Daiya Seto: il caro prezzo dell’infedeltà

Ultime notizie

Jannik Sinner: quando arriverà il numero 1?

Sul fatto che l'altoatesino sia destinato a diventare il...

MotoGP: a che punto è Marc Marquez?

Dopo i test di Valencia le aspettative erano altissime....

Superbike: cosa ci ha detto il primo round?

Il primo round della Superbike 2024 ha messo in...

Le nuove leve del tennis ATP: rivoluzione in atto?

Sono tanti i giovani tennisti che stanno raggiungendo i...

Superbike 2024: i big all’assalto di Bautista, ma attenzione ai rookie

Lo spagnolo cerca il tris dopo i titoli conquistati...

Share

La Federnuoto giapponese ha sospeso il nuotatore Daiya Seto, 4 volte campione del mondo nei 200 e 400 misti. Il motivo? Ha commesso adulterio. Una rivista locale lo ha infatti intercettato in un hotel con un’altra donna. In Giappone, come nel resto dell’asia, gli atleti rappresentano anche i valori morali, oltre che sportivi. La protezione della famiglia rientra tra questi. L’Atleta ha perso così il ruolo di capitano della nazionale e non potrà gareggiare per tutto il 2020.

daiya seto
Daiya Seto e la moglie Yuka Mabuchi

Daiya Seto: 4 medaglie d’oro e un adulterio

Daiya Seto è un nuotatore da record. Specializzato nei misti e nella farfalla è stato il primo asiatico della storia a vincere un oro ai mondiali nei misti. E’ il campione mondiale in carica sia sui 200m che sui 400 misti; per un totale di 4 medaglie d’oro e un bronzo a Rio 2016. Eppure attualmente si parla di lui per un fatto di livello più basso di cui, tuttavia, è colpevole, reo confesso. Si conosce il peccato e il peccatore in questa storia. È stata una rivista di gossip locale a pubblicare le foto dello scandalo. Seto è stato avvistato in un Love hotel con una donna che non era sua moglie.

La Federnuoto nazionale ha giudicato imperdonabile la condotta di Daiya Seto e lo ha costretto alle dimissioni dal suo ruolo di capitano. Il comportamento inopportuno è stato poi considerato irrispettoso dell’etica sportiva dal comitato federale che ha quindi deciso per la sospensione dell’atleta. Lui, classe ’94, non potrà, fino alla fine del 2020, prendere parte a nessun tipo di attività ufficiale della squadra nazionale nipponica. Tuttavia non ha perso la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2021. “Penso che l’unico modo per farmi perdonare è continuare a nuotare e riguadagnare la fiducia della mia famiglia, che è stata ferita dal mio comportamento irresponsabile“, ha dichiarato il giovane nuotatore.

Daiya Seto nuoto giappone

Impegno etico prima che sportivo

A livello umano l’atto è di vulnerabile correttezza, per usare un eufemismo. Considerando che il giovane atleta, sposato con la tuffatrice Yuka Mabuchi dal 2017, ha anche due figli piccoli. Stando al gossip nipponico, li è andati a prendere proprio dopo aver riaccompagnato la giovane amante. Inoltre la coppia è un bel ritratto di felicità, almeno sui social. A livello sportivo non ci si può dimenticare della capacità e dei risultati del nuotatore, attuale punta di diamante della nazionale di nuoto giapponese. Tuttavia l’uomo include l’atleta, non il contrario, perciò il livello umano ingloba il livello sportivo e lo batte per importanza. L’atleta prima di essere tale, è un uomo e, diventando atleta, diventa anche un esempio per tutti gli altri.

Questo perlomeno è ciò che il Comitato Federale Giapponese ha scelto di privilegiare.
Per noi occidentali la notizia della punizione e le sue pubbliche scuse è più notizia che in Giappone. Noi che vediamo ogni giorno perdonare ai nostri atleti comportamenti forse anche più opinabili. Si pensi a Federica Pellegrini e il triangolo amoroso prodotto proprio durante i Campionanti di nuoto a Shanghai nel 2011. I tre coinvolti, per giunta, erano tutti nuotatori della stessa Nazionale. Spostandoci ad altri sport cambiano gli addendi ma non il risultato: senza andare troppo lontano nel tempo prendiamo l’esempio di Nainggolan, sgamato da una foto sui social con un’altra donna. In quel caso addirittura, non solo non fu punito ma la società, l’Inter, gli tenne addirittura il gioco occultando il fatto.

Il labile confine che separa la giustizia dall’ingiustizia

E’ un confine labile quello che separa la giustizia e l’ingiustizia. Sicuramente è una linea che risente di molte influenze che includono la società, l’etica e la morale pubblica, anni di storia e tradizioni che un popolo si porta dietro. In Giappone è così. In Italia no. E’ giusto lasciare la libertà fuori dalla performance sportiva oppure è giusto che l’atleta, in quanto rappresentante di una disciplina, mantenga un comportamento esemplare anche nel suo privato? E’ anacronistico punire un tradimento? Oppure vuol dire mantenere in auge dei valori che, almeno dove questo principio non vige, si stanno infatti perdendo? Poste queste domande ognuno è giusto che segua la propria linea di pensiero, tuttavia il padre dello sport moderno, De Coubertin, nella seconda metà del 1800 affrontò il problema dell’educazione delle nuove generazioni. Lui era un pedagogo e capì che lo sport poteva essere uno straordinario sistema educativo per i giovani.

Se un atleta olimpico viene meno a quest’impegno, propedeutico all’impegno sportivo quotidiano, fallisce nell’obiettivo etico dello sport, inteso come lo concepiamo a partire dal 19esimo secolo in poi. Una sospensione dalla Federazione è il minimo se si pensa che in Corea del Sud l’adulterio è condannato fino a 2 anni di reclusione. Troppo estremo. Un po’ meno succede a Singapore dove alcuni siti di incontri sono bloccati perché ledono la pubblica morale e minacciano i valori familiari. Il Giappone ha dimostrato una minima avanguardia rispetto al resto del continente. La libertà dell’individuo è sacrosanta, ma l’etica sportiva è diffusa e insegnata proprio dagli sportivi, se non lo fanno vengono puniti.

daya seto

spot_img