Dopo una convincente qualificazione senza errori, Elena Vallortigara ha raggiunto il bronzo mondiale nella notte tra martedì e mercoledì, le 17:40 nell’Oregon. Così, la saltatrice ha riportato il tricolore su un podio mondiale dell’alto undici anni dopo Antonietta Di Martino, anche lei bronzo nell’edizione di Daegu 2011.
Elena Vallortigara e l’attimo di magia
La medaglia sognata per lunghi anni arriva in una fresca sera d’estate americana. Elena Vallortigara coglie finalmente il tanto agognato (e meritato) riconoscimento internazionale indossando il bronzo nella finale dell’alto del Mondiale di Eugene. Il suo volo è a due metri esatti. E per qualche istante è addirittura d’oro. Poi i salti dell’australiana Eleanor Patterson (oro) e dell’ucraina Yaroslava Mahuchikh (argento) a 2,02 la riportano sul terzo gradino del podio. Ma non c’è, non ci può essere sentimento diverso dalla gioia per questa grande impresa di Elena Vallortigara, autrice di un percorso netto fino a 2,00 (con salti a 1,84; 1,89; 1,93; 1,96; 1,98; 2,00), e fiera combattente anche due centimetri più su, nella lotta per l’oro.
Nello sviluppo della gara, prova dopo prova, gli errori tardano ad arrivare. In dieci superano l’1,93 e in 8 l’1,96, cinque di loro addirittura senza mai far cadere l’asticella. Tra loro anche Elena Vallortigara, efficace nell’azione, composta, in qualche occasione a sfiorare la barra, ma sempre con il ruolino immacolato. A 1,98 si comincia a sbagliare, ma l’azzurra e la Mahuchikh continuano la loro sfida sul filo della perfezione. Si resta in cinque quando il display fa cifra tonda, 2,00. l’altra ucraina, Gerashchenko, è terza (un errore a 1,96), l’australiana Patterson quarta (1,98 alla terza), l’uzbeka si tiene un tentativo di riserva dopo due errori a 1,98. L’attimo della magia: sbagliano tutte tranne Elena Vallortigara, perfetta fino alla caduta sui sacconi.
Un lampo e due metri ritrovati
Ora è lei la lepre, da inseguire in testa. Ma non è finita, perché, incredibile ma vero, riescono anche le altre tre, tutte al secondo tentativo. Si sale a 2,02, con Vallortigara chiamata per ultima in pedana. L’australiana Patterson riesce subito, e va in testa. Mahuchikh ce la fa al secondo tentativo, mentre Gerashchenko e Vallortigara si fermano. Gli ultimi salti a 2,04 non cambiano la storia. Patterson è d’oro, l’ucraina d’argento. Elena Vallortigara centra il bronzo, riportando il tricolore su un podio mondiale dell’alto undici anni dopo Antonietta Di Martino, anche lei bronzo nell’edizione di Daegu 2011.
“Questa medaglia pesa davvero tanto. L’ho desiderata, sognata, ne ho avuto paura, per tanto tempo. Dopo la delusione di Tokyo volevo scrivere un altro finale: ho trent’anni, quasi trentuno, non farò tante altre stagioni nell’atletica ma ho promesso a me stessa che questo obiettivo della medaglia mondiale l’avrei raggiunto”. Negli occhi c’è la gioia, sempre sobria, posata, nel pieno stile di Elena Vallortigara, una donna forte, sensibile, che ha conosciuto più delusioni che trionfi e che finalmente salta sul podio più meritato. “Sì, sicuramente è una medaglia che vale una carriera. Penso di aver aperto un altro mondo a me stessa con questa manifestazione, sono veramente felice e orgogliosa di me”. Un lampo, i due metri ritrovati dopo quattro anni, da quel 2,02 di Londra del luglio 2018.