streaming. Molti giocatori, invece di intraprendere una carriera esclusivamente competitiva, preferiscono diventare degli intrattenitori. Sono simpatici, spesso rumorosi e molte volte arroganti: li vedi impegnati nel spiegare un gioco appena uscito oppure a fare gli scemi con gli amici in chat. Tra le piattaforme più usate da questi intrattenitori spicca la più celebre Twitch TV.

Questa è un vero e proprio broadcaster di videogiochi, con canali dedicati alle singole produzioni e ai vari tornei. Come succede negli sport più seguiti, le partite dei tornei di eSport vengono commentate dal vivo da giornalisti e tecnici, c’è il pre-partita con i pronostici e le statistiche dei giocatori, ci sono i post-partita con i replay e le analisi tattiche del game appena concluso. Si creano quindi dei fenomeni mediatici: ci sono i pro-player famosi e i fuoriclasse idolatrati dalle masse. Insomma c’è tutto il pacchetto completo dell’intrattenimento sportivo.

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