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Questa notte è ancora nostra, la Conference League è giallorossa

Conference League

E’ stata una corsa ai biglietti per Tirana, un countdown tra emozione e scaramanzia. Alla fine Mou ha portato un titolo ai suoi tifosi: la Conference League. La Roma batte il Feyenoord 1 a 0 con gol di Zaniolo. E i giallorossi esplodono di gioia in una festa finita soltanto alle prime luci dell’alba

Conference League, Roma campione

“Notte di sogni di coppe e di campioni”. La notte che canta Antonello Venditti in Notte prima degli esami, è raffigurazione (o presagio?) di quella che ha seguito la finale Roma – Feyenoord. I sogni di gloria, la coppa arrivata, i campioni che l’hanno alzata sotto la curva ai tifosi in lacrime. La Conference League è giallorossa, così come l’intera città. Una partita e due feste in differita, a Roma e Tirana. Stesse emozioni. La vittoria fa bene a tutti: a Roma, alla Roma e all’Italia, insoddisfatta dal mancato Mondiale. Un trofeo che torna in Italia grazie alla Roma, come non succedeva da 12 anni. Sempre con Mourinho. Era l’Inter del triplete che portava l’Italia sul tetto d’Europa, è la Roma dello special one, ancora una volta, che porta l’Italia a vincere in Europa.

Mancava da 61 anni invece una coppa europea nella bacheca della Roma, dai tempi della Coppa delle Fiere. Un trofeo che oggi non esiste più. C’è la Conference League, di cui la Roma è la prima vincitrice. Certo non è la Champions, ma è una coppa europea, che dimostra la testa e il cuore di una squadra che, seppur non all’altezza dei grandi club europei, è riuscita in un’impresa. E’ entrata nella storia. E forse ha aperto un nuovo corso, perché vincere porta a vincere. E se nella linea del tempo del calcio questo trofeo è un puntino, nella storia personale dei tifosi romanisti questo è stato il giorno dei giorni. Le lacrime, le vene al collo degne di quella di Daniele De Rossi, gli abbracci, il boato finale, i cori, i clacson, l’accoglienza in aeroporto, l’alba a Trigoria, i sorrisi ci raccontano questo Election Day, quello della Roma Campione.

Mourinho e la Roma: storia di un amore

Il fischio finale si contorna di due momenti. La mano alzata di Mou che indica il numero cinque. Cinque sono infatti le coppe dell’allenatore portoghese che in Europa le ha vinte tutte. Anzi è doveroso ricordare che è il primo ad averle vinte con quattro diversi club. Con il Porto ha vinto la Coppa Uefa e la Champions. Con l’Inter ancora la Champions, con il Man Utd ha vinto l’Europa League e ieri sera ha portato a casa il record vincendo la Conference League con la Roma. Il primo e unico. Lo special one, d’altronde. “Vincere con squadre nate per vincere è una cosa, vincere con popoli come quello romanista è un’altra. Questa sera sono romanista al 100%” ha dichiarato ai microfoni di Sky subito dopo il match.

Effettivamente a Roma è un’altra cosa. E così si arriva all’altro momento che ha accompagnato il fischio finale. Il boato dello stadio, anzi, degli stadi, che alza i decibel nello spazio. Increduli e felici: l’incredulità che sfocia e finisce nella gioia, non senza essere passata per le lacrime. Questo è il ritratto dei tifosi ieri. E dei giocatori. E dell’allenatore. Un leader degno della tifoseria che ha incontrato. Un amore a prima vista reciproco e complementare. Uno come Mou è pane per i denti di una tifoseria poco moderata, che, a sua volta, è linfa vitale per un vincente come il portoghese. Si sono incontrati, si sono piaciuti, hanno vinto. Come le migliori storie d’amore. Un amore che per una volta non si tinge solo di rosso, questa volta anche di giallo.

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